Cronaca

Dodici comuni baresi senza più un Pronto Soccorso

Una vera cura dimagrante per i pronto soccorso in Terra di Bari, che colpirà direttamente i cittadini, visto che dovrebbero restare aperti solo quelli che superano i 6mila accessi all’anno. E dunque, saranno una dozzina solo in provincia di Bari i punti di pronto intervento a chiudere i battenti, a causa di un piano di riordino della rete di emergenza-urgenza che la giunta regionale ha discusso e approvato già dall’anno scorso. In effetti resteranno funzionanti i punti che la Regione Puglia ha definito nella nuova mappa applicando gli standard ministeriali. A Bari, come si ricorderà, ha già fatto molto discutere anche la novità dell’apertura del pronto soccorso privato della clinica Mater Dei, quello che la Città di Bari Hospital (Cbh) ha inaugurato sulla scorta di finanziamenti pubblici. E così se a Bari resteranno aperte ben quattro strutture di emergenza, Policlinico Consorziale, San Paolo, Di Venere e, appunto, Mater Dei, grossi centri come Locorotondo, Noci e Castellana resteranno sguarniti. Il segretario pugliese di ‘Sinistra Italiana’ non le manda a dire: <<Siamo di fronte all’ennesima decisione scellerata sulla salute, assunta sulla pelle dei cittadini pugliesi, in questo caso di quelli della provincia di Bari. La chiusura dei punti di primo intervento nei Comuni di Giovinazzo, Locorotondo, Alberobello, Polignano, Ruvo, Santeramo, Rutigliano, Grumo, Noci, Conversano e Castellana Grotte, comporterà una massiccia diminuzione della disponibilità delle cure e l’intasamento delle strutture di pronto soccorso degli ospedali già pesantemente gravati dai precedenti tagli. È una misura folle imposta dal decreto ministeriale n. 70 contro cui Sinistra Italiana lotta da anni>>. Ma Bavaro ricorda pure che il decreto prevede la chiusura dei punti che effettuano  meno di 6000 accessi l’anno ma prevede anche la presenza, in sostituzione del punto di primo intervento, di una postazione di 118. Insomma, la rete dell’emergenza – urgenza pugliese è in estrema difficoltà: strutture, mezzi e personale non sono sufficienti a garantire una sostituzione di questo tipo. La Asl di Bari e la Regione Puglia dovrebbero essere consapevoli di questo enorme problema, dovrebbero quindi bloccare immediatamente l’applicazione del decreto ministeriale 70 e lasciare, anche ingaggiando una battaglia con il governo centrale, delle strutture che nei territori garantiscano quantomeno un primo intervento in caso di necessità. Conclusione? <<Sinistra Italiana continuerà a vigilare perché un così vasto territorio non rimanga sguarnito di servizi di cura e assistenza>>. La battaglia per salvare vite umane dentro le corsie di ospedale e non in squallidi ambulatori senza mezzi e personale medico e paramedico, in Puglia continua…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 15 Dicembre 2017

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