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“Di Venere” in agonia, aspettando l’ennesima ‘audizione’ in commissione

 

 

“Posti letto e barelle esauriti, pazienti ammassati e personale allo stremo. Quello che sta accadendo negli ospedali baresi, in particolare al di Bari/Carbonara, lede la dignità del paziente e l’immagine della struttura e dell’intera sanità in Puglia. Mi sembra abbastanza per richiedere l’audizione del direttore generale della Azienda sanitaria locale di Bari in Commissione Sanità”. Lo dichiara tutto d’un fiato il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli che sull’argomento procede a carro armato. “Si percepisce – prosegue il consigliere pugliese – la chiara e netta sensazione della mancanza di una guida certa all’interno della sanità pugliese, fino a trascurare persino strutture di primaria importanza. Ed Emiliano continua a trattenere la delega per sé, senza rendersi conto del danno che sta producendo al servizio pubblico più importante e delicato erogato dalla Regione. Con il piano di riordino, poi, c’è la preoccupazione che la situazione possa ancora peggiorare, se possibile. Così come, lo ribadiamo, nessuno si è preoccupato di riorganizzare la rete ospedaliera per alleviare i disagi prodotti dall’entrata in vigore della normativa europea sui turni dei medici. Non possiamo tollerare altro -conclude Damascelli- e l’audizione sarà l’occasione per avere contezza sulle soluzioni proposte dalla direzione generale della Azienda sanitaria locale”. Ma la situazione drammatica in cui versa l’ospedale alla periferia sud di Bari non può attendere altre audizioni o chiacchiere varie, dato che da anni è iniziata un’azione di demolizione mirata. Verrebbe da dire ‘chirurgica’, per non sbagliare, con l’obiettivo di arrivare a depotenziarlo e forse anche chiuderlo, nonostante i milioni di euro spesi per appalti e lavori destinati ad aprire reparti nuovi che, però, al di Bari/Carbonara non aprono mai. Ma non basta. Nessuno dice che la situazione sta precipitando, come forse non ha il coraggio di affermare il consigliere Damascelli. E che da tempo immemore i degenti del reparto di Medicina (dove peraltro in queste ultime settimane s’è diffusa una epidemia influenzale) sono costretti a convivere con quelli di neurolologia, sempre in attesa di un reparto che però, come detto, non apre mai. Un ospedale in crisi perenne, dunque, dove la Dermatologia praticamente non esiste più, la Chirurgia è ridotta a un vero e proprio ‘lazzaretto’, con solo una quindicina di posti letto, da più del doppio che erano, quando il rappresentava un nosocomio di riferimento in Terra di Bari (non solo) coi suoi circa settecento posti letto. Attualmente ridotti a meno di duecento, con gli occhi dei padroni della sanità rivolti solo a tutelare interessi poco chiari attorno all’ex ospedale di riferimento che –ma tanto tanto tempo fa – richiamava coi suoi rinomati chirurghi dalla Campania, Lucania e dalla Calabria, facendo concorrenza al di Napoli e al Policlinico Consorziale di Bari. Mentre ora sono piene solo le barelle all’ingresso al piano terra, in attesa si liberi qualche posto letto, nell’assenza di un capo della giunta regionale che, sempre più tronfio ed egoista, continua a ripetere che lui non vuole nominare un assessore per non consegnare la sanità pugliese alle mafie e ai suoi loschi interessi, come accaduto in passato…una dichiarazione di resa totale, senza nemmeno patteggiamenti. Peggio di così…

 

Francesco De Martino 


Pubblicato il 21 Gennaio 2016

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