Decaro in corsa per la presidenza nazionale dell’Anci? Forse nel 2018
La sconfitta per la riconferma a sindaco di Torino del renziano Piero Fassino potrebbe spalancare la strada al sindaco renziano barese Antonio Decaro alla presidenza nazionale dell’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani. Infatti, l’ex Primo cittadino torinese del Pd nel 2013 è succeduto a Graziano Delrio, anch’egli renziano del Pd, alla guida dell’Anci e tale mandato, pur scadendo nel 2018, potrebbe terminare prima, se per ragioni di sensibilità politica ed istituzionale Fassino si dimettesse dall’incarico, lasciando in anticipo la rappresentanza del Comune di Torino nell’Anci ad un esponente della nuova maggioranza che amministrerà il capoluogo piemontese nel prossimo quinquennio. E ciò perché, in teoria, l’ex sindaco del Pd potrebbe anche non dimettersi dall’Anci e rimanere al proprio posto di presidente, perché Fassino rimanendo comunque, da candidato sindaco sconfitto, membro del consiglio comunale, tranne l’ipotesi che non decida di dimettersi tale ruolo, potrebbe in teoria continuare a rappresentare il Comune di Torino nell’Associazione fino alla scadenza del mandato, vale a dire al 2018, e quindi a restare anche come presidente fino a tale data. Infatti, l’altra ipotesi è che la nuova Amministrazione del capoluogo piemontese, guidata da Chiara Appendino del M5S, possa decidere di revocare a Fassino la rappresentanza della Città di Torino nell’Anci, designando un esponente di propria fiducia, ma soprattutto espressione della propria parte politica che, in tal caso, potrebbe essere la stessa Appendino. Se ciò accadesse, però, il Comune di Torino perderebbe sicuramente la guida nazionale dell’Anci che, a quel punto, dovrà procedere alla designazione, attraverso un’assemblea congressuale nazionale “ad hoc”, di un nuovo presidente che con tutta probabilità, ancora una volta, sarebbe espressione del partito di Matteo Renzi, che a livello nazionale vanta ancora, in termini numerici, la “golden share” per poter esprimere un proprio rappresentante alla guida dell’Anci. Quindi, solo nel caso in cui Fassino si tirasse fuori spontaneamente dall’Anci, oppure coattivamente per volontà del suo successore, si renderebbe anticipatamente vacante il posto nazionale di guida dell’Associazione dei Comuni. In tale eventualità, tra gli aspiranti pretendenti alla successione di Fassino alla presidenza dell’Anci potrebbe esserci anche il Primo cittadino di Bari che non solo è dello stesso partito dell’ex sindaco di Torino, ma è anche accreditato per essere un renziano. Però, di Primi cittadini di grandi città targati Pd che aspirerebbero alla poltrona più alta dell’Anci nazionale ce ne sono diversi, a cominciare dal sindaco di Catania, Enzo Bianco, pure renziano, ed il riconfermato Primo cittadino di Bologna, Virgino Merola, che però è dato come appartenente al fronte opposto interno al Pd. Ma, se dovesse eventualmente liberarsi anticipatamente la presidenza dell’Anci, un pensierino per quella poltrona potrebbero farlo anche altri sindaci del Pd, o comunque di area di centrosinistra, che potrebbero concordare direttamente con Renzi la scalata per tale vetta. E nel centrosinistra uno di quelli che potrebbe farsi avanti è sicuramente il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che potrebbe chiedere al segretario-premier del Pd il lascia passare per la presidenza dell’Anci in cambio o di un suo ingresso in maniera organica nel partito, oppure di un suo appoggio esplicito al referendum costituzionale del prossimo ottobre. Però, il Pd di nomi che potrebbero ambire alla guida nazionale dell’Anci ne conta anche altri, che finora non lo hanno dichiarato solo perché il problema non c’era, né era prevedibile che la successione a Fassino potesse porsi in anticipo. Quindi, il sindaco di Bari, Decaro, pur potendo essere annoverato tra coloro che mirano alla guida dell’Anci, è tutt’altro che scontato che abbia la strada già spianata a quella poltrona per il sol fatto di essere un “renziano” come Fassino. Ma c’è di più. Infatti, non è affatto scontato che Fassino lasci spontaneamente l’Anci prima della scadenza naturale del mandato in quanto, non essendo più un parlamentare, si troverebbe a svolgere il ruolo di semplice consigliere comunale, privo di qualsiasi incarico istituzionale di rilievo. Per cui è probabile che Fassino decida di restare in quel ruolo, tranne che non sia il nuovo sindaco Appendino a spodestarlo. E quest’ultima, infatti, al momento potrebbe non avere alcun interesse a far perdere la presidenza nazionale dell’Anci ad un esponente della Città di Torino, oltre che verosimilmente di privarsi nell’Anci di una figura esperta e ben accreditata con il governo nazionale, come Fassino. Anzi, è possibile che sia la stessa Appendino a chiedergli di rimanere alla guida dell’Anci fino alla scadenza naturale del mandato, ossia al 2018. E ciò verosimilmente anche per “utilizzare” Fassino come interlocutore privilegiato con il governo nazionale. Se così fosse, allora la possibile aspirazione del sindaco renziano barese di coronare il sogno non riuscito nel 2011 al suo predecessore, Michele Emiliano, di scalare la presidenza dell’Anci nazionale dovrà attendere almeno fino al 2018. Però, come è noto, siccome per le vicende politiche non si può “mai dire mai”, tutto è sempre possibile. Però, tale principio politico non vale soltanto per il sindaco Decaro ma anche per tutti i suoi rivali nell’eventuale corsa di successione a Fassino per la presidenza dell’Anci.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 23 Giugno 2016