Cronaca

Dopo due anni di aule deserte: “Il rientro a scuola è vitale”

La Presidente Anpe ricorda che la scuola non è solo trasmissione di saperi, ma costruzione di relazioni e progetti di vita. E infatti l’assenza dai banchi ha creato resilienza alla solitudine e isolamento, ma anche incapacità di interagire e progettare il futuro, confrontandosi

Manca meno d’un mese alla riapertura di cancelli e portoni delle scuole d’ogni ordine e grado e la voglia di normalità dopo la pandemia si riversa tra banchi, su cattedre e registri dappertutto, lungo il nostro Stivale. E in Puglia tornano a farsi sentire le associazioni di categoria, soprattutto dopo il protocollo siglato dal MIUR alla vigilia di ferragosto. Ne parliamo con la presidente dell’Associazione Nazionale Pedagogisti di Puglia e Basilicata (Anpe), Filomena Labriola. Decisa a porre subito l’attenzione sugli interventi pedagogici all’interno delle scuole.

Allora dottoressa, siamo pronti a mettere da parte web e computer, per veder i nostri ragazzi dire ‘presente’ in un’aula di scuola?

<<In questo momento bisogna evidenziare l’importanza della scuola intesa come comunità e dunque badare alla tutela della sfera sociale e affettiva della popolazione scolastica, ma anche porre l’accento sulla rilevanza dell’inclusione rispetto agli alunni con bisogni educativi speciali. A questo proposito, col Presidente Emiliano s’è provveduto già due anni fa a una legge che ha visto l’approvazione del Consiglio regionale, ma che a tutt’oggi ancora non trova l’emanazione dei decreti attuativi per l’introduzione nelle scuole dell’unità di pedagogia scolastica, di cui Regione Puglia e Anpe sono convinti fautori>>.

Importante pigiare sull’acceleratore della centralità formativo-educativa, dunque…

<<Come pedagogisti crediamo che sia il momento opportuno per intraprendere un percorso a supporto non solo dei soggetti più fragili, ma di tutta la comunità-scuola. Con la riapertura dell’anno scolastico il 16 settembre l’associazione pedagogica vuole accelerare sui processi decisionali rivolgendosi al Presidente Regionale e al Direttore dell’Ufficio Scolastico per porre attenzione proprio alle problematiche pedagogiche, sociali e relazionali che, con l’assenza di attività in presenza per circa due anni, hanno fatto emergere in alunni, famiglie e personale scolastico>>.

 

C’è tanto da lavorare, vero?

<<Parliamo di questioni che necessitano di interventi pedagogici programmati e finalizzati alla ricostruzione di relazioni tra pari, e adulti, riformulazione di regole di convivenza civile, anche legate alle regole covid19, ma soprattutto alla comunicazione e a nuove metodologie didattiche. Guardi, l’importanza che riveste la scuola in tutti i suoi gradi (infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado) non è soltanto trasmissione di saperi, ma costruzione di relazioni e progetti di vita. E infatti l’assenza dai banchi di scuola ha creato resilienza alla solitudine e isolamento, ma anche incapacità di progettare il futuro. L’innovazione delle metodologie didattiche o di interventi di inclusione rimanda a un campo specificatamente pedagogico come anche il benessere degli alunni, sul quale si possono attivare diversi modelli di interventi escludendo quelli di tipo clinico così come evidenziato da quel protocollo sottoscritto il 14 agosto. Insomma, bisogna essere chiari: è’ giunto il momento di una collaborazione solida con Regione e Ufficio Scolastico per interventi reali  a supporto del ritorno alla “ normalità” non solo scolastica, ma collettiva. E per questo dai primi di settembre l’Anpe formalizzerà con una lettera il suo intento alla cooperazione e all’incontro>>.

Francesco De Martino


Pubblicato il 25 Agosto 2021

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