Cronaca

Don Vito Piccinonna: “Altri 25 posti letto a disposizione dei senza fissa dimora”

Domani, sabato 18 Novembre, vigilia della Giornata Mondiale dei Poveri, sarà inaugurata a Bari, alla via Curzio Dei Mille 74, la nuova sede del dormitorio Caritas Don Vito Diana che prende il posto della vecchia, situata alla Extramurale Capruzzi. La benedizione e l’inaugurazione saranno effettuate dall’ arcivescovo di Bari- Bitonto, Monsignor Francesco Cacucci (ore 16, 30- 18,00). Il Quotidiano ha intervistato il Direttore della Caritas Diocesana, don Vito Piccinonna.

 

Perchè avete scelto di cambiare la sede al dormitorio Vito Diana?

“Motivi tecnici e organizzativi piú opportuni hanno portato ad individuare una nuova sede del dormitorio caritas che sarà sempre dedicato a don Vito Diana, grande apostolo della carità nella nostra diocesi e oltre”

Come si compone il nuovo, quanti posti letto?

“La nuova sede prevede la disponibilità di almeno 25 posti letto per uomini senza dimora, sia italiani che immigrati. Come sempre sarà possibile anche per gli esterni usufruire del servizio docce, di un corso di lingua italiana, servizio vestiario, uno sportello legale e uno psicologico. Abbiamo anche altri sogni nel cassetto per permettere al meglio di essere un laboratorio d’inclusione sociale”

 

La Caritas Bari-Bitonto spicca per senso di solidarietà. Quali le emergenze più grandi in diocesi?

“Le emergenze sono sempre tante. Mi piace sempre dire che la Caritas diocesana è rappresentata anzitutto dalle Caritas parrocchiali che nelle 126 parrocchie della diocesi di Bari-Bitonto tentano di offrire in diversi modi un accompagnamento ai tanti poveri che bussano alle nostre porte. I Parroci con i loro collaboratori compiono davvero un grande gesto di prossimità spesso (giustamente) nascosto.”

 

 

E’ aumentato il numero dei poveri?

“Penso sia aumentato. Ma occorre che guardiamo sempre piú alle cause. In un’ottica promozionale. La gente non vuole elemosina. La gente vuole un lavoro dignitoso, vorrebbe mangiare il proprio pane guadagnato col proprio lavoro. Non si puó stare a guardare nè bastano situazioni tampone. Occorre andare alla radice. In questo senso la politica a tutti i livelli deve fornire una risposta piú adeguata e concertata. E non si tralascino i giovani che probabilmente sono oggi i piú poveri perchè gli è negata la possibilità di vedere il futuro.

 

Aumentano gli insospettabili, persone che sino a qualche tempo fa non si sarebbero avvicinate a voi?

“Certo. Persone che in poco tempo per mancanza di lavoro soprattutto sono state costrette a cambiare prospettiva e talora anche a vedere scompaginato il nucleo familiare. Pensiamo all’impegno della nostra diocesi accanto ai padri separati attraverso il progetto Osa su Modugno.

E poi non dimentichiamo anche il dramma degli immigrati. E non creiamo inutili allarmismi. Favoriamo piuttosto l’integrazione, non ghettizziamo! Massimo rispetto per i poveri italiani, massimo rispetto anche per i poveri immigrati. Come Chiesa non possiamo tacere il dramma che vivono anche questi fratelli, sorelle e bambini.  Recentemente a Salerno una nave di 400 immigrati ha sbarcato anche 26 donne morte. Non possiamo tacere o rimanere alla finestra! È un dramma nel dramma”.

 

Qual è il significato della giornata dei poveri del 19 Novembre?

“Al termine del Giubileo della misericordia, papa Francesco ha indetto la prima giornata mondiale dei poveri. Una sorta di “promemoria” permanente per non dimenticarci dei poveri, per essere comunità cristiane sempre piú capaci di condivisione, ma pure un invito alle persone di buona volonta perché si facciano attente ai drammi che investono larga parte dell’umanità. Povertà dai mille volti che richiede tante “mani benedette che si aprono” come scrive il papa”.

 

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 17 Novembre 2017

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