Cultura e Spettacoli

Di Norba non ce n’è una sola

Norba Apula (sulle rovine della quale sorge la nostra Conversano) fu così chiamata dai Romani per distinguerla dalla coeva Norba Latina, i cui resti si collocano nel territorio di Norma, un piccolo comune della provincia di Latina. C’è stata anche una terza Norba : Norba Caesarina, città romana e corrispondente all’attuale Càceres, città della Spagna centro-occidentale, capoluogo dell’omonima provincia in Estremadura. Si ritiene sia stata fondata nel 25 a.C. dal Proconcole Caius Norbanus Flaccus là dove preesisteva un castrum romano. La fondazione si inseriva nell’ambito di un vasto programma di colonizzazione stabilito da Cesare e che prevedeva di dare o ridare vita a nuove città in Italia e nelle province, in particolare quelle dell’Hispania. Elevata al rango di “Colonia civium Romanorum”, la città venne battezzata Norbensis Caesarina, in onore del Proconsole e del Dittatore. A popolarla fu una colonia di veterani, secondo l’antico costume romano di ricompensare i soldati più anziani che si erano distinti in guerra con donazioni immobiliari (stando a Plinio il Vecchio, però, a popolare Norba Caesarina sarebbe stata parte della popolazione di Norba Latina dopo che questa era stata distrutta durante la guerra tra Mario e Silla. Norba Caesarina conobbe tra il I e ​​il III secolo un lungo periodo di prosperità che terminò con l’avvento della dinastia Severa. La città decadde nell’età visigotica, e finì per essere abbandonata intorno alla metà del V secolo. Il suo sito e le sue rovine non furono riutilizzate fino a dopo la conquista musulmana della penisola iberica. Tornando a Norba Apula, si racconta che tra i cunicoli delle sue rovine si nasconda un tesoro composto da una chioccia con pulcini in oro. La leggenda si colora di soprannaturale con altre chiacchiere: i “molti” che si sono avventurati in questi cunicoli avrebbero dovuto “tornare precipitosamente indietro”, terrorizzati non si capisce da cosa. La storia della chioccia e dei suoi pulcini d’oro è però interessante poiché questo soggetto è tipico della scuola orafa degli invasori che, scesi dal nord Europa, misero fine all’impero romano d’Occidente (è il caso di ricordare che nel museo della cattedrale di Monza è conservato un piatto d’argento dorato nel quale è raffigurata una chioccia con sette pulcini, risalente all’epoca di Teodolinda, regina longobarda vissuta tra il VI e VII secolo). Ebbene, poiché a distruggere Norba Apula furono i Visigoti durante l’invasione del 411, si può considerare l’idea che un condottiero visigoto morto in battaglia sia stato seppellito tra le rovine di quella città  con un ricco corredo funebre composto, appunto, da una chioccia e pulcini d’oro. – Nell’immagine, una rappresentazione pittorica del sacco di Roma ad opera dei Visigoti di Alarico nel 410.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 9 Aprile 2022

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