Cultura e Spettacoli

“Delitto vista mare” in un rimessaggio barche di San Girolamo

“Delitto vista mare” (edizioni Marlin) è la bella ed intrigante fatica letteraria dell’avvocato e scrittore barese, il penalista Alessandro Florio. Si tratta di un giallo, molto ben strutturato, scritto con stile veloce ed inappuntabile. La trama: in un rimessaggio barche di San Girolamo (pertanto vicino al mare che è uno dei silenziosi protagonisti), viene rinvenuto il cadavere di un uomo. Trattasi di omicidio, del quale è incolpata una sola persona, difesa dall’ avvocato Donnaroma (qualche affinità col portiere del Milan Donnarumma, solo un caso?). L’ avvocato, con scrupolo e senso pratico, svolge indagini difensive per scagionare l’ accusato e ci riesce, con un finale a sorpresa che chiaramente non vi diciamo. Un affresco di buon livello su Bari, lo stato della giustizia e sullo sfondo, come coprotagonisti il mare, appunto, e Margherita silenziosa e sfuggente compagna dell’ avvocato Donnaroma. Abbiamo intervistato l’autore.

Avvocato Florio, qual è la genesi del romanzo?

“E’ quella della discussione legata alla vicenda giudiziaria, raccontando storie che sono dentro quel recinto di mia competenza. Ho cercato e spero di esserci riuscito, di realizzare il binomio avvocatura- letteratura, l’ idea di fondo è questa. Del resto, per quello che fa, l’avvocato è un ricettacolo di storie e allora, aguzzando l’ ingegno e  la fantasia, qualcosa viene fuori”.

Nei gialli di vari autori baresi (Carofiglio, Genisi, e via discorrendo) Bari è sempre e solo lungomare, borgo antico, centro murattiano. Lei si allunga al Libertà. Possibile che Bari sia solo questa?

“Io avevo lo studio a Madonnella e quello è stato l’occhio mio sulla città. Il fatto al quale lei fa riferimento, probabilmente si deve perché agli autori piace descrivere le parti maggiormente belle della città. Con tutto  il rispetto che meritano, trovo difficile ambientare una storia a Poggiofranco o San Pasquale”.

Nel libro, senza cadere nel latinorum, lei usa spesso un lessico tecnico giuridico, perché?
“Ho scelto questa specie di rigorosità, senza eccesso, per essere il più possibile fedele a quanto accade nelle aule di giustizia, per realismo narrativo. Credo che il lettore debba conoscere, sia pur sommariamente, la differenza tra rito ordinario e abbreviato. Certamente, evitando il tecnicismo esasperato”.

In lei prevale l’avvocato o lo scrittore?

“Lo scrittore, ma mi piace la mia professione. Il mio ideale è l’ avvocato Donnaroma e l’ auspicio che mi faccio è diventare come lui. Quanto agli scrittori baresi giallisti, Carofiglio, che ho letto, è per me un grande stimolo”.

Buona lettura con l’ottimo “Delitto vista mare” di Alessandro Florio.

Bruno Volpe


Pubblicato il 10 Maggio 2019

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