Cronaca

Don Franco Lanzolla: “Il sindaco faccia rispettare la legge”

 

Il parroco della Cattedrale di Bari don Franco Lanzolla, alla vigilia della sagra di San Nicola, condivide la annunciata linea dura del Comune di Bari sui venditori abusivi di bevande e generi alimentari.

Don Franco, almeno a parole, il Comune sembra essere deciso a dire no a chi vende senza titolo cibo e bevande nei giorni della festa, cosa ne pensa?

“Condivido questo atteggiamento e mi auguro che si traduca in realtà. Bisogna far rispettare la legge e il senso della legalità sempre e dappertutto. Non possiamo presentare Bari e il suo lungomare come un bazar, vale per San Nicola e vale anche per i mesi estivi. Bisogna salvare il decoro per il benessere di tutti e  soprattutto dei turisti che arrivano”

Vi sono altre ragioni?

“Assieme alla protezione del decoro, ritengo che bisogna assicurare salute e igiene. Penso alle ormai famose fornacelle. Chi ci dice che sia salvaguardata la catena del freddo nella carne che si arrostisce, e che provenienza ha quella merce? Bari vecchia non è porto franco dove si può permettere o tollerare tutto. Il Comune faccia rispettare le leggi e i regolamenti, del resto il Sindaco è deputato anche a questo”

Eppure i venditori ambulanti sostengono che senza queste provvisorie occupazioni rischiano di andare a rubare…

“Chiacchiere, il buonismo non ci porta da nessuna parte ed è un errore grave, persino contrario alla vera logica cristiana. Bisogna sapersi dare regole certe e sicure  e metterle in atto. Il pietismo facile è ingannatore. Inoltre, particolare non secondario,  gli ambulanti irregolari, non tutti, sono evasori fiscali, non pagano le tasse e questo è profondamente ingiusto. Lo ripeto, vale per la festa di San Nicola, ma anche per l’ estate”.

Lei è anche responsabile diocesano della pastorale della famiglia. Nei giorni scorsi ha ammonito sulle sorti dei figli di famiglie con genitori disoccupati, emigrati o carcerati…

“Evitiamo le semplificazioni. Intanto non ho parlato solo della Città Vecchia, il problema riguarda anche altre realtà cittadine. Io mi riferisco ai ragazzi figli di genitori disoccupati, emigrati o con gravi problemi giudiziari, i carcerati, ai quali non riusciamo a dare, prima che un lavoro, una adeguata istruzione o formazione. La vera emergenza non è solo economica, ma soprattutto formativa e di istruzione”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 5 Maggio 2016

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