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Decentramento mancato: piccoli municipi, piccoli gettoni e tanto disinteresse

Sta diventando un vero e proprio “refrain”, quello dei rappresentanti delle Istituzioni locali, che siano Sindaco di Bari o rappresentante del Governo e cioè il Prefetto in persona, ignorare le questioni legate al decentramento amministrativo relegato nel più buoi dei meandri della pubblica amministrazione. Pur chiamati in campo nell’arcinota vicenda del decentramento mancato al Comune, primo cittadino e Prefetto fanno finta non esista una questione spinosissima, dati i ritardi collezionati dall’amministrazione Decaro e sollevata nuovamente dal Comitato di quartiere Carrassi/San Pasquale che s’è rivolta da mesi e senza esito a Sindaco e Prefetto, chiedendo un incontro ufficiale. Ma tutti fanno orecchie da mercante, anche se dopo l’ultima missiva del Comitato, Antonio Decaro aveva risposto, appunto, sulla mancata attuazione del Regolamento in materia di decentramento amministrativo. Una risposta, però, troppo <<generica e insoddisfacente>> per l’ex presidente della VI Circoscrizione e presidente del battagliero comitato di quartiere, Leonardo Scorza. Motivo? <<Se paragoniamo la argomentazioni addotte sulla materia dei Lavori pubblici, emerge evidente che il primo cittadino non esita a eludere il merito a quanto esposto e documentato con i nostri allegati>>, ricordando come le argomentazioni addotte dal primo cittadino sanciscano una cosa e una cosa soltanto: il rinvio a data da destinarsi dell’attuazione di questa materia regolamentare affidata alle iniziative del Consiglio Comunale. A sostegno di questa situazione di stallo di cui si sono fatti paladini Leonardo Scorza, Enzo Madetti e tutti i cittadini del comitato Carrassi/San Pasquale, la risposta evidenzia un rapporto densità demografica/personale (senza indicarne la fonte e la data di rilevamento) in cui Bari risulta occupare una posizione di coda con 1 dipendente ogni 172 Abitanti. E nulla dice la risposta del Comune, per esempio, sulle precisazioni riportate nella diffida su Attività Culturali e ricreative, Attività Sportive, Scolastiche e Parascolastiche che, come per i Servizi sociali, non presentano alcun riscontro sul civico Bilancio con importi divisi per Municipio. Quindi anche su queste funzioni i Municipi – dopo l’approvazione del civico bilancio – non sanno di quanto disporre per esercitare la loro capacità di programmazione afferente ai bisogni dei territori risultando quindi privati di autonomia gestionale. E non basta. Nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche gli importi per gli interventi di manutenzione e strutturali sono divisi per Municipio. E cosa dire della mancata attuazione dell’Art. 60 ( Bilancio Partecipato) e dell’Art.61 (Gestione del Nucleo di Polizia Municipale) cui la risposta non fa nemmeno cenno. Si adducono motivazioni di legislazione nazionale che impediscono il completamento del personale necessario all’attuazione del Decentramento rinviando a future Decisioni del Dipartimento della Funzione Pubblica del Governo nazionale, in merito alla distribuzione del personale delle ex provincie, cui il Comune di Bari ha presentato il proprio fabbisogno senza che della cosa si abbia riscontro nel Piano Triennale delle risorse umane allegato al civico Bilancio. Ma sul decentramento mancato al Comune di Bari, cioè sui piccoli municipi che stanno ricalcando tranquillamente le orme delle vecchie circoscrizioni-macchine mangiasoldi, con presidenti e piccoli consiglieri interessati solo e soltanto a mettere parte stipendi e piccoli gettoni di presenza, tutto tace…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 12 Aprile 2018

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