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Dopo il ricorso contro l’ineleggibilità di Decaro, presentato un altro contro Leccese

Il neo Primo cittadino a rischio decadenza, se fosse accertata la sua mancata uscita preventiva dai ruoli di responsabilità ricoperti con la precedente Amministrazione

La notizia che l’elezione di Vito Leccese a sindaco di Bari avrebbe potuto dare adito a contenziosi era stata resa nota proprio da questa testata giornalistica nelle edizioni del 27 e 28 giugno scorso. Ora, però, gli ipotizzati contenziosi non sono più un’ipotesi, ma una certezza. Infatti, ad impugnare l’elezione del neo Primo cittadino barese, per supposti motivi di ineleggibilità, ci ha pensato un cittadino ormai molto noto nel mondo del civismo e dell’associazionismo locale, Donato Cippone, che nell’ultimo giorno utile (scaduto ieri!) ha provveduto a trascinare Leccese in Tribunale proprio in forza dei possibili vizi afferenti tale candidatura a sindaco. Difatti Cippone, attraverso i suoi legali (Ascanio Amenduni, Marco Cornaro e Giuseppe Mariani) ha presentato ieri il ricorso al Giudice ordinario entro il previsto termine di legge di 30 giorni dalla proclamazione ufficiale, per contestare a Leccese la sua ineleggibilità a sindaco, poiché per l’intera durata della precedente amministrazione Decaro (cessata – come è noto – lo scorso 9 luglio) avrebbe continuato a svolgere, anche in via di fatto, un rilevante incarico, quello di Capo di Gabinetto, che, se non dismesso preventivamente ed effettivamente, renderebbe la  candidatura a sindaco illegittima e, quindi, la susseguente elezione oggetto di decadenza, qualora un qualsiasi cittadino, elettore del Comune in questione, ritenga di attivarsi giudizialmente. Ma riassumiamo sinteticamente la questione che i tre difensori di Cippone hanno rappresentato al Tribunale con un ricorso lungo ben 27 pagine ed inoltrato in via telematica solo poche ore prima della scadenza dei termini, a causa della complessità della vicenda e, soprattutto, – a detta degli stessi legali – per il non sempre facile e rapido accesso, presso gli uffici comunali, a tutti gli atti necessari al procedimento. Nel ricorso, richiamando il Testo unico sugli enti locali, vengono elencate i soggetti “ineleggibili” (art. 60) che devono dimettersi all’atto di accettazione della candidatura, qualora decidono di presentarsi candidati per organi elettivi dello stesso ente in cui ricoprono uno dei ruoli elencati nello stesso articolo del D.Lgs. 267 del 2000. Infatti, hanno rilevato gli stessi esperti, al comma 1 – punto 5 – di detto articolo vengono espressamente richiamate le seguenti figure: “I titolari di organi individuali ed i componenti di organi collegiali che esercitano poteri di controllo istituzionale sull’amministrazione del Comune o della Provincia nonché i dipendenti che dirigono o coordinano i rispettivi uffici”. E tra questi è da comprendere anche il Capo dell’Ufficio di Gabinetto del sindaco, che – hanno sottolineato ancora gli esperti – in base all’articolo 6 del Regolamento comunale “ha poteri di coordinamento e controllo su tutti gli Uffici e Ripartizioni comunali”. Quindi, l’ipotesi di ineleggibilità di Leccese potrebbe non essere affatto peregrina ed infondata. Però, stante una determina dirigenziale agli atti del Comune, il neo sindaco Leccese si era dimesso il 2 maggio scorso (ovvero prima di accettare la candidatura a sindaco) dall’incarico di collaboratore (a titolo gratuito) dello staff del sindaco Decaro (e quindi non più di Capo di Gabinetto), che gli era stato conferitocon una delibera di Giunta (la n. 1120 del 29/12/23). Però, altri atti prodotti nel ricorso dai legali di Cippone e talune altre norme richiamate dagli stessi rendono la vicenda alquanto complicata e, quindi, la questione sollevata non è affatto semplice da dipanare, se non attraverso un contenzioso giudiziale. Infatti, a ciò dovranno pensarci i giudici del Tribunale di Bari, perché il ricorso sulla paventata ineleggibilità del successore di Decaro è stato presentato. Perché il cittadino Cippone lo ha fatto? “Per lo stesso motivo – ha dichiarato l’interessato – che lo ha spinto qualche settimana fa a presentare ricorso alla Corte d’Appello di Napoli contro l’elezione ad eurodeputato dell’ex sindaco Antonio Decaro, perchè anch’egli avrebbe dovuto dimettersi preventivamente per candidarsi senza incorrere in cause di ineleggibilità!”. “Quindi, – ha esclamato il ricorrente contro Decaro prima e Leccese ieri – per ragioni di rigoroso rispetto dell’Ordinamento repubblicano e delle regole democratiche!” Ossia per motivi di “Giustizia” e rispetto della Costituzione. Infatti, in un qualsiasi Ordinamento democratico per essere effettivamente tale, oltre ai “voti”, anche l’effettivo rispetto delle “regole” del “gioco” è condizione imprescindibile per l’esistenza del sistema stesso.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 9 Agosto 2024

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