Cultura e Spettacoli

Declassato, il glorioso Lombardo andò a fondo

A poca distanza dall’isola di San Domino, nell’arcipelago delle Tremiti, ad un profondità compresa fra i 4 e i 16 metri, giacciono i resti di una nave passeggeri colata a picco nella notte tra il 12 e il 13 marzo 1864. Occuparsene nel 150enario dell’Unità d’Italia assume un valore particolare poiché il relitto in questione è quello del famoso ‘Lombardo’, una delle due navi con cui i Mille sbarcarono a Marsala. Si trattava di un piroscafo di 729 tonnellate con ruote a pale, dotato anche di vele quadre e che era stato varato nel 1841. Acquisito dalla Compagnia Rubattino, il Lombardo fu noleggiato nel 1855 dal Regno di Sardegna per trasportare truppe in Crimea. Fu poi ‘utilizzato’ da Garibaldi,  ufficialmente con un colpo di mano realizzato da Bixio e un manipolo di camicie rosse ; in realtà c’era stato un accordo sotto banco tra il Generale e il direttore della società armatrice, Giovanni Battista Fauché (se non tra lo stesso e le massime autorità sabaude, attente ad evitare pericolose complicazioni diplomatiche con Gran Bretagna e Francia che tacitamente tolleravano l’operazione ). Nel corso del famoso sbarco dell’11 maggio 1860 l’imbarcazione si arenò. Rimase così incagliata fino al luglio dello stesso anno, quando gli stessi garibaldini provvidero a liberarlo e a farlo rimorchiare sino all’Arsenale di Palermo. Rimesso in codizioni di navigare, fu iscritto nella Marina Siciliana Garibaldina (previo rimborso di 750mila lire alla Società Rubattino). Con decreto del 5 ottobre dello stesso anno Garibaldi dispose che il Lombardo insieme al Piemonte (l’altro piroscafo che prese parte alla spedizione dei Mille) venisse “preservato in memoria dell’iniziativa del popolo italiano”. E invece, con grave scorno dell’Eroe dei due mondi, la nave passò al servizio della Regia Marina Italiana svolgendo anche servizi umili, come trasportare detenuti e truppe. E fu proprio mentre da Ancona trasferiva soldati a Manfredonia e galeotti al Bagno Penale delle Tremiti che, complice una tempesta, colò a picco a largo dell’isola di San Domino ; nell’affondamento nessuno perse la vita. La fine del Piemonte fu anche più grigia. Catturato dalla Real Marina del Regno delle Due Sicilie, dovette raggiungere Napoli. E lì rimase a languire sino alla radiazione avvenuta nel 1861. Cinque anni dopo, ancora in spregio a quanto decretato dal Generale, fu demolito. Tornando al relitto del Lombardo, esso costituisce per i subacquei una buona opportunità. La scarsa profondità, la buona visibilità, l’assenza di correnti e reti – segnala relitti.it., il sito dei relitti marini – giustifica l’immersione, almeno per l’interesse storico (quello fotografico e biologico sono rispettivamente classificati ‘discreto’ è ‘scarso’).
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Pubblicato il 12 Luglio 2011

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