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Di Cagno Abbrescia con Emiliano, come Schittulli?

Uno dei protagonisti della politica barese della cosiddetta seconda Repubblica, che nell’immaginario collettivo aveva lasciato un ricordo positivo dei suoi due mandati consecutivi da Primo cittadino del capoluogo pugliese, ossia l’ex sindaco barese di centrodestra Simeone Di Cagno Abbrescia, martedì scorso – come è noto –  si è confrontato in un incontro pubblico, nel foyer del teatro Petruzzelli, con il governatore di centrosinistra della Regione Puglia, Michele Emiliano, che nel 2004 gli era succeduto sulla poltrona più alta di Palazzo di Città e che in passato era stato anche un acerrimo detrattore dell’operato sindacale di Di Cagno Abbrescia, senza peraltro risparmiargli pesanti critiche sul piano personale, oltre che politico. Come si ricorderà, Emiliano alle amministrative del 2009, da sindaco uscente al suo primo mandato, si scontrò con l’ex sindaco barese del centrodestra, Di Cagno Abbrescia, che si era ripresentato per quella carica, e lo slogan principale del centrosinistra di quella tornata elettorale barese fu “Indietro non si torna”. E difatti al ballottaggio la maggioranza degli elettori baresi nella cabina decise di non tornare indietro, confermando Emiliano sindaco. Nonostante ciò, nell’immaginario collettivo barese Di Cagno Abbrescia era rimasto come il sindaco che negli ultimi vent’anni ha meglio operato per la sua città e per questo era una figura politica molto considerata ed apprezzata sul territorio. Però, dopo la notizia di martedì scorso, ma soprattutto le indiscrezioni susseguitesi a latere di quell’incontro, in città molti di coloro che in precedenza vedevano Di Cagno Abbrescia come una delle figure politiche più apprezzate della vita politica cittadina sono rimasti alquanto sorpresi e spiazzati dall’aver appreso di un possibile “trasformismo” politico dell’ex sindaco barese di centrodestra, che dopo – da non dimenticare – è stato anche deputato di Forza Italia per due legislature. Quindi, di un possibile cambio di casacca di Di Cagno Abbrescia, che – secondo voci – si sarebbe accordato con Emiliano dopo qualche diniego romano a ripresentarlo candidato al Parlamento alle prossime politiche. Accordo, per altro, finora non smentito dall’interessato, che invece – sempre secondo voci – potrebbe essere in corsa per ottenere una nomina di prestigio dal governatore Emiliano in un qualche ente partecipato della Regione Puglia. In verità, tali indiscrezioni sembrano inverosimili, ma non improbabili. Infatti, dette indiscrezioni sono inverosimili se si considera che l’ex sindaco Di Cagno Abbrescia, oltre a non essere un politico di professione, è anche un imprenditore di primo piano che non ha certo bisogno di raccattare prebende di sottogoverno, mentre non sono improbabili se si considera il modo di agire di Emiliano in politica con taluni esponenti di parte avversa. Infatti, se risultassero fondate le indiscrezioni che stanno circolando sulle motivazioni che sono state alla base dell’incontro-confronto di Emiliano con Di Cagno Abbrescia, gli elettori pugliesi di centrodestra, e baresi in particolare, si troverebbero di fronte ad un ennesimo voltafaccia di figure emblematiche per quella parte politica che, una volta fuori dalle istituzioni, hanno tradito i colori  che in precedenza li hanno onorati, per dare manforte ad esponenti del fronte opposto che gli offrono prebende contingenti che la loro precedente collocazione non avrebbe potuto assicurargli. Insomma, ci troveremmo di fronte ad un ennesimo caso di trasformismo politico, compiuto in nome di un paventato perseguimento del “bene comune”, quando in ballo in realtà potrebbe esserci solo qualche banale “contentino” personale, che verosimilmente appagherebbe incolmabili egoismi e smisurata sete di potere. E, negli ultimi anni, di casi eclatanti che hanno visto autorevoli figure del centrodestra pugliese fare il salto della quaglia sul fronte posto se ne contano parecchi. Infatti, tra i più noti c’è sicuramente quello dell’ex presidente di centrodestra della Provincia di Bari, Francesco Schittulli, che, dopo essere stato nel 2015 uno dei principali contendenti di Emiliano alla poltrona di governatore, si è trovato appena qualche mese dopo la sconfitta ad approdare alla corte del vincitore. Ma in Puglia di esponenti eletti nel centrodestra, ed in quanto tali ritenuti di quella parte politica, che poi si sono “consegnati” ad Emiliano, vale a dire passati con il maggior leader locale del centrosinistra, finora ce ne sono stati parecchi. E quindi Di Cagno Abbrescia, se fossero fondate le innanzi dette indiscrezioni, non sarebbe il primo e, forse, neppure l’ultimo di quella serie di politici. Però, il suo “caso” – sempre se risulterà vero –  sarebbe sicuramente quello più clamoroso, oltre che ingiustificabile. E, per Emiliano, invece quest’ultima “conquista” potrebbe rivelarsi un clamoroso autogol perché, contrariamente a quanto recitava il suo slogan elettorale del 2009, dimostrerebbe inconfutabilmente che questa volta, a differenza dei suoi elettori baresi dell’epoca, a tornare indietro è lui in politica. E chissà che alla luce di ciò, alle prossime elezioni, la maggioranza dei baresi non decida di andare molto più avanti.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 23 Dicembre 2017

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