Cronaca

Digeronimo, fuori dal consiglio ma non dalla politica

Il pm barese Desirèe Digeronimo, ora in servizio a Roma, dopo la sentenza del Tar Puglia che ha annullato la sua elezione al consiglio comunale di Bari, è fuori (per ora) dall’aula “Dalfino”, ma non dalla politica. A confermare l’impegno di voler continuare ad occuparsi di politica anche fuori dal Palazzo è stata la stessa, ormai ex, consigliere comunale barese, durante un apposita conferenza stampa tenutasi nella sede di via De Rossi del “Movimento Puglia”, l’associazione politico culturale di cui Digeronimo è il principale esponente di riferimento. Insieme a lei, al tavolo dei relatori, era seduto il portavoce del “Movimento”, Roberto Varricchio, oltre ai segretari, cittadino e provinciale dell’associazione civica, Paola Cristiano e Savino Lasorsa. L’incontro, che doveva servire ad aggiornare i rappresentanti dell’informazione locale sui motivi dell’iniziativa di ricorrere in appello contro la decisione dei giudici amministrativi di piazza Massari, è stato anche occasione per l’interessata di illustrare l’attuale posizione del “Movimento” nello scenario politico pugliese, in vista delle prossime regionali. Una posizione che al momento è di assoluta autonomia, ma anche di rigorosa equidistanza da entrambe le principali coalizioni. E, quindi, anche di attesa sugli sviluppi che si produrranno nel panorama politico regionale e nazionale. Infatti, prima di entrare nel merito della vicenda giudiziaria amministrativa che la riguarda, Digeronimo ha dichiarato che l’associazione “Movimento Puglia” segue con attenzione gli sviluppi delle modifiche alla legge elettorale pugliese che la Regione si accinge ad approvare, poiché uno dei principali obiettivi programmatici del suo “Movimento” è quello di facilitare concretamente l’accesso nelle assemblee   istituzionali elettive alle donne impegnate, o che si vogliono impegnare, in politica. Quindi, uno dei punti essenziali del programma del neonato “Movimento Puglia” è quello di perseguire una maggiore presenza femminile nei consessi istituzionali elettivi e quindi, in definitiva, un riequilibrio di genere nella gestione della vita pubblica. In merito all’esito del ricorso presentato dal primo dei non eletti della “Lista Schittulli”, Gianlucio Smaldone, ed accolto dal Tar la scorsa settimana, la ex pm antimafia della Procura di Bari ha reso noto di aver già presentato, con riserva sui motivi, appello al Consiglio di Stato, pur senza ancora conoscerli, poiché trattasi di questione esclusivamente di diritto. Appello, ha precisato Digeronimo, accompagnato da una richiesta urgente di sospensiva degli effetti della sentenza, considerato che, in caso di riforma della sentenza di primo grado da parte dei giudici romani di Palazzo Spada, le conseguenze (amministrative e politiche) temporaneamente prodotte potrebbero essere gravi ed irreparabili. Sempre in merito alla sentenza del Tar Puglia che l’ha estromessa dal consiglio comunale, Digeronimo ha chiarito che l’interpretazione data dai giudici amministrativi baresi al comma 7 dell’articolo 3 della legge elettorale è stato di senso opposto a quello applicato dalla commissione elettorale presso la Corte d’Appello del Tribunale di Bari, che evidentemente aveva invece ritenuto, in via di principio, di uniformare l’esito della propria attività di verifica e controllo ai più recenti orientamenti giurisprudenziali del Supremo Organo di giudizio amministrativo. Infatti, ha spiegato sempre la leader del “Movimento Puglia”, Digeronimo, un suo mancato ingresso in consiglio da candidato sindaco non eletto che ha ottenuto più del 3% dei consensi produrrebbe un paradosso giuridico nell’interpretazione della norma elettorale sullo sbarramento del 3%, poiché nell’assemblea comunale siederebbero rappresentanti di partiti con meno del 3% di voti e ne resterebbero fuori i candidati sindaci non eletti che hanno ottenuto sul proprio nome un consenso superiore a tale percentuale di voti. Infatti, Digeronimo ha fatto pure presente che nel ricorso d’Appello è stata anche sollevata un’eccezione di incostituzionalità della norma elettorale. Questo l’aspetto giudiziario del ricorso. Quello politico, invece, non è certamente meno grave, se – come ha evidenziato il portavoce del “Movimento Puglia” Varricchio – si considera che il coordinatore provinciale del “Movimento Schittulli”, il consigliere regionale Davide Bellomo, ha recentemente sferrato un duro ed ingiustificato attacco personale nei confronti della Digeronimo. Infatti, ha chiarito lo stesso Varricchio, le dichiarazioni rilasciate giovedì scorso dalla Digeronimo a margine del contenzioso elettorale non sono state né un attacco personale al presidente uscente della Provincia di Bari, né tantomeno un risentimento specifico nei confronti dell’omonimo gruppo politico da lui rappresentato, per la vicenda giudiziaria in corso, ma la risposta politica ad un’ipotesi di sostegno ad una candidatura che, per Digeronimo, non rappresenta alcuna proposta innovativa rispetto al passato ed alle vecchie logiche della politica. Per la cronaca, facciamo presente che all’incontro stampa del “Movimento Puglia” è intervenuto, in veste di semplice auditore, il presidente del consiglio comunale di Bari, Pasquale Di Rella (Pd), che già qualche settimana fa aveva assistito alla conferenza di presentazione del “Movimento Puglia” della Digeronimo. Che si sia trattato di una semplice casualità? Ci credono in pochi.      

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 26 Novembre 2014

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