Primo Piano

Dopo i commercianti, riecco la rabbia dei ristoratori

L’amministrazione comunale di Bari continua a mietere vittime, anche stavolta a danno del sempre più martoriato Borgo Antico: una situazione disperata che rischia di condurre alla paralisi quello che un tempo era il punto nevralgico della movida barese, mentre adesso altro non è che un desolante panorama di saracinesche abbassate e tavolini vuoti. Appena sei mesi fa, infatti, erano scattate le prime ordinanze firmate dal sindaco Michele Emiliano che dichiaravano guerra ai proprietari dei gazebo “fuori legge”, costringendo di fatto i ristoratori alla chiusura. Le prime due vittime, infatti, sono state due locali di corso Vittorio Emanuele, “Lo Sprofondo” e il “Caffè Costes”: i gestori delle due attività avevano avuto un termine di cinque giorni per rimuovere le strutture abusive, altrimenti avrebbero provveduto gli operai inviati dal Comune a smantellare gli ombrelloni, le coperture in legno e in vetro, il tutto però a spese del proprietario. Da allora la linea del Comune non è cambiata, anzi, è proseguita imperterrita emanando ordinanze ai titolari di pub, ristoranti e pizzerie del centro storico, intimando la rimozione obbligatoria delle strutture esterne, pena sanzioni anche molto elevate e la chiusura del locale per cinque giorni, e consentendo l’utilizzo del suolo pubblico soltanto per i tavolini, gli ombrelloni e i paraventi essenziali, alti non più di un metro e ottanta. Ordinanze soffocanti e senza senso, che rischiano solamente di mandare sul lastrico non soltanto i ristoratori, costretti a chiudere, ma anche coloro che in quei locali avevano trovato occupazione. Migliaia di euro letteralmente buttati al vento per realizzare quelle strutture che garantivano anche un aspetto decoroso al centro storico e altrettante spese per ridurle in polvere: a quale scopo, ci si chiede? Dilaga ovviamente la rabbia e il senso di impotenza tra quanti gestiscono un locale nel centro storico, che tuttavia hanno anche paura di parlare, perché temono che, oltre che con le sanzioni, li colpiscano direttamente con la revoca della licenza o l’obbligo di chiusura. “Fino all’anno scorso corso Vittorio Emanuele era intasata da gente e locali, finchè il Comune non ha deciso di eliminare tutti i gazebo esterni, ben sapendo, però, che i locali all’interno sono molto piccoli. Nel giro di un anno come era prevedibile si è verificata la moria di locali e in poco tempo i ragazzi si sono ritrovati senza lavoro, sempre grazie a quest’amministrazione miope e disorganizzata. I locali del centro adesso sono quasi tutti chiusi e guarda caso la movida barese si è spostata a Poggiofranco”, dichiara il barman di uno dei pochi locali rimasti ancora aperti sul corso. “Sono queste le promesse di occupazione con cui si sciacquano la bocca i nostri politici in vista delle elezioni?” tuona dal canto suo Marcello Signorile, presidente dell’Associazione Libera Terziario, nonché rappresentante della lista civica “Città Nostra”, da anni fervente sostenitore del rilancio del centro storico con il progetto del porto turistico e della costruzione di laboratori di artigianato locale che diano nuovi posti di lavoro e favoriscano lo sviluppo economico della nostra città: “Il problema è sempre lo stesso – continua- e cioè che non si fa una politica a favore della collettività, ma sempre rivolta agli interessi di qualcuno. Quella condotta dalla nostra amministrazione altro non è che una politica sprezzante del bene pubblico: i ristoratori si impegnano, danno lavoro, e cosa hanno in cambio? Solo danni: chi è in regola viene penalizzato, chi non si comporta bene invece fa quello che vuole.” Oltre al danno, poi, anche la beffa: l’ultima iniziativa lanciata – manco a dirsi – dal Comune, il Summer Music Village, altro non è che un ulteriore colpo basso per i ristoratori del centro storico. Il palco sul lungomare barese che promette un ricco cartellone di eventi, partiti lo scorso 23 giugno e in programma fino al 5 agosto, significa infatti chiusura della zona al traffico e prezzi concorrenziali di cibo e bevande. “Come possono i locali del centro vendere la birra a 1€, con prezzi di gestione così alti? Fanno chiudere i locali, ostacolano la costruzione delle strutture e alla fine ci remano pure contro – dichiara Nando, barman di Masamune, l’apprezzato locale di piazza Mercantile – “Anche noi che non gestiamo direttamente i locali viviamo ogni giorno in uno stato di ansia e incertezza perché temiamo di perdere il lavoro.”Da una parte controlli severissimi nei locali in regola, dall’altra invece viene consentito agli abusivi di vendere, ad esempio, le sgagliozze per i vicoli e le piazze del centro storico, infestando così l’aria con fumi e fetori e riempiendo con assoluta noncuranza le zone circostanti di rifiuti nauseanti. Il centro storico, che avrebbe dovuto essere un vanto per la nostra città, è stato trasformato per il disinteresse dell’amministrazione comunale in uno spettacolo indecoroso e indecente, che i ristoratori della zona non possono più sopportare. Il promesso restyling della città vecchia che dovrebbe partire da metà luglio (“Chiacchiere”, secondo i ristoratori) altro non sarebbe che una semplice pezza messa per rattoppare e nascondere l’assoluta mancanza di intelligenza, coerenza e impegno nella gestione comunale.  Quali sono, allora, i progetti per il futuro per i locali del centro storico e di corso Vittorio Emanuele? Alla domanda, i ristoratori non hanno saputo rispondere; come sempre ci si augura lo faccia chi di competenza, non si sa bene chi, ma considerati gli ultimi sviluppi, molto meglio il nulla. Anzi….il silenzio! 

Lorena Perchiazzi


Pubblicato il 4 Luglio 2012

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio