Cultura e Spettacoli

Don Chisciotte, cavalieri si nasce

‘Don Chisciotte, l’ultima avventura’, una produzione Diaghilev inserita nella rassegna ‘Le direzioni del racconto’, in cartellone alla Vallisa, esemplifica il concetto di teatro popolare inteso come espressione d’arte scenica che coniuga l’onestà col buon senso, il buon gusto con la modestia. Scritto con intelligenza da Damiano Nirchio e Annamaria De Giorgio a beneficio di un pubblico compreso fra i 5 e i 95 anni, il testo scorre in parallelo al capolavoro di Cervantes guardando le cose con occhio moderno ma senza forzature : Il Rag. Felicetti, appassionato di letteratura cavalleresca e braccato dal perfido direttore della casa di riposo dove dimora, trova rifugio in una stazioncina, dove conosce Tonino, un povero inserviente oppresso dalla moglie. I due legano subito. Comincia così una fuga a due nel nome del celebre hidalgo e destinata a chiudersi con un’epica resa dei conti. Vincerà un Potere tracotante e arido oppure una dissidenza color pastello?…. Lieve, eppure profonda,  la scrittura dei due autori pugliesi disegna un frizzante percorso a tappe che porta la coppia sognatrice (i novelli Don Chisciotte e Sancho Panza) a fare i conti con una sorta di nemico storico, ora  nei panni di un cuoco, poi in quelli di un presentatore da salotto tv, il quale, una volta buttata già la maschera, nel finale si rivela per quello che è, un bieco tiranno a metà strada fra il Prof. Kranz del primo Paolo Villaggio e la figura del dr. Caligari. La mano di Nirchio (sua la regia) si muove leggera regalando emozioni anche clownesche. Questo felicissimo colore circense viene poi esaltato dalla scelta di collocare lo spazio scenico tra contrapposte file di spettatori, sicché l’azione acquista dinamismo e profondità. Damiano Nirchio, che si avvale dell’aiuto di Giulia Sangiorgio, mette in campo solo due panchine ravvicinate – che, all’occorrenza, da sala d’aspetto evolvono con molta fantasia nella groppa del buon Ronzinante – e un praticabile sul quale il Direttore sciorina il suo infernale repertorio (notevole però la quantità di oggetti di scena selezionati da Michele Stella). Ma tanto basta a illuminare l’estro di Marco Cusani, Alessandro Epifani, Francesco Lamacchia e Loris Leoci, gli ottimi interpreti. Curiosa la reazione del pubblico, costantemente col pizzo al riso, come si dice, ma restio a slegare il proprio entusiasmo, salvo che nel finale. Sarebbe  bastata la presenza di quattro cinque bambini, inopinatamente assenti, a fare da detonatore. Si replica  l’8 e il 10 dicembre. Nell’immagine, Francesco Lamacchia nei panni del Rag. Felicetti  – Prossimo appuntamento di rassegna, sempre alla Vallisa, oggi alle 21:00. In cartellone, Paolo Panaro con ‘ Gerusalemme Liberata’ : regia di Paolo Panaro.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 29 Novembre 2017

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