Cultura e Spettacoli

Dio salvi il Re, possibilmente

Chissà fra cento anni come si parlerà dei Riina e dei Provenzano. Auguriamoci che in questo clima di crescente imbarbarimento una Storia addomesticata non arrivi a parlare di questi intoccabili negli stessi termini riservati ai re, ai principi, ai duchi e ai baroni dell’era di Shakespeare. Si spoglino i Claudio, i Macbeth, i Riccardo III e la desolante fauna umana di contorno dell’aura nobile di cui li ha avvolti il verbo del Bardo e quei galantuomini si riveleranno per quello che sono : uomini rozzi, dissoluti e sanguinari, devoti del culto del piacere primario (il potere), marmaglia disposta solo ad elevare a valori la doppiezza, la menzogna e il tradimento. Una considerazione, questa, che di battuta in battuta si fa strada fra le righe di un allestimento del ‘Richard II’ andato in scena al Petruzzelli fra mercoledì e giovedì scorsi (una produzione del Teatro Metastasio di Prato). L’energica regia di Peter Stein non dà spazio agli orpelli. Tutto è asciutto, scattante, in qualche modo marziale. I toni sono taglienti, l’assetto rigido, il colore plumbeo. Maddalena Crippa convince nei panni di Riccardo II, quest’uomo inquieto e costretto ad ostentare sicurezza per nascondere soprattutto a sé stesso di non avere la stoffa del tiranno, né di godere della protezione celeste. Il tutto immerso in una scena altrettanto essenziale che l’azione. Pochi, opportuni e perentori gli stacchi musicali. E quale cast. E niente pulci, solo voce piena…. In una parola, il teatro, quello vero, come non se ne vedeva da tempo. – Prossimo appuntamento per la stagione teatrale  di Bari, mercoledì 27 e giovedì 28 dicembre con ‘Karamazov’. Si tratta di una grande scommessa che nasce dall’audacia di Michele Altamura e Gabriele Paolocà, I due sodali, che firmano anche la regia, mettono assieme Dante Marmone, Nicola Pignataro, Tiziana Schiavareli e Pinuccio Sinisi e li gettano in campo in una molto (davvero molto) libera rilettura del celeberrimo romanzo di Dostoevskij. La drammaturgia è di Francesco D’Amore. La storia è ambientata a Bari vecchia, in una casa dove vive una coppia di fratelli, Alex e Ivan, accuditi da una donna. I due hanno perso la memoria dopo che loro padre è stato assassinato quarant’anni prima ; un terzo fratello, Dimitri, accusato di quell’omicidio, sta scontando la pena. Ma la verità su quell’omicidio non è certa e i due fratelli forse fanno finta di non ricordare. Solo l’anziano servitore di casa sa cosa è accaduto, ma ha sempre taciuto. I suoi ultimi giorni ora li passa bloccato a letto, nella stessa stanza in cui è morto il patriarca. Oggi morirà, ma prima di morire ha deciso di dire la verità. Oggi tornerà Dimitri dal carcere. Oggi sarà di nuovo il passato… Dalle note di regia : “Uno spettacolo su come ognuno di noi può fare della propria colpa un tormento o un ornamento, dei propri ricordi uno scudo o una lancia, della propria famiglia un nido o una gabbia”.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 25 Novembre 2017

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