“Denunciato dai proprietari, ma non ratificherò il protocollo del 2002”
“Sulla vicenda Teatro Petruzzelli sembra si stia consumando l’atto di una commedia dell’assurdo. L’ultima è che gli avvocati dei Messeni Nemagna (la famiglia proprietaria del teatro ndr) mi hanno denunciato, nel mio ruolo di sindaco metropolitano, per un presunto danno erariale legato alla mancata ratifica del protocollo del 2002. Protocollo dichiarato nullo da una sentenza della Corte di Appello. Per quanto mi riguarda, non ratificherò quel protocollo, a costo di rimettere il mio mandato. Né mi farò intimidire da chi ancora oggi vuole tenere la nostra città in ostaggio”. Così su facebook il sindaco di Bari e della Città metropolitana Antonio Decaro. Agli inizi di dicembre sulla vicenda infinta del teatro Petruzzelli sono state emesse due sentenze. Con una di esse i giudici hanno restituito alla proprietà alla famiglia, stabilendo però che gli eredi dei Messeni Nemagna paghino allo Stato i 43,5 milioni spesi per la ricostruzione del politeama incendiato nel 1991, una cifra difficilmente reperibile dalla famiglia.
“Devo ricordare ai baresi che quel protocollo, firmato a 11 anni dall’incendio che ridusse il Petruzzelli in macerie – prosegue Decaro – stabiliva che la Fondazione, dopo la ricostruzione con fondi pubblici, costata poi 43,5 milioni di euro, tra cui anche i soldi dei baresi, avrebbe dovuto pagare ai Messeni Nemagna un canone ‘scontato’ di 500 mila euro l’anno per 40 anni e poi riconsegnare il teatro alla famiglia. Una soluzione inaccettabile, considerato che il vecchio gestore pagava un canone di circa 100 mila euro all’anno. Nel 2002 non mi occupavo di politica, ma sono certo – afferma il sindaco – che non avrei mai firmato né ratificato un accordo secondo il quale gli oneri della ricostruzione sarebbero ricaduti sui cittadini mentre gli onori, anzi i guadagni, sarebbero rimasti in mano ai privati. Ma in virtù di cosa, alla luce di quanto accaduto – si chiede Decaro – oggi dovremmo riconoscere, oltre a tutti i costi della ricostruzione, anche un aumento del 500% del canone pagato prima dell’incendio? Dovremmo avallare l’inerzia dei privati nella ricostruzione? Tralasciare la mancata vigilanza sulla copertura assicurativa del teatro prima dell’incendio? Dimenticare che alcune parti dell’immobile costruito su suolo pubblico erano utilizzate per ospitare, tra l’altro, una stazione di carburante e un rimessaggio per le barche degli eredi?
Francamente – continua Decaro – qualcosa mi sfugge, ma mi chiedo come sia sfuggito a coloro che all’epoca, nel loro ruolo di amministratori locali, ministri, si sono fatti promotori di quel protocollo capestro.
Alcuni di loro oggi, anziché tacere saggiamente, continuano a rilasciare interviste sull’opportunità di tornare a quel protocollo.
Con l’aggravante che la nuova richiesta di canone della famiglia è di1 milione e 700 mila euro all’anno. In tutti questi mesi sono stato in silenzio nella speranza di trovare una soluzione che risolvesse definitivamente la questione della proprietà del teatro, ma di fronte ai ripetuti travisamenti della realtà operati dai legali degli eredi credo sia giusto dire con chiarezza alcune cose”.
“Gli eredi – sottolinea il sindaco – hanno voluto a tutti i costi mantenere la proprietà del teatro, contestando l’espropriazione, rifiutando, quindi, per le macerie del politeama, un indennizzo quantificato inizialmente in 16 milioni di euro che non sono bruscolini. Evidentemente il protocollo che mi accusano di non aver ratificato per loro risulta ben più conveniente. Se gli eredi vogliono andare avanti su questa strada, allora sono tenuti a restituire allo Stato i 43,5 milioni, lievitati a circa 50 milioni per gli interessi, che sono i soldi pubblici, ossia di tutti noi impiegati per la ricostruzione del Petruzzelli”.
Pubblicato il 5 Febbraio 2022