Cultura e Spettacoli

“Di niente e di vento“, la raccolta di poesie della pugliese Claudia Zuccarini

“Forse la definizione che il mare dà della conchiglia è la perla.Forse la definizione che il tempo dà del carbone è il diamante.” Diceva Gibran, rendendo in senso poetico ciò che nella natura e nei sentimenti umani viene reificato in qualcosa di prezioso. Questo avviene forse anche nelle opere della poetessa Claudia Zuccarini, e nel suo libro di poesie “Di niente e di vento” edito da Campi di carta, con le illustrazioni in acquerello dell’artista Chiara Anaclio. Un arcobaleno policromatico di emozioni impalpabili, di preziosa tecnica e delicata indagine esistenziale, tutta racchiusa in versi che rispecchiano il valore profondo degli affetti più autentici. Il libro è stato presentato di recente presso la libreria Roma a Bari, e si è classificato al primo posto del Premio ‘Raccontami’ al Buk Festival di Modena, nella sezione poesia.

Quale, dunque, la genesi di questo libro?

“Dopo aver vinto la menzione di merito ad un concorso di poesia, ho pensato di raccogliere tutto il materiale che avevo scritto in tanti anni, e dargli ordine in un libro, rappresentando un continuum, un flusso esistenziale tra affetti personali, figli ,amore,  esperienze di vita e il guardare oltre. Ma la prima sezione riguarda anche la condizione esistenziale in generale.”

Come si articola il processo di reificazione che queste poesie sembrano attraversare?

“ Molte di queste poesie sono dedicate  ai miei figli, o alle persone che amo. Scrivo di getto e poi lavoro di rifinitura. La mia passione per i gioielli, che mi piace realizzare, mi ha portato a identificare sentimenti e persone con pietre preziose. Sono nata a Grottaglie, in provincia di Taranto, una terra particolare per i suoi colori, che hanno sicuramente influenzato il mio modo di scrivere. La nostra terra ha un’agricoltura basata sulla cultura della vite e dell’ulivo, con i suoi profumi, che danno vita a sensazioni di diverso tipo. Siamo vicinissimi ad un mare caraibico. Sono attratta quindi molto dalle policromie della mia infanzia, come si evince dalla mia poesia, e soprattutto pongo molta attenzione alla luce e ai suoi effetti, ma questo avviene anche quando creo gioielli. La mia poesia è fortemente immaginifica e pittorica, cerco di rendere le sensazioni in maniera vivida, affinché si possano visualizzare come se fossero quadri. Le parole che uso sono come pennelli, adoro Caravaggio.”

Parliamo invece di tecnica…  

“ Ho lavorato particolarmente sullo studio dei lemmi, sulla musicalità, sulla costruzione del verso. Posso invertire il verbo, sostituirlo a seconda della sua funzione. Non mi fermo se il verso non scorre, e non avverto quella musicalità che mi porta a dire che c’è la sensazione giusta.”

Com’è nata la poesia dedicata a sua madre?

“Si tratta di un componimento molto recente ed è scaturito dalla riflessione sul rapporto che abbiamo recuperato negli anni. Spesso tra madre e figlia, soprattutto se si hanno grosse differenze caratteriali, si può arrivare allo scontro, diciamo che ci siamo comprese molto di più quando anch’io sono diventata mamma.Si è sviluppato un rapporto avvolgente. Ora riesco a guardare con tenerezza ad alcuni comportamenti che lei ha avuto nei miei confronti in passato, e che all’epoca non capivo.”

 Parliamo del modo di fare poesia, cosa è cambiato oggi?

“Viviamo in un mondo in cui la tecnologia ha fatto passi da gigante e tutto è cambiato in maniera molto rapida. Oggi l’approccio al testo è diventato molto ‘smart’, il pubblico non apprezza più testi lunghi né troppo complicati, preferendo ciò che è più fruibile, e di facile comprensione. Non abbiamo più tempo per riflettere, né per compiere quel lavoro di approfondimento necessario per comprendere la poesia. Esistono forme di linguaggio e di comunicazione diverse nella nostra epoca.”

 Pensa che la poesia stia scomparendo?

Credo che ogni epoca abbia bisogno della sua forma di poesia, di un canto della realtà che rifletta l’armonia che ci circonda.”

Cosa pensa delle tecniche estreme e incomprensibili della poesia moderna?

Temo che il rischio sia proprio quello di cadere nella banalità per inseguire a tutti i costi i modelli moderni. Prima di pubblicare il mio libro l’ho fatto leggere a persone di estrazione sociale diversa, per sondare la loro reazione. La mia ricerca linguistica è abbastanza accurata, cerco sempre di trovare un equilibrio tra ciò che è comprensibile senza diventare troppo fruibile. Ho sperimentato varie tecniche tra cui, per esempio, l’utilizzo dell’allitterazione, lo studio onomatopeico sulle ripetizioni che danno un senso di musicalità al verso, ma tutto deve essere alla fine comprensibile, anche dopo una terza o quarta lettura, perché se così non è, il testo diventa improponibile. Sicuramente nelle mie poesie traspare il mio amore per Giovanni Pascoli, anche se ho studiato letteratura poetica di ogni parte del mondo, arrivando poi al mio stile personale. Ho ricercato per ogni componimento un certo gioco stilistico. Oggi come oggi comunque è difficile proporre poesia, così come anche venderla nella maniera giusta.”

Quali sono i suoi gioielli più belli, metaforicamente parlando?

“Credo siano i miei figli, sono stati davvero un dono li ho accolti come fossero opere d’arte.”

Rossella Cea


Pubblicato il 11 Maggio 2022

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