Cronaca

Disabili strapazzati: lo scandalo delle piscine riabilitative chiuse

Del grande spreco delle piscine terapeutiche, quelle cioè che dovrebbero curare o almeno mitigare dolori e malori dei malati Sla, tetraplegici e paraplegici in genere, si sono interessate gli inquirenti della Procura della Repubblica e interessata finanche la sezione pugliese della Procura della Corte dei Conti, considerato che in Terra di Bari ce ne sono più d’una di piscine per disabili costruita e quasi subito dismesse. Tra Bari, Toritto, Alberobello e Putignano gli scenari non sono molto differenti, specie dopo che l’ex consigliere regionale pugliese Mario Conca aveva presentato un dettagliato esposto, appunto, su quell’inaccettabile “spreco di denaro pubblico”, come lo definiva lui stesso senza fronzoli. E senza andare lontano, si cominciava dalla struttura riabilitativa nell’ex ospedale di Toritto, costata 387 mila euro e mai entrata in funzione; o l’altra di Alberobello, inutilizzata dal 2011 o l’altra ancora dell’ex Centro Traumatologico Ospedaliero (Cto) di Bari/Fesca, in sospeso da quasi dieci anni, ufficialmente a causa di carenza di personale. Eppoi ancora le piscine terapeutiche appositamente realizzate al Policlinico di Bari-Medicina Fisica e Riabilitazione, Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII, la Residenza per Anziani di Poggiorsini e all’Ospedale di Mottola, che non hanno mai visto l’acqua. E per finire, come non bastasse, ne volevano forse costruirne un altro paio anche a Monopoli. Una situazione incalcolabile di spreco di denaro pubblico, insomma, senza considerare i danni ancor più gravi a centinaia e centinaia di utenti sofferenti che non usufruiscono di cure adeguate, causa troppe vasche inutilizzate. Ora sull’argomento torna Gino Cipriani, segretario del movimento politico <<Riprendiamoci il Futuro>> che ha presentato anche lui denunce a tal proposito “ma tutto è finito nel dimenticatoio”. L’ex consigliere comunale barese, già ascoltato dai Carabinieri poco prima che scoppiasse la maledetta pandemia dopo le prime denunce sulla piscina/rudere del Policlinico di Bari, insiste. E ritorna, appunto, in argomento, puntando l’obiettivo daccapo sulla piscina riabilitativa di ‘Asclepios’, proprietà dell’Azienda Consorziale Policlinico, con qualche altro particolare in più. Ma andiamo ai fatti. “Si tratta d’una piscina per disabili, adibita alla riabilitazione, posta all’interno del padiglione ‘Asclepios’, mai entrata in funzione e in totale stato di abbandono”, ripete Cipriani. Ma l’aspetto per lui ancora più sconcertante è il fatto che per quella struttura riservata ai disabili furono formati, con l’utilizzo di danaro pubblico, alcuni fisioterapisti con specializzazione in riabilitazione dei disabili in acqua. Insomma, altre spese per la formazione che andrebbero ad aggiungersi allo spreco di pubblico denaro per una piscina sempre desolatamente vuota e abbandonata. E allora: quali gli ostacoli che ne hanno impedito fino a oggi l’attivazione? Quali gli impegni di spesa adottati per realizzazione della struttura e formazione del relativo personale? Ma per finire il responsabile del movimento politico barese vorrebbe anche sapere se il Direttore Generale dell’Azienda Consorziale di piazza Giulio Cesare ha mai intrapreso iniziative, ovvero adottato provvedimenti per risolvere una questione su cui avrebbero già fissato l’obiettivo i segugi contabili.

Francesco De Martino


Pubblicato il 25 Novembre 2022

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