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Dirigenti cercasi disperatamente, anche a mezzo servizio…

 
Gran via vai di dirigenti regionali ieri mattina negli uffici del Personale a via Celso Ulpiani, dove era in calendario una riunione di commissione per assegnare una ventina di posti al personale in mobilità, di cui, pero’, solo una decina coperti finanziariamente e percio’ pronti alle consegne. Assente il direttore dell’area Organizzazione Bernardo Notarangelo e senza presenza dei sindacati, al tavolo  decisionale è tornata la dirigente del Servizio Risorse Umane Gattulli, che però era irraggiungibile, chiusa in conclave fino alla tarda mattinata, lasciando aperte per ora tutte le ipotesi sui nuovi capi d’una burocrazia che naviga ancora a vista.  Eggià chi si attendeva una sterzata di rigore morale, almeno nei burocrati pugliesi in questi anni di governo vendoliano, è rimasto parecchio deluso, almeno finora. Tantissimi i servizi e uffici ancora affidati ‘ad interim’ o a scavalco, come si dice, tanto che c’è chi, per esempio, come il dottor Davide Pellegrino, oltre che capo del Gabinetto presidenziale (al posto di Francesco Manna) e capo dell’area finanziaria della Regione, detiene tre servizi e quattro uffici regionali, tutti per sé. Una specie di ‘superman’ vivente della burocrazia pugliese, insomma, a dimostrazione che anche nella seconda legislatura vendoliana niente è mutato tra via Capruzzi e il lungomare Nazario Sauro quando si tratta di affidare in pochissime e sapienti mani il potere amministrativo e burocratico. Eppure la storia in Puglia è sempre quella, da Rocco Spinelli, già capo della Ragioneria, fino a Mario De Donatis ex potente capo di Gabinetto, passando per Rocco Marone prima al controllo di gestione e poi capo del nucleo di valutazione, la colpa di tutto ciò che accade alla Regione Puglia è sempre di Raffaele Fitto. In che senso? Sono parecchi, ben retribuiti, ma soprattutto malleabili come pasta di mandorla, i dirigenti di Servizio che alla Regione Puglia transitano da un’amministrazione all’altra, dal vecchio al nuovo, da destra e sinistra e viceversa, senza resipiscenza alcuna. E ci mancherebbe. Del resto, lo dicevano i latini preveggenti, carriera et pecunia non olunt. E pochi hanno scordato Spinelli, sconosciuto ragioniere dell’Opera Pia, quando arrivò nella Regione targata Fitto da dirigente, pur senza conoscere la Lingua Inglese, fece sottoscrivere all’assessore al Bilancio un contratto-bond da 120 milioncini d’euro. A valutare la sua preparazione linguistico-contabile-amministrativa col massimo dei voti? Un altro dirigente esterno, revisore dei conti all’Università di Bari dove, dopo dieci anni di onorato servizio, non molto tempo fa ha accertato un buco da 55 milioni circa d’euro. Un vero miracolo per i tanti dirigenti che hanno fatto di trasformismo e amicizie buone uno stile di vita in politica e nella vita, anche nella Regione del presidente-filosofo e poeta, costretto a fare i conti da qualche mese con la grana dei cinquecento e passa funzionari di cat- D costretti a retrocedere per colpa d’un concorso sballato bandito ai tempi dell’assessore-professore forzista Franco Adduci. Una patata bollente che a via Celso Ulpiani si stanno passando di mano in mano da un anno –e cioè dalla pubblicazione della famigerata sentenza depositata un anno fa dalla Corte Costituzionale- dirigenti, avvocati con contratto a prestazione d’opera e amministratori un po’ troppo chiacchieroni tra un parere pro-veritate e l’altro. Sperando tutti, magari, di rimandare tutto alla prossima legislatura con qualche soluzione tampone o in sanatoria lasciando in eredità la soluzione del conquibus a chi verrà dopo. Il problema è che anche alla Regione Puglia, come in tutte le amministrazioni pubbliche, cambia sempre tutto per non cambiare mai niente. Anzi, assessori e presidenti cambiano, senza lasciare traccia, ma non i burocrati…
 
Francesco De Martino
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 28 Dicembre 2011

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