Domani in piazza i malati di cancro
Luigi Cipriani, Segretario Politico del Gruppo Indipendente Liberta’, è stato l’unico politico barese a raccogliere la rabbia dei malati di cancro, e domani, dalle nove all’una in C.so V. Emanuele angolo Via Sparano terrà un ‘sit-in’ di protesta per denunciare le violazioni del diritto alla salute nei confronti, appunto, dei malati affetti da patologie onclogiche. Infatti anche loro sono “costretti” ad attenersi alle prenotazioni quasi si trattasse di un semplice “stato influenzale”, s’inalbera l’ex consigliere comunale barese, pronto ad alzare la voce in piazza anche domani poichè non viene concesso agli stessi l’accesso immediato ai reparti eroganti. Infatti, secondo il Rapporto PIT Cittadinzattiva-Tribunale dei Diritti del Malato, “Diritti non solo sulla carta” sembra che le liste d’attesa per esami diagnostici, visite specialistiche e interventi chirurgici, segnano numeri da record anche quando si tratta di oncologia. La crisi sembra non riguardare solo la sanità pubblica dove per un’ecografia all’addome si deve aspettare fino a 340 giorni o addirittura dodici mesi per un intervento di chirurgia generale, ma i tempi si stanno allungando anche nel settore privato. Secondo una classifica stilata in base alle segnalazioni l’ ecografia all’ addome è quella per cui si deve aspettare di più con attese che arrivano anche a poco meno di un anno, seguita da Tac, fino a 220 giorni, mentre dal lato opposto, segnano un miglioramento risonanze magnetiche, mammografie ed ecodoppler. Tra i vergognosi paradossi di cui sono vittima i malati di cancro –e non solo quelli baresi- spicca quello per cui la Pet, dopo lunghe trafile di carte bollate, ora non si vede assegnare il tetto di spesa dalla Asl e a pagare, in senso letterale, sono i malati di tumore. Che, nella migliore delle ipotesi devono aspettare tre mesi per farla a San Giovanni Rotondo, la Pet Tac sicuramente operativa più vicina. Il problema è che un malato di cancro non ha tempo da perdere in chiacchiere e tre mesi significano la morte o la vita. Le ultime novità in questa odissea risalgono a quest’estate. Dopo aver ottenuto dalla Regione l'”accreditamento”, siccome non può esistere accreditamento senza budget, la Regione stessa aveva sollecitato l’Asl a procedere rapidamente all’atto dovuto dell’assegnazione del budget. Per cercare di sbloccare la procedura, è stata formalizzata la proposta di una tariffa molto conveniente in quanto inferiore di oltre il 25% a quella ministeriale e a quella applicata da altri centri d’Italia: 800 euro per Pet-Tc con Fdg (fluorodeossiglucosio) e 1.000 euro per Pet-Tc con fluorocolina. Una proposta da afferrare al volo ma che tuttavia non è bastata. Eppure la Pet-Tc costituisce allo stato attuale il più avanzato sistema diagnostico per le patologie oncologiche ed è considerata una prestazione con funzione “salvavita”. In Puglia sono solo quattro le Pet pubbliche. Poiché la Regione (regolamento regionale n. 14 del 30-6-09) ha pianificato che vi sia una Pet-Tc ogni 750mila abitanti, ne consegue la Città di Bari è assolutamente carente per intercettare l’intera domanda dei cittadini, specie di quelli che sono portati in ambulanza a San Giovanni Rotondo, con conseguente aggravio di costi e disagi. A causa dello scarso numero di strutture presenti sul territorio regionale e della necessità, come spiegato, di diagnosticare celermente la malattia, migliaia di pugliesi ogni anno sono costretti a spostarsi fuori dal proprio territorio, facendo lievitare i costi a carico del servizio sanitario regionale. La vergogna del ‘caso Bari’ verra’ stigmatizzata in pieno centro a ari da decine e decine di cittadini. Ma perché invece di accelerare, negli anni, l’iter si è impantanato sempre più? Fu proprio la giunta Vendola il 2 marzo 2006 a stabilire che in Puglia fossero necessari otto apparecchi Pet (cinque pubblici e tre privati) e, fornendo dati statistici estremamente accurati, la stessa Regione ha dimostrato che addirittura questo numero potrebbe rivelarsi insufficiente. Un enorme paradosso delle cui ragioni verrà anche domani mattina chiesto conto a Vendola, uno così attento ai bisogni degli ultimi e dei deboli, e che per questo piace. Una politica che al contrario si sta rivelando talmente sorda da non udire il grido d’aiuto dei malati terminali, non è politica, quanto macchiavellica ragion di Stato. Ma finora il governatore pugliese pronto a sfilare col suo popolo a Roma tra pochi giorni, se non è un ‘Principe’, sembra quella una rana che si gonfia, si gonfia e si gonfia per arpionare una comodissima poltrona da premier nazionale…..poco prima di scoppiare.
Francesco De Martino
Pubblicato il 24 Settembre 2011