Disastro sanità: come mai nessuno se n’è accorto? Chi controllava?
Tante le domande senza risposta sul buco da 300 milioni che alla fine ripianeranno i contribuenti pugliesi
Non si spengono i riflettori sul disastro sanità in Puglia provocato lentamente ma inesorabilmente da spese e sperperi tutti ancora da chiarire dettagliatamente. Eggià, la prima domanda è: si sarebbero potuti evitare questi pesi e sperperi? <<Il buco nella sanità è davvero di 300 milioni di euro come da indiscrezioni di stampa ispirate, pare, dall’assessore al Bilancio Fabiano Amati? E quali sono le spese impazzite o gli sprechi che avrebbero potuto essere evitati? Sappiamo che sull’argomento in giunta la posizione dell’assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese, e quella dell’assessore ombra alla Sanità, Amati, sono discordanti e configgenti>>, mettono nero su bianco in una nota congiunta i sei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia in Puglia. <<Se tutto quanto riferito sui giornali sul buco da 300 milioni di euro in Puglia fosse confermato – aggiungono i consiglieri fratelli d’Italia – il rischio che a ripianare il debito potrebbero essere i cittadini-contribuenti pugliesi richiede l’attenzione anche della minoranza. Per questo motivo, mutuando il ‘metodo Amati’, chiediamo di essere coinvolti nella discussione e per questo chiediamo urgentemente un’audizione in commissione Bilancio di tutti i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere per l’esame dei loro bilanci, in modo da comprendere quali sono le aziende che hanno prodotto più spesa e perché”. Nel frattempo dai banchi della Minoranza si stanno attivando con una mozione da far discutere in Consiglio regionale che ponga il tema all’attenzione di tutti. La salute dei pugliesi non può essere oggetto di liti in giunta né, tanto meno, possiamo consentire che l’assessore Amati continui a fare il politico di lotta e di governo, anche per il ruolo che ricopre oggi quale assessore alla Sanità”. In argomento anche il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Giacomo Conserva, sicuro che la verità emerge impietosa dai fatti, per cui la Puglia produce nella sanità un buco di quasi 300 milioni tra errori e sprechi, in sanità. <<Di certo -spiega ancora Conserva – c’è che è diventato ancora una volta impossibile fuoriuscire dal piano di rientro a cui siamo assoggettati dal 2011, con questo disavanzo. Torniamo a rischiare il commissariamento del governo. I posti letto nelle nostre aziende sanitarie locali sono liberi mentre i pazienti preferiscono curarsi in altre regioni o in strutture private, creando una mobilità passiva assurda che da anni ci attanaglia e che non riusciamo ad arginare con una politica programmatica e incisiva>>. Tante le domande ancora senza risposta, dunque, maturate nel corso del tempo e degli anni: le direzioni generali Asl e i vari e pluri-premiati direttori amministrativi e sanitari delle strutture sanitarie controllano l’operato delle direzioni distrettuali e delle direzioni di presidio ospedaliero?, si controlla la spesa per strumentazioni e attrezzature nei reparti, se sono in linea con gli standard?, perché i bilanci di previsione 2025 delle Asl non sono ancora pervenuti? ed ancora, vogliamo parlare della spesa farmaceutica: non esiste un sistema centralizzato per l’acquisto dei farmaci. Ogni Azienda Sanitaria Locale ha un proprio economato che provvede all’acquisto. <<Ricordiamo ancora la propaganda di alcuni mesi fa quando si diceva che eravamo usciti dal piano di rientro>>, incalza il consigliere leghista, ricordando pure che <<…le chiacchiere se le porta il vento>>. Adesso il disavanzo si riverbererà sulla fiscalità generale e i pugliesi subiranno un salasso in termini di tasse, addizionale Irpef, proprio alla fine della legislatura. E così andrà a finire che questo governo regionale lascerà un ricordo di sé assai concreto alla prossima Giunta e ai cittadini-contribuenti.
Antonio De Luigi
Pubblicato il 12 Febbraio 2025