“Dilexit te”, primo documento ufficiale di Magistero di Leone XIV
Un testo di continuità con il pontificato bergogliano e la dottrina sociale della Chiesa

“Dilexit te” (ti ho amato) è il titolo del primo documento ufficiale di Magistero del pontificato di Leone XIV ed è sotto la forma, meno solenne, ma altrettanto importante, della Esortazione Apostolica, cioè un invito del Papa. Di fatto pesca a piene mani nella dottrina sociale della Chiesa e privilegia i poveri e gli emarginati che sono poi i soggetti ai quali la dottrina sociale dedica spazio e attenzione privilegiati, San Lorenzo li chiamerà i gioielli della Chiesa. È un testo che va in continuità col precedente pontificato bergogliano, ma con tutta la tradizione della Chiesa in genere in quanto l’amore per i poveri non è parte di un Papa o dell’altro, ma è insito nel Vangelo. In ogni caso, Papa Leone XIV ha completato, anche materialmente, un testo che aveva iniziato e non finito il suo predecessore. In questo documento troviamo quello che Papa Prevost chiama: “La sofferenza degli innocenti”. È un invito alla giustizia sociale e alla equità la cui mancanza per il Papa è: “La radice di tutti i mali”. È un testo di 121 punti che sgorga dal Vangelo e rilancia il Magistero della Chiesa. Naturalmente è sul solco pieno dei predecessori e non a caso il testo è stato firmato nella festa di San Francesco. Nella Esortazione si leggono i volti della povertà, anzi delle povertà, materiali ed esistenziali. ” Di chi non ha sostentamento materiale ed è socialmente emarginato”, ma si parla di povertà morale, spirituale e persino culturale. Il Papa affronta saggiamente le nuove povertà, sempre attuali e pur antiche e sostiene che sono insufficienti i mezzi e i metodi per rimuovere le cause della povertà. Importante il riferimento a quella che egli chiama: “L’ economia che uccide” anzi sostiene che è in atto: “Una dittatura della economia che uccide” in un mondo nel quale le differenze tra ricchi e poveri, tra Paesi opulenti e senza risorse, aumentano sempre più e con rigore ricorda i danni fatti da: “Ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria”. Papa Leone si riferisce anche ad un altro classico del pontificato bergogliano, la: ” Cultura dello scarto”. E allora che fare? Bisogna cambiare la mentalità e trasformarla ricordando che la vita non va incentrata solo su potere, successo e ricchezza. Un riferimento ai migranti nei quali si veda il volto del Dio che bussa ed ogni respingimento equivale a respingere il Signore che passa. Un paragrafo è dedicato alle donne vittime di violenza ed esclusione, alle ipotesi di malnutrizione e ricorda che i poveri non sono poveri per caso e in alcuni casi sono gli stessi cristiani a lasciarsi contagiare da: “Atteggiamenti segnati da ideologie mondane o orientamenti politici ed economici che portano ad ingiuste generalizzazioni e conclusioni fuorvianti. Critica nei riguardi di quel sentimento anticristiano che è la indifferenza degli stessi credenti verso i poveri e ricorda: ” Chi dice di amare Dio e non ha compassione per i bisognosi mente”. Nel testo un invito alla educazione e alla istruzione e l’ammonimento che i poveri non sono un problema sociale, ma il centro della Chiesa. I poveri sono il centro della Chiesa”. Come definire questo documento indubbiamente nato sotto la influenza di Francesco, ma assolutamente condiviso da Papa Leone? Un saggio concentrato di dottrina sociale della Chiesa, un invito a rispettare i poveri, e soprattutto a non considerarli un peso. Buon ultimo un invito ad una economia umana che non metta da parte i bisognosi, a livello individuale e di Stato. Non è comunismo comunque qualcuno borbotta, ma assolutamente coerente col Vangelo e la sua predilezione per i poveri. Papa Leone XIV aveva scelto questo nome in continuità con la dottrina sociale della Chiesa e l’attuale esortazione, piena di Bergoglio, lo dimostra e smentisce chi facilmente aveva pensato ad una rottamazione del papa argentino. Rimane la freschezza della Chiesa e la dimostrazione che non esistono cordate o frazioni, ma continuità nella diversità. Papa Leone ha proseguito dal punto di vista sociale il percorso di Francesco, serviti coloro che parlavano di cambiamento di rotta in quanto la Chiesa, nel rispetto del depositum fidei, non cambia dottrina, semmai ne modifica i toni.
Bruno Volpe
Pubblicato il 10 Ottobre 2025



