Cronaca

Don Nicola Bux: “Emiliano quale morale sostiene quella contro natura o quella cattolica?”

Don Nicola, cosa L’ha particolarmente colpita delle recenti dichiarazioni del Governatore Emiliano sulla morale comune e sul disegno di legge sulla parità di genere che sarà presentato prossimamente in Consiglio Regionale?
R. <<Colpisce l’osservazione conclusiva di una sua intervista nella quale egli afferma di aspettarsi delle obiezioni da parte dei sostenitori della morale comune. Nasce il dubbio che il Dottor Emiliano ne abbia un’altra, che segua un’altra morale perché contesta quella comune. Non ha lui sostenuto la necessità di un codice etico della Regione, predisposto a suo tempo ovviamente dagli stessi componenti del Consiglio, per limitare le immoralità possibili, potenziali e reali che sorgono all’interno della politica? Dunque, se si postula un codice etico, vuol dire che è necessaria una morale comune, cioè condivisa da tutti, oppure la morale è a geometria variabile a seconda delle convenienze? A me hanno colpito sia la sua partecipazione alla manifestazione dell’orgoglio omosessuale in cui ha anche adottato dei tatuaggi sul viso sia, qualche settimana dopo, la sua presenza all’accoglienza delle reliquie di San Nicola al ritorno da Mosca. Chiederei allora al Governatore Emiliano quale delle due morali egli condivida: la morale di chi va contro natura, o la morale della Chiesa Cattolica? Purtroppo conosciamo da tempo l’attitudine di chi ama tenere il piede in due staffe, soprattutto per motivi di allargamento del consenso. Tuttavia, nella misura in cui un individuo è cattolico, deve ricordarsi che, come dice l’appostolo Paolo, dovrà un giorno rendere conto davanti al tribunale di nostro Signore Gesù Cristo, dove di sicuro la nostra moralità o amoralità sarà accuratamente vagliata, quindi consiglierei al Presidente Emiliano di decidere per quale morale egli si schieri.>>

Parlando in generale, non crede che ci sia un’ipocrisia di fondo tra tutti quei politici, locali e nazionali, che si professano cattolici o pseudo-tali e si comportano in posto diametralmente opposto? 

R. <<Premesso che la fonte della moralità o, come dicono oggi taluni della legalità, è solamente il Decalogo, ossia i 10 Comandamenti (quelle parole che Giovanni Paolo II in visita al Sinai disse che non tramonteranno mai, in quanto sono in massima parte scritte nella natura dell’uomo), la coerenza politica ma, più che altro, la coerenza in genere non è possibilità ordinaria dell’uomo. L’uomo per sua natura, è peccatore, e quindi facilmente, come già diceva il poeta Ovidio, portato a fare il male che non vuole, frase che poi in buona parte è stata ripresa da San Paolo. Dunque non è realistico parlare di coerenza per nessuno e in nessun caso. Sfiderei chiunque a dichiarare di non esser mai stato un po’ incoerente nella propria vita. Detto questo, però, non si può in alcun modo giustificare chi fa dell’incoerenza il suo sistema di vita e purtroppo bisogna dire che oggi molti si dichiarano cattolici secondo le convenienze, ma in realtà il termine di paragone per essere cattolici è il Vangelo di Cristo. Basterebbe misurarsi con le Sue parole e ci si accorgerebbe che i Comandamenti, da “Adora il Signore Dio tuo” passando per “non rubare”, “non ammazzare”, “non commettere adulterio”, sono tutti presenti nei Vangeli. Nessuno può quindi dichiararsi cattolico se, ad esempio, osserva solo due Comandamenti e ne contesta altri. I Comandamenti o si osservano tutti insieme e allora la morale è corretta oppure non si osservano.>>

Piero Ferrarese

 


Pubblicato il 23 Novembre 2017

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