Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, incontrerà oggi a Roma il ministro ai Beni culturali ed ambientali Dario Franceschini, per tenare di risolvere l’intricata vicenda del “Teatro Petruzzelli” che, dopo le due recenti sentenze emesse dalla Corte di Appello di Bari giovedì della scorsa settimana, è tornato in proprietà degli eredi dei costruttori dell’immobile. Infatti, come è già noto, la Corte d’Appello di Bari con una sentenza ha stabilito che la proprietà del teatro è degli eredi e non del Comune, che – come si ricorderà – nel 2010, con una delibera di Consiglio comunale, si era auto-dichiarato proprietario dell’immobile, poichè nel 1896 era proprietario del suolo su cui è sorto politeama e che all’epoca fu dato in concessione gratuita permanente alla famiglia Petruzzelli per la costruzione del teatro. Invece, la Corte d’Appello barese ha stabilito che, con la ricostruzione pubblica successiva all’incendio del 27 ottobre del 1991, non si è configurata la fattispecie contrattuale che avrebbe fatto decadere gli eredi dei fratelli Petruzzelli dalla proprietà dell’immobile ivi realizzato. Infatti, i giudici della Corte d’Appello hanno stabilito che il Comune di Bari dovrà riconsegnare il bene alla famiglia Messeni Nemagna, che a sua volta, però, è stata condannata a restituire allo Stato gli oltre 43 milioni di euro di costi sostenuti per la ricostruzione del teatro dopo l’incendio del 1991. Mentre, con la seconda sentenza, i giudici di secondo grado d’Appello hanno dichiarato privo di efficacia il protocollo d’intesa del 2002 che regolamentava i rapporti tra proprietari e enti pubblici e prevedeva un canone di 500 mila euro all’anno che il Comune avrebbe dovuto corrispondere per 40 anni alla famiglia proprietaria per la gestione del teatro e del marchio aziendale. In vista dell’incontro odierno del sindaco Decaro con il ministro Franceschini, i proprietari del teatro Petruzzelli di Bari proprietari (la famiglia Messeni Nemagna e i suoi eredi), con una missiva a firma degli avvocati Ciro Garibaldi e Ascanio Amenduni, hanno scritto una lettera al ministro dei Beni culturali del governo Draghi, per chiedere di essere “convocati, affinché sia ascoltata anche la nostra campana”. Infatti, si legge nella lettera al ministro: “Piuttosto che pensare a un inopinato esproprio ter, noi ci auguriamo che il suo Ministero prenda in esame la ricomposizione del quadro contrattuale e legislativo indebitamente lacerato, per ricondurre al suo interno tutta la ricostruzione e tutta la gestione, al momento rimaste prive di ogni titolo”. “Basterebbe – hanno scritto inoltre i legali della famiglia – aggiornare il protocollo rimuovendo le cause della ravvisata inefficacia”, ritenendo che “quello celebrato dall’allora ministro Urbani doveva essere un matrimonio indissolubile, che la parte privata non ha mai tradito, anzi ha sempre difeso, e che si dichiara tuttora pronta a rispettare. Basta che lo vogliano anche i suoi interlocutori pubblici, la cui politica a zig zag non ha dato buoni frutti”. Il governatore pugliese, Michele Emiliano, che – come si ricorderà – nel 2010 da Primo cittadino di Bari guidò la sua maggioranza in consiglio comunale a far proprio il provvedimento di auto-appropriazione del teatro Petruzzelli ora cassato dai giudici d’Appello, a margine di una conferenza stampa di presentazione della campagna vaccinale anti Covid nelle scuole, in merito alla sentenza della Corte d’Appello barese che ha riconsegnato la proprietà del teatro Petruzzelli alla famiglia erede, ha affermato: “Il sindaco sta guidando la gestione della vicenda” e “la Regione è al fianco del sindaco, pronto a sostenerlo in qualunque tipo di problematica”. “Il verdetto – ha aggiunto poi Emiliano – era abbastanza prevedibile, nel senso che nonostante i tentativi che sono stati fatti dal punto di vista giuridico di acquisire la proprietà del teatro, ovviamente la via maestra è l’esproprio”. Comunque, ha proseguito il governatore, “la Regione Puglia è al fianco della Città di Bari in tutte le maniere possibili, sia dal punto