Cultura e Spettacoli

Dinastia breve e senza fortuna

Nella storia della navigazione molte sono state le navi battezzate con toponimi pugliesi. Tre di queste hanno portato il nome del nostro capoluogo. Una ‘dinastia’ breve, destinata a consumarsi nella prima metà del secolo scorso. Una dinastia anche sfortunata: Nessuna di queste navi, infatti, ebbe il tempo di invecchiare. Tutte s’inabissarono anzitempo, travolte non dalla ‘nobile’ furia dei marosi, ma dalla squallida violenza della guerra. Tutte andarono a fondo accompagnate da molti dei loro uomini. Capostipite fu il Città di Bari: Nave passeggeri varata ai primi del Novecento, il Città di Bari solcò a lungo l’Adriatico prendendo parte ai traffici commerciali tra le due sponde dello stesso mare. Con l’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra, il piroscafo venne requisito e destinato a compiti delicati, come le operazioni di salvataggio, da parte della Regia marina, dell’esercito Serbo-Montenegrino e di trasporto dei membri del governo slavo e del tesoro statale. L’ultima missione gli fu fatale: il 4 ottobre 1917, silurato dall’U B48, il Città di Bari affondava nelle acque di Paxos, un’isola a sud di Corfù… Nel 1928, nello Stabilimento Tecnico Triestino veniva varata una motonave passeggeri da 3220 tonnellate di stazza lorda che in memoria del glorioso piroscafo di cui prima venne chiamato ‘Città di Bari’. Come il suo precedente omonimo, anche questa unità operò sulle tratte adriatiche sino all’arrivo della nuova guerra. Requisito dalla regia Marina e trasformato in incrociatore ausiliario, il secondo ‘Città di Bari’ fu destinato a rischiosi compiti di scorta e trasporto. Esplose nel porto di Tripoli il 3 maggio 1941 mentre scaricava munizioni. Due anni dopo, il doloroso ciclo si chiudeva con l’affondamento del ‘Bari’. In origine questa nave si chiamava Pillau. Era un incrociatore leggero della marina austroungarica, poi ceduto all’Italia in conto danni di guerra. Entrata nei ranghi della Regia Marina, questa gloriosa nave da guerra – che nel 1917 aveva preso parte alla battaglia dello Jutland – venne ribattezzata ‘Bari’. Svolse 47 missioni di guerra percorrendo 6800 miglia nautiche. Il 28 giugno 1943, a Livorno, pesantemente danneggiato da un bombardamento aereo, l’incrociatore affondava sui bassi fondali del Canale Industriale, dove era stato portato per scongiurarne la perdita. Si tentò di recuperarlo, ma all’Armistizio dell’8 settembre 1943, i lavori vennero sospesi. Radiato dai quadri della Marina Militare nel 1947, il Bari fu riportato a galla l’anno dopo e avviato alla demolizione. – Nell’immagine, il varo dell’incrociatore Pillau, poi incrociatore Bari, avvenuto l’11 aprile 1914 nei cantieri Schichau di Danzica.

 

Italo Interesse


Pubblicato il 14 Maggio 2022

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