Cultura e Spettacoli

“Donne Resistenti”, per celebrare il contributo prezioso delle donne nella lotta contro il fascismo

“L’unica volta che mi misi del rossetto fu per mettere una bomba“ recitava sarcasticamente una celebre e graffiante frase di Teresa Mattei, partigiana e politica italiana che partecipò attivamente alla lotta per la Liberazione, con il nome di battaglia di ‘Chicchi’. Il contributo dato dalla donne alla Resistenza è stato fondamentale, ma finita la guerra, in gran parte quasi dimenticato e sottovalutato, descritto a malapena , essenzialmente come procurare cibo e vestiti ai partigiani, confezionarli e portarli loro percorrendo chilometri per raggiungere le postazioni; procurarsi medicine e consigli medici, quindi avere contatti con medici, farmacisti, infermieri, trovare rifugi sicuri nelle case, in campagna, nei conventi, negli istituti religiosi, quindi avere contatti con parroci, suore, monache, raccogliere denaro per aiutare donne rimaste sole con i propri figli. E tutto questo avveniva sotto la costante minaccia della repressione nazista e fascista. Soprannominate le “bambole spettinate” o “diavole del focolare”, hanno contribuito attivamente alla Liberazione e rinascita del Paese impegnandosi con grande determinazione e spirito di sacrificio in diversi settori. Donne che furono anche dirigenti politiche nei CLN, comandanti nelle formazioni partigiane (una brigata di GL ebbe al comando la studentessa Matilde Dipietrantonio). Abbiamo avuto anche distaccamenti composti solo da donne. Più di cinquecento partigiane hanno operato come commissari politici in formazioni maschili. Molto importante fu il ruolo svolto dalle operaie negli scioperi del ’43 e del ’44.

Attraverso queste foto d’epoca un po’ scolorite, ci arriva la fierezza dei loro sguardi ribelli, l’atteggiamento scomposto, dinamico, di chi percepisce la fatica ma non si ferma, quel desiderio di indipendenza, quella voglia di libertà che sicuramente devono aver sentito fino alla morte. E poi la loro dignitosa e limpida  bellezza, quella che ci ricordano le nostre nonne quando raccontano della loro gioventù.

Tutto questo celebrato in una bella mostra sulla lotta al fascismo “Donne Resistenti. 1936-1945”, in esposizione a Bari, presso il Museo Civico. Per ricordare il ruolo delle donne nella lotta antifascista e per far conoscere l’importanza del contributo femminile, tra la guerra di Spagna e il secondo conflitto mondiale.

L’altra faccia insomma della lotta al fascismo. La mostra approda a Bari, dopo il debutto a Tulle in Francia e la tappa a Rivas-Vaciamadrid in Spagna, inaugurata il 21, la rassegna è frutto di un progetto internazionale di ricerca intitolato «Le donne come elemento di resistenza della memoria d’Europa», promosso dalla Associación para la recuperación de la memoria historica (ARMH), una ONG spagnola nata con il fine di cercare e recuperare i resti delle oltre 114.000 persone scomparse durante la dittatura franchista. Finanziata con il programma europeo Europe for Citizens, la mostra fotografica e documentaria illustra il ruolo delle donne nella lotta antifascista – opposizione al fascismo in Italia e Germania, guerra civile in Spagna, Resistenza europea – con particolare riferimento a quattro paesi, cui sono dedicate altrettante sezioni: Spagna, Francia, Germania, Italia. L’ANPI (Associazione nazionale partigiani d’Italia) è partner di questo progetto e ha collaborato alla preparazione ed esecuzione della sezione italiana.All’inaugurazione, sono intervenute Natalia Marino (ANPI Nazionale), Carmen G-Rodeja e Cristina Fiaño (ARMH), Valentina Dastoli (referente ARMH per l’Italia), Ines Pierucci, assessora alla Cultura del Comune di Bari. Nel corso dell’evento, che si concluderà il 6 febbraio, saranno organizzati incontri con il pubblico, approfondimenti su figure dell’antifascismo barese che integrano il racconto offerto dalla mostra. In particolare, si parlerà di Alba De Céspedes, cronista dell’Italia libera, da Radio Bari al congresso del Cln e di Rita Majerotti, dirigente sindacale e protagonista della difesa della Camera del lavoro di Bari dall’assedio fascista, nel 1922. Un altro incontro sarà dedicato a due donne impegnate nella guerra partigiana: Maria Diaferia di Corato e Cordelia La Sorsa di Molfetta. Si tratta di una anticipazione degli esiti di una ricerca avviata dall’Anpi di Bari sulle biografie dei combattenti per la libertà della Terra di Bari, intitolata «Vite Partigiane» e promossa con il sostegno della Università di Bari, della Città Metropolitana e della Fondazione Majerotti.

Rossella Cea 

 


Pubblicato il 26 Gennaio 2022

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