Decaro prova “di persona” i disagi di un tribunale penale nelle tende
Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, dopo aver provato personalmente i disagi che stanno vivendo operatori di giustizia e cittadini nella tendopoli allestita dalla Protezione civile regionale nel parcheggio sterrato del Palagiustizia di via Nazariantz dichiarato inagibile e dove si era recato nella mattinata di mercoledì all’udienza di rinvio di un processo penale in cui avrebbe dovuto essere sentito in qualità di testimone e parte offesa, si è accorto che la situazione – come lui stesso ha affermato – “ è insostenibile”. Infatti, per il Primo cittadino barese ciò che è accaduto nel capoluogo sul fronte giudiziario “è una vera e propria calamità burocratica”, perché – a suo stesso dire – “non esistono solo le calamità naturali”, ma anche quelle di altra specie. E quella che ha ultimamente interessato la “macchina” giudiziaria cittadina, per Decaro, evidentemente è assimilabile ad un evento sismico, dove la imprevedibilità e straordinarietà del fatto sono le connotazioni caratteristiche che caratterizzano l’accaduto. Insomma, il Primo cittadino barese prova a buttare gli eventi dell’edilizia giudiziaria cittadina sul carattere dell’eccezionalità, dimenticando invece che la situazione di precariato ed inadeguatezza in cui versano gli edifici che ospitano i Tribunali del capoluogo, e quella del Palagiustizia di via Nazariantz in particolare, era ben nota da tempo. Ma ancor più inappropriato appare l’assimilazione di Decaro, dell’inagibilità della sede del Tribunale penale cittadino ad un evento calamitoso naturale, se si considera che gli eventi naturali sono molto spesso imprevedibili, mentre ciò che è accaduto a Bari per l’edilizia dei Palazzi di Giustizia, lasciati notoriamente da anni senza i necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, non solo era prevedibile, ma forse ha anche dei responsabili politici ed amministrativi che, evidentemente, o non sono stati all’altezza dei compiti loro spettanti, oppure non si sono fatti carico fino in fondo dei loro doveri per “calcolo”. Infatti, in tanti tra gli addetti ai lavori, ma anche tra i comuni cittadini si chiedono sbigottiti: “Come è stato possibile giungere ad un simile livello di degrado per alcuni immobili che ospitano aule ed uffici giudiziari?” Da non dimenticare, in proposito, che lo scorso anno solo per miracolo non si è verificato qualche grave incidente all’esterno del Palazzo di Giustizia barese di piazza Enrico De Nicola, quando dalle facciate esterne si sono staccati alcuni pezzi di rivestimento, caduti fortunatamente senza conseguenze per i passanti. Mentre l’attuale situazione di inagibilità del Palagiustizia di via Nazariantz ha dei precedenti, nelle prolungate carenze di manutenzioni straordinarie ed ordinarie, che avrebbero dovuto quantomeno far presagire ciò che poi è accaduto. Infatti, il sospetto maggiore per alcuni cittadini ed operatori di giustizia è che la situazione di trascuratezza e degrado delle due principali sedi dei Tribunali cittadini sia stata fatta incancrenire col preciso fine di giungere all’attuale situazione di emergenza. Circostanza, questa, che dovrebbe portare probabilmente a risolvere in modo definitivo i problemi dell’edilizia giudiziaria barese sotto la spada di Damocle della precarietà. Le responsabilità oggettive di tutto questo certamente vengono da lontano ed hanno molti “padri”, visto che è dalla metà degli anni Ottanta del secolo scorso che Bari lamenta carenze di spazi e strutture in ambito giudiziario. Però, le responsabilità politiche maggiori sono di una classe politica locale che dall’inizio degli anni Duemila non è mai stata determinata nell’affrontare la questione. Così come poco determinati sono forse stati anche gli Organi rappresentati degli operatori giudiziari baresi (Avvocati e Magistrati) che ora si lamentano delle condizioni in cui si ritrovano ad operare in via Nazariantz. Significativo quanto ha scritto in un post su Facebook uno di essi, l’avvocato Ettore Bucciero, che tra gli anni Novanta ed il primo decennio del Duemila ha anche ricoperto l’importante ruolo politico si senatore. Scrive Bucciero nel suo post di commento alla situazione barese dell’edilizia giudiziaria: “Gli avvocati si lamentano di come siano costretti ad esercitare il loro ruolo e cioè……sotto le tende!”. “Gli avvocati – sostiene Bucciero – avrebbero potuto evitarsi questa pena così offensiva per la loro dignità se solo avessero voluto esercitare le giuste e ferme pressioni!” Però, “a suo tempo – spiega inoltre l’ex parlamentare barese – non lo hanno voluto”, per varie ragioni che lo stesso Bucciero ha ipotizzato nel suo post sul social.“E sono quegli stessi avvocati – ha concluso Bucciero – che poi si permettono di criticare i ‘politici’ e i relativi usi e costumi!” Che dire? Che se cosi fosse, chi è causo del proprio male pianga se stesso. Per ora.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 31 Maggio 2018