Dieci, venti, trenta dipartimenti…e la sanità affonda tra manager, stipendi e burocrazia
Per 'Azione' bisogna debellare lo scandalo della moltiplicazione costosa dei dipartimenti inattivi
Se la burocrazia rappresenta il maggior ostacolo-spauracchio per chi si rivolge all’amministrazione pubblica, figurarsi cosa succede nel campo della pubblica sanità, quando quella stessa burocrazia diventa un vero mostro. Anzi, un’Idra a mille teste, spesso imbattibile e sfuggente. “Va debellato lo scandalo della moltiplicazione costosissima e senza senso di dipartimenti e direttori, senza peraltro monitorare l’attività – spesso inesistente e non verbalizzata – in violazione dei regolamenti delle aziende sanitarie”, attaccano il consigliere/commissario di ‘Azione’ Fabiano Amati, i consiglieri Clemente e Mennea e il responsabile-sanità, Nestola. Pronti ad apprezzare l’attività di monitoraggio avviata dalla stessa Giunta regionale, insistono comunque per un emendamento da aggiungere alla proposta di legge istitutiva dell’AziendaZero, necessaria ad abbattere “…ingranaggi di potere, certamente non funzionali alle cure migliori”. E infatti nella volontà del legislatore, i dipartimenti dovevano servire a connettere branche omogenee e cioè l’assistenza territoriale con quella ospedaliera, il superamento di disfunzioni, la lotta ai tempi lunghi e a degenze inutili. La realtà, invece, si traduce in un moltiplicarsi di dipartimenti, violando gli scopi di partenza, per cui, all’aumento costoso dei dipartimenti, conseguono compartimenti-stagni e chiusure tra le diverse branche omogenee di cui sopra e, quindi, difficoltà enormi a collaborare e scambiare esperienze tra territorio e ospedale, ma anche e soprattutto tempi lunghi di attesa. Il tutto ampiamente documentato con dati e atti. “In poche parole: all’aumento dei dipartimenti, consegue l’aumento dei problemi che la loro istituzione dovrebbe risolvere. Alla fine, un clamoroso gioco di potere, entro cui si fronteggiano ambizioni e diatribe, regolate con criteri ampiamente discrezionali”, ricamano Amati e compagni. Consapevoli che la legge prevedeva espressamente solo e soltanto tre dipartimenti: emergenza sanitaria, prevenzione e salute mentale, lasciando supporre che altri dipartimenti potessero essere istituiti con criteri rigorosi, a tempo ristretto e con motivazione granitica. E invece no. Nessuna moderazione; basti pensare che nell’Azienda Sanitaria Locale più grande della regione Puglia, quella di Bari, si passa da una già abbondante dotazione di tredici dipartimenti, all’esagerazione di venticinque. Il tutto nel giro di pochissimo tempo. “Per questo e altro, presenteremo un emendamento alla nostra proposta di legge istitutiva di AziendaZero, finalizzato a bloccare la pratica moltiplicativa dei dipartimenti e a regolarne l’istituzione in numero e funzioni in base a principi di efficienza. Avendo, peraltro, cura di stabilire norme di responsabilità sui risultati da raggiungere a carico dei nominati, pena la decadenza dall’incarico e la mancata erogazione dell’indennità aggiuntiva. Insomma, tutto ciò che ogni cittadino farebbe, compresi i beneficati dagli incarichi, nel caso i soldi da impiegare fossero propri”, l’impegno di ‘Azione’ per evitare – …o perlomeno limitare – disservizi, ritardi e omissioni legati alla gestione del potere e non delle cure, nel già fin troppo bistrattato settore sanità, in Puglia.
Francesco De Martino
Pubblicato il 11 Agosto 2023