Cronaca

Decentramento e municipi:andare avanti o tornare indietro?

Da Giuseppe Anaclerio, presidente dl Comitato per l’Autonomia di Carbonara,Ceglie de Campo e Loseto, riceviamo e pubblichiamo: “L’articolo di Giuseppe Palella,Quotidiano di Bari del 18 aprile scorso dal titolo “l’inutilità dei 5 municipi:tanti costi e quasi zero produttività”,riapre con la consueta completezza e lucidità,il tema del decentramento nel Comune di Bari.I municipi dovevano essere l’atto conclusivo-ricordate le promesse dell’allora Sindaco Emiliano che disse ai consiglieri regionali e anche a noi che ci battevamo per l’autonomia, che tali aspirazioni sarebbero state soddisfatte appieno con la creazione dei municipi,ultimo tassello del suo programma politico/amministrativo?In verità ci sono voluti circa quattro anni per vedere decollare infine l’ultima, per quella che appariva,definitiva soluzione per un governo decentrato del territorio con la istituzione dei 5 Municipi e l’approvazione del relativo regolamento.L’evento fu il risultato di un lungo lavorìo,di una faticosa trattativa politica per definire competenze,materie, limiti veri e propri.”prodotti” per demarcare finalmente la linea di confine tra centro e periferia.Venne riconosciuta ai Municipi,tra l’altro,ma sulla carta,la competenza in tema di manutenzione di strade,piazze,giardini e edifici di pertinenza nonché una attiva collaborazione,sentita la popolazione, nella predisposizione del cosiddetto “bilancio partecipato”.Tutto risolto? Niente affatto!Perché le nuove competenze si scontrano- dice l’Amministrazione Centrale- con le difficoltà finanziarie e di organico tutte cose ben note secondo noi quando si è deciso sulla istituzione dei municipi e sulle relative competenze. E d’altra parte, è detto nel Regolamento -art. 82 che la Giunta municipale e il Direttore generale adottano tutte le iniziative atte a consentire ai Municipi di assolvere alle funzioni assegnate.Il bilancio partecipato si è rivelato una mera elencazione di desideri  puntualmente inascoltati almeno per quanto riguarda il IV Municipio, mentre delle manutenzioni neanche   a parlarne in attesa di tempi migliori.E allora,che fare?Andare avanti o tornare indietro,come propone Palella forse un po’ provocatoriamente?Dare più poteri ai municipi,ancora una volta sulla carta,o tornare indietro al vecchio e nostalgico “delegato-sindaco”,il solo uomo al comando,che sedeva tra i banchi del Consiglio Comunale e aveva la capacità politica di presidiare e segnalare i problemi  del territorio di competenza direttamente e in maniera più incisiva alla Giunta e al Consiglio Comunale?Adesso l’Amministrazione Centrale si trova di fronte ad un problema non più rinviabile:come uscirsene dal “cul de sac”nel quale si è cacciata istituendo enti territoriali che non è in grado di far decollare. La costringono istanze,denunce,messe in mora,ricorsi richieste di intervento al Prefetto ma,soprattutto,una norma regolamentare che lei stessa nell’intento di dar vigore alle promesse ha inserito nel Regolamento dei Municipi.Dice infatti l’articolo 83 del citato atto regolamentare,la norma cosiddetta programmatica,che trascorso un anno dalla loro istituzione (ne sono passati quasi cinque!) la l’Amministrazione Comunale provvede ad una verifica del nuovo assetto politico/amministrativo e conseguentemente valuta  se ricorrano le condizioni per dare ad essi gli stessi poteri e funzioni  dei Comuni aventi pari popolazione,compatibilmente però con le leggi finanziarie e le altre normative di settore.Vogliamo scommettere che la relazione che-dicono-stia preparando la Direzione generale sulla questione, cercherà con argomentazioni virtuose di non decidere e di rimandare ancora una volta ogni decisione di merito lasciando le cose nello stato attuale,di assoluta inerzia, ma promettendo (in vista del rinnovo della consigliatura)che tutto si realizzerà non appena il governo o chi per lui consentirà ai Comuni di disporre di più cospicue risorse finanziarie?(Con l’aria di crisi?).Per intanto,campa cavallo. Ha ragione Palella:con molta onestà va dato atto del fallimento o l’impossibilità del decollo del decentramento come concepito nel Comune di Bari. E’ necessario peraltro salvaguardarsi dalle possibili censure della Corte dei Conti  quando dovrà prendere atto che i Municipi che costano alle casse comunali il rilevante importo di 200 milioni all’anno,non realizzano l’azione di efficace e diretto intervento in termini di servizi e di buona Amministrazione nei confronti del territorio e dei cittadini contribuenti.Concordiamo pertanto a grandi linee sulla proposta di Palella: il Consiglio Comunale,chiamato a decidere,modifichi Statuto e Regolamento e revochi secondo noi la istituzione dei 3 municipi per così dire urbani (1°,2°e 3°).Affidi ad un consigliere delegato coadiuvato da un dirigente la funzione di raccordo sul territorio di tutti gli Uffici operativi decentrati e dia ascolto alla popolazione e alle sue istanze,petizioni,richieste,ecc..Il consigliere delegato e il dirigente opererebbero in sintonia con la Commissione decentramento che si sposterebbe a turno tra le sedi amministrative decentrate per concordare proposte e pareri da portare all’esame e approvazione degli Organi Comunali preposti.Ai soli Municipi,già frazioni e già Circoscrizioni ad autonomia speciale,il 4° e il 5°,attribuire funzioni,prerogative e competenze uguali a quelle attribuite per legge ai Comuni di pari entità demografica,nel rispetto della previsione regolamentare”.

Giuseppe Anaclerio

Presidente dl Comitato per l’Autonomia di Carbonara,Ceglie dl campo e Loseto

 

 


Pubblicato il 9 Maggio 2018

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