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Disastro rinnovabili: pale eoliche e pannelli deturperanno la nostra terra

La Lipu spara a zero contro silenzi e connivenze dell'esecutivo regionale

Si moltiplicano in Puglia le voci di associazioni e comitati che insorgono, con politici e ambientalisti locali, contro gli impianti per le energie rinnovabili: è “disastro ambientale” per la Lega italiana protezione uccelli (Lipu) associazione di volontariato che si occupa della protezione dell’avifauna e suo habitat, fondata nel 1965. E intanto si cominciano già a calcolare i danni della più grande speculazione territoriale (e finanziaria) del Paese: dopo i circa 240 miliardi di incentivi (solo quelli diretti) assicurati alle società delle energie ‘pulite’, il celebrato territorio rurale del Mezzogiorno sprofonda senza freni nel più totale saccheggio, con la scandalosa complicità istituzionale. Insomma, secondo la Lipu la Puglia si distingue per “…ignavia e predazione sistematica dei valori paesaggistici, naturali, storici e identitari”. Solo in Capitanata quasi 1700 <<grattacieli eolici>> alti fino a 200 m (destinati ad aumentare con le autorizzazioni continuamente rilasciate), mentre si aggiungono qualche migliaio di ettari di <<laghi grigi>> di fotovoltaico. Ovunque elettrodotti, ulteriori elettrodotti in alta tensione di Terna, strade di servizio, sottostazioni e stazioni elettriche grandi come quartieri. Tutto a suon di espropri e alterando gli equilibri delle piccole comunità locali, col penoso “do ut des” delle royalties. Il resto della Puglia segue a ruota con enormi territori già martoriati, dalle aree di pre Murgia a tutto il Salento e al Tarantino. Per di più centinaia di progetti sono in iter. Eppure la Regione s’era dotata del Regolamento Regionale 24/2010 e del PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale) nel 2015, provvedimenti di grande spessore ma perennemente sotto attacco da parte delle società energetiche e in ogni caso insufficienti a contenerne l’ingordigia. Cosa accadrà adesso? In ossequio al quadro normativo statale, ora le Regioni hanno un obbligo: emanare una legge che identifichi (…almeno a babbo morto) aree idonee e (quel che rimane delle) aree non idonee per l’insediamento entro il 2030 di altri 80mila MegaWatt di potenza rinnovabile rispetto all’installato al 2020. Malgrado gli impianti già realizzati, alla Puglia spettano la bellezza di ulteriori 7.384 MW (anche offshore). <<Dopo anni di lassismo ci si aspetterebbe uno straccio di responsabilità!>>, incalza Enzo Cripezzi della LIPU pugliese – E invece? Il disegno di legge (222 del 23.10.24) proposto dalla Giunta alla (finta) concertazione sociale e al Consiglio regionale, in sostanza non apporta tutele concrete e addirittura va ad amputare il già misero quadro di tutele esistenti, condannando a morte le residue aree rurali. Una norma che fa a pezzi il PPTR e se ne frega di aree IBA (nelle restrizioni paesaggistiche di carattere nazionale previste dai Piani Paesaggistici Regionali troviamo il vincolo IBA, e cioè durante la fase autorizzativa per l’installazione d’un impianto fotovoltaico a terra bisogna tener conto di valorizzazione, conservazione e trasformazione del paesaggio e se il terreno in cui si intende installare pannelli sia già inserito in un’area vincolata. Insomma, sembra proprio arrivare una legge “sfascia Puglia”, per la lega protezione ornitologica locale. A peggiorare la situazione, il ricorso di alcune società energetiche al Tar/Lazio, contestando il DM quadro (DM MASE 21.6.24) che concede questi spazi di manovra alle Regioni. In attesa della decisione (proprio quest’oggi, 5 febbraio) le società avevano chiesto pure la sospensiva su questa potestà di legge regionale. Su quest’ultimo aspetto il Consiglio di Stato ha concesso tale interdizione ma solo sulle aree idonee, in attesa della decisione del primo giudice amministrativo. Intanto gli iter autorizzativi corrono e ipotecano altri territori. Regione muta. La Lipu ha espresso le proprie osservazioni al disegno di legge regionale in una settantina di pagine, richiamando oltre vent’anni di <<Far West ambientale>>.

Francesco De Martino


Pubblicato il 5 Febbraio 2025

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