di vista del sostegno politico ed economico sia dal punto di vista della necessità di trovare eventualmente una intesa con i soggetti che sono stati dichiarati legittimi proprietari”. Poi, rispondendo ad una domanda dei sul perchè ritiene che l’esproprio sia la “via maestra” per la vicenda Petruzzelli, Emiliano ha affermato che il teatro barese di corso Cavour ” è un bene di interesse pubblico, di interesse culturale e il testo unico dei Beni culturali prevede in questi casi che il ministero possa espropriare” “Tra l’altro – ha proseguito il governatore – il ministero è creditore di una somma enorme, quindi quella somma è già compensazione di indennità di esproprio eventualmente da mettere appunto”. Però, per Emiliano, “bisogna muoversi in armonia e in pace, perché è chiaro che non si può interrompere l’attività della Fondazione e il teatro non può essere nuovamente sottratto alla città”, perché – ha sottolineato in fine il governatore – “non credo sia questo lo scopo dei privati proprietari”, perchè “credo che la pacificazione debba trovare spazio in questa fase”. Però, ha concluso Emiliano, “la procedura di esproprio è quella più garantita per i privati”. L’opposizione di centrodestra che fa capo al partito pugliese di Giorgia Meloni, a seguito della sentenza che ha ridato la proprietà del teatro Petruzzelli agli eredi dei costruttori, sottraendola al Comune di Bari che si era dichiarato proprietario ai tempi dell’amministrazione Emiliano, ha diramato una nota con cui ha annunciato di voler sollecitare l’istituzione di una Commissione di indagine politica e amministrativa che coinvolga Stato e Regione, al fine di fare chiarezza sui mandati amministrativi di Emiliano. Infatti, si legge nella nota: “Negli anni di amministrazione Emiliano, infatti, prima da Sindaco e poi a seguire da Presidente della Regione, i baresi prima e i pugliesi ora hanno assistito a uno sfacelo in settori importantissimi per fatti che sono ancora oggi oggettivamente coperti da una fitta coltre di opacità”. E, proseguendo, dal partito di “Fratelli d’Italia” si rileva: ““Sarà una coincidenza, ma per tutte le cinque vicende (ndr – Punta Perotti, Cittadella della Giustizia, Teatro Petruzzelli, Ospedale in Fiera e Fabbrica delle mascherine) si pagano conseguenze che si scontano sulla pelle e sulle tasche dei cittadini senza alcuna penalizzazione per gli amministratori che ne hanno determinato gli esiti nefasti”. Per poi nell’ordine elencare: “Punta Perotti costa allo Stato circa 45 milioni di euro; Cittadella della Giustizia: siamo di fronte alla richiesta di un mega risarcimento danni e comunque in questi 16 anni la città di Bari ha amministrato e continua ad amministrare la funzione giudiziaria in sedi di altissima precarietà statica e funzionale; Teatro Petruzzelli, oggi arriva al pettine la questione della proprietà nel 30esimo anniversario dell’incendio, senza dimenticare che la Fondazione, proprio negli anni di Emiliano, è assurta agli onori della cronaca per fenomeni di truffa e corruttela; Ospedale in Fiera, costato 25 milioni di euro in una Regione che comunque è stata perennemente in zona rossa e in Dad e con una tra le più alte mortalità da Covid in Italia; Fabbrica delle mascherine (7,5 milioni di euro) per la quale occorre andare a ‘Chi l’ha visto’ ”. Vicende, queste, tutte da approfondire – secondo Fdi – per ricercare responsabilità politiche ed amministrative, in nome e per conto di “quella parte della collettività barese e pugliese maggioritaria e silenziosa che paga le tasse senza essere beneficiato da operazioni clientelari e schifata dall’assistere alla elargizione di prebende e favoritismi in un florido mercato delle vacche ormai strutturato nella nostra Regione”. Fin qui la polemica politica. Ora. Però, per “salvare” la proprietà pubblica del teatro Petruzzelli e sottrarla legittimamente ai privati che l’avevano persa in modo irregolare occorrono i fatti. E, comunque, per fare i “fatti” ancora una volta a pagarne le conseguenze sarà sempre “Pantalone”.
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