Cronaca

Delibere e cultura, niente di nuovo: riecco ‘i giochi di palazzo’….

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Antefatto: Nicola Pignataro, noto attore comico barese, comunica che ha inviato al primo cittadino due “raccomandate con ricevute di ritorno” ed una “raccomandata a mano” consegnata da lui stesso alla segretaria personale. Ebbene, l’illustre Signor Sindaco ha risposto con un eterno silenzio. Allora, come promesso, dal 4 Maggio inizierà la serie di spettacoli della rassegna: ultime risate a prezzi di svendita. Primo atto: alla ricerca del santo grill di e con Nicola Pignataro, lo spettacolo sarà comicissimo come sempre. Adesso, finalmente, il pubblico potrà assistere al faccia a faccia tra il capocomico Nicola Pignataro e il sindaco Michele Emiliano, del quale uno scenografo ha costruito una sagoma in scala uno a uno. Speriamo di riuscire a far capire dettagliatamente tra una risata e l’altra, quelli che sono stati i motivi che hanno indotto il glorioso Teatro Purgatorio al proposito suicida! Programma: Sabato 4 Maggio ore 18 e ore 21 – Domenica 5 Maggio ore 18 e ore 21 Martedì 7 Maggio ore 21 e Mercoledì 8 Maggio ore 21. Prezzi: Sabato e domenica Euro 3,50 – Feriali Euro 2,50. Infotel: 080.5796577 – 334.7776111.- A questo punto conviene aiutare il buon Pignataro perché, come dice lui stesso, ….. Infatti, come fa sapere ancora Pignataro, un consigliere comunale, Giuseppe Cascella, gli ha telefonato dicendo di aver saputo nel palazzo comunale che l’illustre signor Sindaco non ha risposto alle raccomadate dello stesso Pignataro perché queste erano piene (letterale) di “gasteme”. <(di cui Le allego copia) pervenutemi dalla Ripartizione Sviluppo Economico, con le quali mi si ordina, essendo il sottoscritto legale rappresentante dell’ Ass. Cult. “Il Cabaret”, che gestisce il Teatro Purgatorio, di adempiere, per quanto concerne, alle verifiche ex art. 4 comma 1 lettera “e” del D.P.R. 311 del “28 maggio 2001”.  Verrebbe subito voglia di chiederLe, beninteso con il massimo rispetto, innanzitutto: perché ce lo si dice proprio adesso, dopo più di undici anni? Esattamente pochi mesi dopo aver chiesto sacrosantamente quello che ci era dovuto con una civile manifestazione, tanto da far sembrare la cosa come una punizione o, peggio, un atto di ritorsione. Lo sa signor Sindaco che mi ci vogliono circa 60.000 euro (e Madonna!)  per fare tutto con ordine? E poi, Lei ha davvero valutato con scienza e coscienza gli effetti sociali che  derivano da tale ordinanza? Perché vede signor Sindaco, per dirla  nuda e cruda, il mio beneamato Comune sta mettendo me e gli altri gestori teatrali cointeressati  alla faccenda, praticamente in braghe di tela, pensi che ci hanno dato solo tre mesi per fare dei lavori che necessitano di tempi di gran lunga maggiori! Difatti, quali possibilità abbiamo di superare  la pletora di controlli cui saremo sottoposti nella seconda decade del maggio venturo? Parliamo di: adeguamenti agli impianti elettrici e tecnologici, ai sistemi d’allarme, agli impianti di rivelazione e segnalazione degli incendi, agli obblighi sui materiali di rivestimento e arredo, sin qui siamo ancora nell’alveo del ragionevole. Ciò che  fa letteralmente cadere le braccia è la girandola pazzesca delle dichiarazioni di conformità e di accessibilità,  dei  rapporti di verifica e di collaudo, degli atti di notorietà, dei piani di  manutenzione, dei registri di ispezione, dei controlli periodici e non periodici; dei certificati di denuncia, agibilità, omologazione, collaudo statico, valutazione del rischio e chi più ne ha più ne metta; tutte scartoffie, si badi bene, che necessitano per essere prodotte dai competenti uffici di ulteriori scartoffie, che  pertanto andrebbero ad accumularsi le une sulle altre come in un’infernale gioco di scatole cinesi. Ora, spero sia almeno lecito chiedersi a che pro, proprio in questo tempo particolare, tanto sadismo burocratico nei confronti di pacifici imprenditori dello spettacolo? Io sono un signore di una certa età, posso dire con orgoglio che da molti lustri rappresento onorevolmente la nostra Puglia e la Città di Bari (che è anche la Sua) in Italia e nel mondo, senza contare le tasse regolarmente versate all’Erario, le bollette pagate entro le scadenze con non pochi sacrifici, nonché l’indotto economico che un teatro come il mio produce per la città di Bari, essendo conclamato polo d’attrazione per migliaia di forestieri. Mi si obbietterà a questo punto che la legge è legge e che, burocrazia o no, bisogna adeguarvisi. Ma è proprio questo il punto: perché  non mi si dà la possibilità finanziaria di mettermi al passo con le norme vigenti, così come ad altri miei colleghi è stato benignamente concesso? Forse perché il mio teatro non rientra in quelle “strutture radicate sul territorio e significative del panorama culturale cittadino”, così come recita la sciagurata delibera n. 895, da Lei scritta e “frettolosamente” approvata dalla Sua Giunta nei pressi del Capodanno 2011? Delibera sulla quale Lei ammise pubblicamente che avrebbe fatto “giustizia”?  Si vuole altresì dire che il mio teatro è tutt’altro che radicato in città? E che il pubblico mio e del Teatro Purgatorio, cioè il pubblico dei baresi e non, che durante tutti questi anni ha applaudito me e i miei attori, è un pubblico di serie B, essendo avulso da qualsivoglia panorama “culturale”? Lei, signor Sindaco, che è uomo colto e peraltro un ex magistrato, vuole spiegarmi per favore e in termini stringenti di Diritto, la discriminante che ha decretato l’offesa verso il teatro Purgatorio e gli altri piccoli teatri di Bari, offesa che causerà la successiva disoccupazione per gli uomini e le donne delle Compagnie teatrali, mentre ad altri teatri ed altre Compagnie è stato consentito di accumulare il denaro, oggi necessario, per le modifiche richieste? Io, sia ben chiaro, lotterò legalmente ma fermissimamente contro questa ingiustizia! Fra poco se ne sentirà il boato, oh se si sentirà! Ho sempre avuto per regola ferrea la buona educazione e l’ossequio verso le Istituzioni e i suoi Rappresentanti, ma questa volta il buon Nicola Pignataro, che è arrivato integro alla venerabile età di 70 anni, si sente ingiustamente e tristemente offeso e maltrattato>>. Pure lui, però, solo ora si sente offeso in così malo modo da Comun, Sindaco e Istituzioni…?

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 3 Maggio 2013

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