Cultura e Spettacoli

DNA rosa, la porta è schiusa

Non dev’essere uno scherzo, scoperto un diverso orientamento sessuale, imparare a gestire questa diversità. Perché a tale proposito la società, ovvero la maggioranza, è meno impreparata di quanto creda, o di quanto ostenti di credere. Nel migliore dei casi ciò colloca gli interessati in una sorta di limbo. A quest’ultima immagine si è ispirata Alessandra Lanzilotti, autrice di ‘DNA’, una produzione Teatri di Pace e Le Teatranti, andata in scena al Kismet venerdì scorso. Lo spettacolo non si avvale di attori professionisti : il gruppo Le Teatranti nasce da un percorso di formazione attoriale condotto dalla stessa Lanzilotti con un gruppo di donne ed incentrato su questioni di genere e orientamento sessuale promosso dall’associazione Teatri di Pace in collaborazione con Arcilesbica Mediterranea Bari. Il DNA in questione, dunque, è ‘rosa’. Dicevamo di limbo. Qui l’inafferrabilità del luogo è espressa nei termini di una sala d’attesa. Siamo in un aeroporto, nell’anticamera di un medico…? L’interrogativo non avrà mai soluzione, sopratutto perché le stesse interessate, queste nove donne in attesa’ (più due altre figure grottesche assimilabili a possibili guardiani del non-luogo) non sembrano dar peso alla cosa, paghe di trovare reciproco conforto alla sottile solitudine che le corrode. Sentimento cui s’accompagna l’ansia, anch’essa strisciante, che una porta possa schiudersi ad annunciare l’abbandono del limbo rassicurante a favore di una dimensione nuova, forse corrispondente a quella del sogno, cioè il cambiamento, la svolta. Nove donne dialogano, si beccano, si riappacificano, leggono, lavorano a maglia, danzano… Attendono. Sembra siano lì da sempre, prive di un passato, tagliate fuori dal futuro. Una condizione che in qualche modo ricorda quella degli Estragone e Vladimiro di Aspettando Godot, ‘dannati’ ad un’attesa fine a sé stessa. Ma ricorda anche quella, felice ma scarsamente percepita, degli abitanti di un celebre benché innominato villaggio ritratto in versi durante un sabato come tanti. La scrittura della Lanzilotti è a metà strada fra pessimismo e speranza. Invece che chiusa, la sua porta è schiusa. Peccato che lo spiraglio sia tanto stretto… Con generosità, poche pretese e molta simpatia sono in scena Angela Cafagno, Elena Ciciolla, Pina Cotroneo, Maria Pia De Bellis, Valeria Di Cagno, Tommy Ditano, Antonella Favia, Rosa Manfredi, Rosa Perrucci, Mary Saponara e Joanna Julia Sienkiewicz. Hanno collaborato Massimo Zenga (movimento), Lucia Savoia (aiuto regia), Annarita Lupoli (tecnico audio), Nunzia Guastamacchia (costumi), Marcella Signorile (grafica) e Maria Pia Verrello (organizzazione).

Italo Interesse

 


Pubblicato il 29 Giugno 2017

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