Decaro s’indigna per il “bullismo”, ma si è accorto delle violazioni al porto e del suo degrado?
Insieme al riconfermato sindaco di Bari, Antonio Decaro, ed al Primo cittadino di Bitonto, Michele Abbaticchio, c’erano anche diversi altri rappresentanti politici locali di centrosinistra e di centrodestra al raduno di protesta che domenica sera è stato organizzato sul Lungomare di Palese proprio davanti all’imboccatura del braccio di porto su cui martedì della scorsa settimana un quindicenne bitontino è stato vittima di un episodio di bullismo da parte di coetanei (al momento ancora ignoti), che con intento discriminatorio lo avevano cacciato dallo specchio di mare in cui era immerso, per mere ragioni campanilistiche, aggredendolo e procurandoli traumi facciali che lo avevano costretto ad un breve ricovero ospedaliero. Un episodio, quello accaduto sul molo del piccolo porticciolo di Palese, sicuramente deplorevole e da condanna collettiva, affinché i responsabili, benché anch’essi giovanissimi, vengano individuati quanto prima per i provvedimenti del caso e farne un monito ad altri giovani che per spavalderia si rendono protagonisti di atti di insulsi e di bullismo. Però, sta di fatto che, oltre alle rituali prese di posizione istituzionali e sociali nei confronti di simili fatti di violenza – per così dire – “gratuita” da parte di adolescenti, sarebbe bene anche che gli amministratori locali non si limitassero soltanto a manifestare per il rispetto dell’incolumità delle persone e, quindi, della legalità, ma che nella fattispecie in questione fossero anche da esempio per il rispetto della “legalità” in senso più ampio, nell’esercizio delle rispettive funzioni e competenze. Diversamente, infatti, la partecipazione di rappresentanti istituzionali locali a manifestazioni di protesta e solidarietà per fatti illeciti, come quello accaduto a danno del minore bitontino, sul porticciolo di Palese, rischia di apparire solo come una delle tante occasioni di passerella propagandistica per politici ed amministratori in cerca di perenne visibilità e, quindi, di consensi futuri per il loro operato pubblico. E veniamo al “dunque”! A fornire lo spunto di questa nostra breve riflessione sulla citata manifestazione di domenica scorsa a Palese, dove – come detto – sono intervenuti i rispettivi Primi cittadini di Bari e Bitonto, Decaro ed Abbaticchio, che sono entrambi rispettivamente anche sindaco e vice della “Città metropolitana” barese (ex Provincia, per meglio intenderci), sono stati alcuni palesini residenti nelle vicinanze del locale porticciolo che la scorsa settimana, dopo l’episodio di bullismo che ha suscitato l’ira e l’indignazione sia del Primo cittadino barese che di quello di Bitonto, hanno commentato con una certa ironia l’iniziativa, in particolare, del sindaco Decaro (se non altro perché è quello sotto la cui competenza comunale ricade Palese), circa l’indignarsi giustamente per l’episodio di illegalità avvenuto sul porticciolo e non anche invece per la sistematica violazione, durante la stagione balneare, dei divieti che il Comune di Bari stesso ha fatto affiggere nella zona antistante lo specchio d’acqua le porto di Palese ed alcuni di questi cartelli (come si nota anche da una delle foto che accompagnano il presente servizio) sono addirittura apposti proprio in corrispondenza dell’accesso al braccio di porto su cui è avvenuto il condannabile episodio di bullismo. Infatti, domenica sera, dopo la manifestazione di protesta, si chiedeva sbigottito un cittadino del posto: “E’ possibile che il sindaco Decaro nei suoi primi 5 anni di mandato, ed insieme a lui tutti gli altri amministratori locali (consiglieri comunali, l’ex Presidente e consiglieri del V Municipio) non si siano mai accorti o non abbiano mai avuto notizie delle quotidiane violazioni dei divieti che d’estate avvengono sul molo e nello specchio d’acqua del porto di Palese?” Infatti, ha poi rilevato lo stesso cittadino, i citati cartelli di divieto di balneazione del bacino portuale e quelli di divieto di stazionamento sui due bracci del porto e nell’area degli scivoli a mare delle barche, per possibili pericoli di caduta, in questo periodo sono violati costantemente da molti bagnanti, che usano il porto di Palese come una grande piscina di mare e le opere del porto come un lido su cui sdraiarsi al solo, o su cui sistemare ombrelloni, tavolini ed a volte anche qualche fornacella. “Ed allora – si domandava con evidente tono di sconforto – a che servono quei divieti?”, dandosi anche un’ironica, ma logica, risposta: “Forse servono alle Autorità locali a mettersi al riparo da eventuali e possibili responsabilità oggettive, nel caso in cui dovesse succede qualche incidente in questa area portuale, come è accaduto in passato, quando ci fu un morto a seguito di uno scivolone tra i massi”. Quindi, stando così le cose, le Autorità locali competenti, a cominciare da quelle comunali, tollerano ciò che di questo periodo accade nell’area portuale di Palese. Eppure a vietare la balneazione, anche per fattori di natura igienico-sanitaria, e lo stazionamento, per motivi di sicurezza, nella zona oggetto di attività diportistiche c’è anche un’apposita legge regionale, oltre alle norme ordinarie del Codice della navigazione. Certo, per il piccolo porto di Palese, qualcuno potrebbe obiettare che trattasi di una struttura che, a seguito dei mancati dragaggi periodici, non ha più neppure il fondale idoneo per essere usato come approdo sicuro per i natanti. Però, è vero pure che finché è mantenuto come porto, i rischi per coloro che ne fanno un uso improprio ci sono e sono tanti. “Ma allora – si chiedono anche molti cittadini che si soffermano ad osservare lo stato di degrado ed abbandono in cui versa il porto di Palese ed il triste ‘spettacolo’ dell’uso improprio estivo dello stesso – perché il Comune di Bari non lo trasforma definitivamente, con tutte le necessarie opere di sicurezza, in un lido pubblico alla stregua della spiaggia barese di ‘Pane e pomodoro’ o di ‘Torre Quetta’, anziché continuare a tenerlo in un perenne stato di pericolo e degrado, come è stato finora?”. Ma evidentemente di ciò finora solo il sindaco Decaro ed i suoi rappresentai locali non si sono, forse, ancora accorti! Però, (giustamente!) il riconfermato Primo cittadino barese si è subito indignato dell’episodio di bullismo accaduto ad un adolescente che voleva fare il bagno in un posto in cui, sia lui che i suoi scalmanati aggressori, non avrebbe dovuto e potuto esserci, se il Comune di Bari avesse fatto rispettare quei divieti che esso stesso aveva fatto necessariamente predisporre.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 18 Giugno 2019