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Di Rella: “Minoranze imbavagliate”

Il presidente del Consiglio Comunale di Bari, Pasquale Di Rella, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo di Città ha presentato le sue dimissioni “irrevocabili” dall’incarico, spiegando le motivazioni che lo hanno spinto a maturare tale decisione.Sempre più nette le distanze che lo separano dalla maggioranza  di centrosinistra e in particolare dal partito democratico, partito nel quale egli stesso era stato eletto. Di Rella ha infatti dichiarato di non poter “più presiedere un Consiglio in cui chi ha vinto le elezioni vuole imbavagliare le minoranze con la forza dei numeri rimpolpati anche da chi non ha sostenuto il sindaco Decaro”.La decisione del presidente era nell’aria già da qualche giorno anche se “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, come lui stesso ha dichiarato, è stata la bocciatura, per ben due volte, della sua proposta di aumentare la frequenza e il numero di ore delle sedute consiliari e il loro spostamento al mattino, per consentire “lo smaltimento dell’arretrato”. Di Rella infatti aveva suggerito di “calendarizzare le sedute la mattina per ridurre i costi e produrre di più, tagliando in questo modo i costi della politica barese”. Aveva proposto di programmare cinque sedute del consiglio comunale nelle prime ore del mattino, per una durata complessiva di 42,5 ore da ricondurre a 40, in modo tale da eliminare gli straordinari del personale del comune. Inoltre le sedute consiliari mattutine avrebbero potuto evitare “le brutte figure di alcuni assessori che non avevano notizie precise da fornire in Aula per una trasparente approvazione degli atti da essi stessi proposti, notizie che non è stato possibile reperire durante le sedute fuori dall’orario di lavoro, quando il personale amministrativo era assente”. Tuttavia la sua idea è stata bocciata durante la Conferenza dei capigruppo con cinque voti contrari e quattro a favore.Di Rella, nel corso della conferenza, ha anche criticato l’atteggiamento del centrosinistra barese in aula: “Le prove muscolari – ha dichiarato – si fanno per strada e imporsi con la forza per imbavagliare le minoranze, è un modus operandi che non mi appartiene e che non condivido affatto, anche perché è in contrasto con qualsiasi forma di democrazia, quella democrazia che dovrebbe regnare sovrana nell’aula consiliare. Non approvo il comportamento di questa maggioranza, ma sono sempre disposto a sostenere tutte le proposte dalla Giunta che dovessero essere effettuate nell’interesse dei cittadini”.Di Rella ha poi sottolineato che Decaro è un buon sindaco e che non aveva invece alcuna intenzione di  esprimersi sull’operato di taluni assessori. Ha inoltre precisato di essere contrario ad  un “Consiglio divenuto una specie di ufficio burocratico-bis ormai ridotto a debitificio, a causa dei numerosissimi debiti fuori bilancio che è stato necessario approvare nel corso delle varie sedute, durante le quali il consiglio, tranne per due o tre argomenti qualificanti dal punto di vista politico, si è occupato essenzialmente di legittimare tali debiti per decine e decine di milioni di euro. Tra queste proposte di deliberazione – ha precisato – abbiamo riscontrato decine e decine di sentenze esecutive dimenticate nei cassetti, che hanno comportato notevoli danni erariali e il mancato utilizzo di somme di denaro nel sociale o in cultura”.Il presidente che ha lasciato il Pd e ha aderito al Gruppo misto, nel corso della conferenza ha anche ricordato di essersi dimesso già nel mese di novembre del 2016, ma di aver revocato le sue dimissioni solo dopo aver ricevuto valide rassicurazioni “sull’accelerazione nell’attività amministrativa”. Tutto questo però non si è mai riscontrato e la svolta desiderata non solo non si è mai verificata, ma non ha neanche prodotto i risultati sperati, visto l’ulteriore “peggioramento nel funzionamento della macchina amministrativa e i non buoni rapporti tra Giunta e Consiglio ancora oggi esistenti”.Di Rella ha concluso affermando che resterà nel Gruppo Misto e non aderirà ad altri gruppi politici fino alla fine della Consiliatura.

 

Marina Basile


Pubblicato il 5 Gennaio 2018

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