Cultura e Spettacoli

Dittatura globale, sotto traccia e in corso d’opera

Il tema della dittatura globale, sotto traccia e ‘in corso d’opera’ seduce Francesco Tammacco. Con ‘Gigamensch – giganti storie non all’altezza’ il teatrante pugliese prova a raccontare questa diffusa e strisciante sensazione di tallone di ferro assemblando schegge di drammi. A tale scopo avvicina tre autori – Lorca, Pirandello e Xoxa – che appartengono a paesi accomunati dal fatto di aver conosciuto nel Novecento i guasti della tirannide (la Spagna franchista, l’Italia mussoliniana e l’Albania di Enver Hoxha). Le opere selezionate però (La casa di Bernarda Alba, I giganti della montagna, Il fiume morto) non esplicitano il senso della tirannide, a meno di tirare le cose per i capelli volendo vedere in violenze da microcosmo, striscianti o meno, la metafora di un potere più vasto ed implacabile. Né la trasversalità ai tre frammenti della forza ribelle del flamenco aiuta a penetrare un disegno drammaturgico che già nelle note di regia si annuncia complesso, ambizioso e di non facile lettura. Comunque notevole il consenso riservato dal pubblico che sabato scorso gremiva il Teatro del Carro di Molfetta a questa nuova produzione della compagnia Il Carro dei Comici, produzione nata nell’ambito del progetto di ‘Internazionalizzazione della ricerca teatrale e coreutica 2016’ promosso dal Teatro Pubblico Pugliese. Delle tre schegge drammaturgiche la migliore impressione l’ha destata ‘La casa di Bernarda Alba’ per il taglio efficacemente  rancoroso impresso da Tammacco, co-regista insieme a Miltiadh Kutali, Professore Ordinario dell’Università delle Arti di Tirana. A fine spettacolo, spente le ripetute ovazioni tributate dalla platea a più di venti interpreti fra attori, danzatori, cantanti e musicisti, Tammacco ha voluto omaggiare la memoria di Giorgio Albertazzi, ‘monumentale’ vecchio del teatro italiano spentosi proprio il giorno d’esordio di ‘Gigamensch’. Con particolare commozione Francesco Tammacco ha ricordato quando qualche tempo fa ebbe l’onore di condurre Albertazzi a conoscere il Teatro del Carro. Cosa avrà pensato Albertazzi di questa piccola ma già importante realtà di casa nostra? Certamente non avrà potuto non riconoscerle il valore di presidio culturale contro la barbarie invasiva e tracotante dell’era globale. Pur giovane, il Teatro del Carro ha una sua credibilità. Lo ha dimostrato sabato scorso : platea affollatissima malgrado il caldo in sala a e la contemporanea, sleale concorrenza sul piccolo schermo della sfida fra Real Madrid e Atletico Madrid per l’assegnazione della Champions League 2016. A Milano ha vinto il Real. In quel di Molfetta ha trionfato il teatro.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 1 Giugno 2016

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