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Decaro si preoccupa più delle questioni individuali che dei sindaci che rappresenta

Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, da presidente nazionale dell’Anci, l’Associazione più rappresentativa dei Comuni italiani, si preoccupa forse più di “questioni” riguardanti il ruolo dei Primi cittadini piuttosto che di quelle riguardanti le funzioni dei Comuni, per una migliore gestione dei territori, nel rapporto con gli altri istituti ordinamentali repubblicani e, in particolare, con l’amministrazione centrale dello Stato. Infatti, stante ad alcune notizie di cronaca, il Presidente barese dell’Anci sembrerebbe alquanto attivo nel portare avanti rivendicazioni e richieste che riguardano più la figura individuale dei sindaci (e quindi anche sé stesso!), piuttosto che le problematiche di carattere generale degli enti e delle comunità di cui questi sono a capo. Difatti, è di alcune settimane fa la notizia di un’iniziativa caldeggiata soprattutto dall’Anci a guida Decaro di chiedere al Governo ed al Parlamento di elevare da due a tre la possibilità per i sindaci di ricoprire consecutivamente tale ruolo. Una richiesta, questa, che se fosse accolta dal Legislatore metterebbe lo stesso Decaro in condizioni di potersi ricandidare alla guida di Bari nel 2024 e, quindi, di poter esercitare il ruolo di Primo cittadino ininterrottamente per ben 15 anni. Un’altra rivendicazione portata all’attenzione delle istituzioni nazionali, sempre dall’Anci a guida Decaro, è stata quella relativa a talune responsabilità civili e penali dei Primi cittadini, con particolare riguardo al reato di “abuso d’ufficio” di cui il presidente barese dell’Anci ha già chiesto verosimilmente una revisione e, soprattutto, un’auspicabile depenalizzazione per gli amministratori locali. Altra iniziativa per la quale il presidente barese dell’Anci si è interessato verosimilmente non poco è stata quella di richiedere un considerevole incremento degli emolumenti dei sindaci, al punto da rivendicare un’equiparazione dell’indennità dei Primi cittadini di capoluogo di regione e capofila di “Città metropolitana” a quella del Presidente della Regione in cui queste ricadono. Richiesta, quest’ultima, accolta – come è notto – di recente da governo Draghi che, giovedì scorso, l’ha fatta propria introducendola integralmente all’articolo 146 della legge di Bilancio per prossimo anno, al fine poi di renderla permanente per gli anni successivi. Ed è grazie a tale norma che anche il Primo cittadino di Bari, Decaro, dal prossimo gennaio vedrà accrescere il proprio emolumento mensile di sindaco fino ad un 40% in più rispetto a quello percepito attualmente. Da ultimo si apprende che in un’intervista rilasciata ad un importante quotidiano nazionale il presidente dell’Anci, Decaro, rivendica la possibilità per i sindaci delle principali città italiane (e tra queste sicuramente vedrebbe Bari!) di partecipare anch’essi all’Assemblea dei 1009 elettori del prossimo Presidente della Repubblica. Come? E’lo stesso Decaro a spiegarlo nell’intervista, rilevando che in Costituzione (ndr – art. 83) si dice solo che “all’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale”. Quindi, ha affermato il presidente barese dell’Anci: “Per il resto è lasciato tutto alla giurisprudenza ed alla consuetudini”. Come dire che la consuetudine potrebbe anche essere interrotta e l’interpretazione letterale della norma consentirebbe alle Regioni, e quindi anche alla Puglia, di eleggere tra i tre delegati per l’elezione del Capo dello Stato eventualmente qualche rappresentante esterno al Consiglio regionale. “E, se tale interpretazione fosse effettivamente legittima, – ha commentato un addetto ai lavori della politica pugliese – è verosimile ritenere che il sindaco Decaro abbia pensato a sé stesso come possibile delegato esterno al Consiglio regionale per la seduta assembleare di elezione del prossimo Presidente della Repubblica”. Ed esclamando: “In tal caso, per non essere da meno anche Emiliano potrebbe ambire a partecipare a tale consesso elettivo e, quindi, si farebbe eleggere pure lui!”. Per aggiungere, inoltre, ironicamente: “E se fosse possibile eleggere anche un terzo delegato dell’area di maggioranza”. In realtà, infatti, uno dei tre delegati regionali per l’elezione del Presidente della Repubblica deve essere espressione della minoranza consiliare e, soprattutto, contrariamente a ciò che sostiene il Presidente barese dell’Anci tutti e tre i delegati a rigor di logica dovrebbero essere componenti del Consiglio regionale. Cioè componenti dell’Assemblea legislativa regionale e non ad essa esterna, come nel caso dei sindaci, poiché questi sono soltanto dei rappresentanti di istituzioni amministrative, i Comuni per l’appunto. Infatti, tutti i 1009 grandi elettori del Capo dello Stato finora sono sempre stati rappresentanti di organi legislativi (Camera, Senato e rappresentati delle Assemblee regionali) e giammai, tra di essi, esponenti amministrativi, ossia di Comuni o Province. Quindi, anche per quest’ultima rivendicazione ipotizzata dal Presidente barese dell’Anci, Decaro si è preoccupato di una problematica prettamente individuale dei sindaci, perché legata a dar rilevo questi ultimi sul piano soggettivo che alle comunità da essi amministrate. Peccato, invece, che il sindaco Decaro per quanto concerne le problematiche collettive delle realtà amministrate, da Presidente dell’Anci abbia finora dimenticato la “questione” dei finti e, in quanto tali, anche inutili organi di decentramento comunale che ,pur essendo facoltativo, dal 2010 nei centri con più di 250mila abitanti ed almeno in quelli fino a 500/600mila abitanti consiste in un enorme spreco di denaro pubblico per i costi dei politici che vanno ad occupare le poltrone previste per Circoscrizioni o Municipi di decentramento comunale. Costi che, alla luce del recente incremento dell’emolumento concesso dal governo Draghi ai sindaci dei grandi centri, comporterà per l’effetto cascata un incremento di spreco di risorse comunali per i suddetti costi politici dei organi di decentramento anche dove questo è presente, come al Comune di Bari, solo sulla carta. Perciò – a detta di molti – “non sarebbe forse male se il presidente barese dell’Anci si preoccupasse anche di proporre al Governo ed al Parlamento di elevare per i Comuni la facoltà di istituire o mantenere gli organi di decentramento amministrativo ad una soglia di popolazione almeno non inferiore al mezzo milione di abitanti”. Ma questa è una “questione” che interessa forse molto di più alle casse comunale e, quindi, alla collettività che ad alcuni di coloro che tali realtà le amministrano. E tra di essi finora c’è sicuramente il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Decaro.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 4 Novembre 2021

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