Cronaca

Dinosauri baresi : difenderne le orme

Sostiene un paleontologo barese che dinosauri erano stanziali o di passaggio all’interno di Lama Balice nel periodo del Cretaceo, ovvero qualcosa come cento milioni di anni fa. Un calcolo approssimativo stima in diecimila il numero delle impronte ritrovate sul fondo di una cava. Il ritrovamento, che è recentissimo, è stato notificato alle due autorità competenti (Regione Puglia e Presidenza Parco Lama Balice) perché l’area non resti alla mercé di chiunque. Si vuole evitare quanto sta accadendo in un’altra cava pugliese, la Pontrelli, nel territorio di Altamura, dove nel 1999 vennero individuate circa ventimila impronte di dinosauri. Quella cava, di proprietà dell’imprenditore Carlo Columella e oggi sede della Valle dei Dinosauri Srl, è al centro di un contenzioso di gestione che vede chiamati in causa il Comune di Altamura e la Soprintendenza di Taranto. Per assicurarsi ogni priorità l’ente ionico si è fatto avanti per l’acquisto, sentendosi rispondere : otto milioni di euro. Il rilancio non è stato superione al milione di euro, sicché ora tutto languisce a Cava Pontrelli e diverse orme presentano segni di degrado conservativo. Come andrà con Bari? A differenza che nel caso di Altamura, dove le impronte sono ben lontane dal centro abitato e raggiungibili a fatica, Lama Balice si apre a un chilometro dall’aeroporto, divide Fesca dal San Paolo, è facilmente raggiungibile anche da Bitonto… Balordi, vandali e curiosi senza pudore possono fare rapido scempio di queste impronte se non si interviene recintando e predisponendo un sistema di vigilanza. Il timore nasce dalla considerazione di come negli ultimi anni Bari non abbia mostrato grande rispetto per questa preziosa area naturalistica tollerando che divenisse vittima di casi di abusivismo edilizio, di incendio doloso, caccia illegale e abbandono di rifiuti. Ma eccoci al punto dolente : dove reperire le risorse? Quelli sono reperti che non possono essere asportati e messi al sicuro. Eppure, proprio a Bari, qualcosa del genere è accaduto. Era il 1968 e ragazzini giovavano al pallone nel Canale Derivatore Valenzano, quello che sfocia all’altezza del Sacrario. Su quel fondocampo accidentato, uno di quei giovanissimi calciatori notava un affioramento roccioso ‘insolito’. Ne faceva parola in famiglia e la voce si allarga. Quando si presentò un paleontologo del nostro Ateneo sul greto dell’antichissimo torrente rimase di sasso : quelli erano i resti di una balena preistorica! L’area venne subito transennata. Poi, con una sollecitudine d’altri tempi, tecnici del Dipartimento di Paleontologia e Geologia si presentarono ad asportare un pezzo alla volta quel fossile. Attualmente, ricomposta, quella balena fa bella mostra di sé nel Museo di Paleontologia e Geologia del Campus.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 9 Ottobre 2013

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