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Decreto enti e società pubbliche, cosa può cambiare in Rai

(Adnkronos) – Via libera del Consiglio dei ministri al decreto che interviene su enti e società pubbliche, provvedimento che potrebbe incidere anche sulle decisioni in Rai e sul futuro dell'attuale ad, Carlo Fuortes. La norma interviene sul limite di età entro cui scatta il pensionamento dei direttori delle fondazioni liriche, fissandolo a 70 anni. 
MINISTERO CULTURA – "Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge contenente norme riguardanti gli incarichi all’interno delle fondazioni lirico-sinfoniche. L’intervento normativo nasce da una generale esigenza di riordino di una materia segnata da evidenti incongruenze nella determinazione dell’età della pensione per i sovrintendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche. C’erano, infatti, limiti diversi a seconda della provenienza e della nazionalità del soggetto. Una situazione che di fatto discriminava i cittadini italiani". E' quanto si legge in un comunicato stampa del Ministero della cultura. "Una prima differenza veniva fatta tra chi era già dipendente degli enti lirici, che poteva restare in carica, anche se pensionato, fino a 70 anni, e gli altri pensionati, ai quali invece si applicava il generale divieto di conferimento di incarichi nelle Pubbliche Amministrazioni – si legge ancora nella nota del Mic- Per coloro, invece, che ricevono una pensione all’estero o comunque non percepiscono alcun trattamento pensionistico in Italia non si applicava alcun limite di età. Vale la pena ricordare che per la generalità dei dipendenti pubblici, inclusi i dirigenti dello Stato, il limite massimo è di 65 anni, che al ricorrere di alcune condizioni può arrivare a 67. In ogni caso il limite massimo è di 70 anni, come per i magistrati e i docenti universitari". "La norma di legge approvata oggi dal Consiglio dei Ministri interviene in più direzioni, ripristinando il principio di eguaglianza all’interno delle fondazioni liriche – spiega ancora la nota – Da un lato consente di conferire incarichi a tutti, pensionati e non, fino a raggiungimento della soglia dei settant’anni. Dall’altro fissa il limite ordinamentale inderogabile di settant’anni per la carica di sovrintendente. Al raggiungimento di quell’età, il contratto si risolve di diritto. Infine, viene dettata una disciplina transitoria per chi ad oggi ha già raggiunto quel limite, al fine di consentire un’ordinata transizione e al contempo il ricambio generazionale", conclude. 
PD – "Con la norma ad personam approvata dal consiglio dei ministri per estromettere dal teatro San Carlo di Napoli il sovrintendente Stéphane Lissner per ‘offrire il posto’ all’attuale amministratore delegato della RAI Carlo Fuortes, il governo Meloni ha toccato il fondo. Il Partito Democratico si batterà in Parlamento e nel Paese per difendere l’articolo 21 della Costituzione. È essenziale, e ne va della sua sopravvivenza, che il servizio pubblico garantisca i punti di vista diversi, culturali e politici", affermano Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione parlamentare di Vigilanza Rai e Sandro Ruotolo, responsabile Informazione della segreteria nazionale del Pd. "Ci opporremo come Partito Democratico, con tutte le nostre forze, all’occupazione della Rai e al giro di nomine che si preannunciano con organigrammi già confezionati dalla maggioranza parlamentare. La Rai è un’azienda pubblica patrimonio di tutti gli Italiani ha un Cda in carica e pienamente operativo. Quello della destra è il tentativo di un colpo di mano sulla libertà e l’autonomia della più grande azienda culturale del Paese".  —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)


Pubblicato il 4 Maggio 2023

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