Cultura e Spettacoli

Diversamente aedo

Contesi come star ai banchetti più ‘in’, forse gli aedi non tolleravano il tu. Parallelamente a costoro esistevano affabulatori comuni, uomini della porta accanto, ma ‘fatati’ per il dono niente divino e tutto umano di sedurre gli ascoltatori senza bisogno di cantare o di accompagnarsi con la cetra. Come poteva rivivere sulle labbra di questi ‘diversamente aedi’ il duello tra Ettore e Achille, il fatto del cavallo o le malizie di Circe a danno di Ulisse a compagni? Un’idea è stato possibile farsela la settimana scorsa al Nuovo Abeliano, dove in cartellone era Flavio Albanese impegnato in ‘Canto la storia dell’astuto Ulisse’, una coproduzione Piccolo Teatro di Milano, Teatro Gioco Vita, Compagnia del Sole (scrittura e regia di Flavio Albanese e Marinella Anaclerio). Un narratore entusiasta ed entusiasmante, che nulla ha del rigore tecnico del professionista del cunto mitico,  qui si agita, si arrangia, inventa, non si risparmia. Il risultato è che Polifemo lo vedi, Ulisse lo tocchi, le Sirene le senti. Albanese però non è solo. A sostenerlo sono due alleati formidabili: un quartetto vocale femminile, le Faraualla, e uno stuolo di figure d’ombra, opera del maestro Emanuele Luzzati, realizzate da Teatro Gioco Vita. La magia congiunta di immagini dal sapore preistorico, di vocalizzi che evocano culti misterici e di gestualità gustosamente ‘profane’, incanta. E lo spettatore, subito sedotto,  s’interroga: Ma è uno spettacolo per bambini, questo ?… Il dubbio ne produce un secondo: E allora perché mi piace tanto ?… La risposta, consegue spontanea : Al di là dello straordinario contributo musico-iconografico, vibra al fondo di questo spettacolo l’eco remotissima d’un’energia primordiale, la stessa forza assoluta per la quale i diversamente aedi ‘acchiappavano’ tutti, grandi e piccoli. E senza sforzo, perché per dirla alla buona, essi erano ‘’bravi’ e le storie che raccontavano erano ‘belle’. Ci sono momenti di ‘Canto la storia dell’astuto Ulisse’ che tolgono il fiato. Per esempio, l’episodio delle sirene seduce per l’acume dell’idea che lo pervade : Nessun canto prevedibilmente soave e che ammalia, bensì una nenia ipnotica, ossessiva, inquietante, irresistibile… Addirittura tremenda la forza messa qui in campo dalle Faraualla, nella cui unica voce si percepisce, puro, il fiato del pathos, questo elemento possente che innerva non solo Iliade e Odissea, ma pure il Mahabharata, le Argonautiche, l’Eneide, la Tebaide, l’epopea di Gilgamesh  ed ogni altra espressione dell’epica antica. Nascosti, preziosi come dei dell’ombra, Stella Addario, Loris Leoci e Federica Ferrari animano scene e sagome. Il solito Flavio Albanese, infine, guadagna simpatia e applausi a profusione.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 1 Febbraio 2022

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