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Dopo la “sagra del programma”, la sagra delle poltrone

La ‘sagra del programma’ di governo di Michele Emiliano per la Regione è iniziata e terminata con la campagna elettorale che lo ha visto candidato per succedere a Nichi Vendola alla guida della Puglia. Ora, però, che le elezioni sono state celebrate ed il segretario del Pd pugliese è stato eletto governatore sta per iniziare invece la “sagra delle poltrone” per lui e la coalizione di partiti che lo hanno sostenuto. Infatti, il “bottino” da spartirsi  all’interno della maggioranza non sono soltanto i dieci posti della giunta regionale, ma ci sono pure una marea di altri posti di governo e sottogoverno che il neo presidente della Regione dovrà assegnare o perché gli incarichi decadono contestualmente al mandato del governatore che li ha attribuiti, oppure perché giunge a scadenza naturale la durata stessa dell’incarico da rinnovare. Insomma, per il nuovo governatore regionale non c’è soltanto la partita degli assessorati da affrontare, ma ci sono da ridisegnare anche gli assetti organizzativi ed amministrativi della Regione che devono essere rimodulati alla luce dei nuovi equilibri di governo, ma soprattutto essere ridisegnati in funzione del neo governatore Emiliano che sicuramente dispone già di un lungo elenco di nomi di sua fiducia, da collocare nei posti chiave dell’amministrazione regionale. Infatti, le prime caselle da sistemare, oltre quelle della giunta, per Emiliano saranno quelle dello staff del presidente, tra cui primeggia la poltrona del capo di Gabinetto ed a seguire tutte le altre. Ma non sono soltanto queste le figure da sistemare nel quadro di un nuovo assetto governativo della Regione, perché tra i primi incarichi da rivedere, per un nuovo presidente che vuole marcare la discontinuità con il predecessore, ci sono sicuramente i posti dei direttori generali delle cinque Agenzie regionali: l’Arem (l’Agenzia per la mobilità e trasporti) da Vendola affidata ad Antonio Marra; l’Ares (l’Agenzia per la gestione della Sanità) attualmente diretta da Ettore Attollini, ex assessore tecnico di Vendola alla Sanità subentrato al professor Fiore; l’Arpa (l’Agenzia pugliese per l’ambiente) a suo tempo affidata da Vendola al professor Giorgio Assennato; l’Arif (l’Agenzia forestale) attualmente presieduta dall’ex consigliere regionale salentino del Pd, Giuseppe Taurino, non rieletto nel 2010; l’Arti (l’Agenzia pugliese per la tecnologia e l’innovazione) presieduta da Evelina Milella. Ma non ci sono soltanto le poltrone delle Agenzie che il neo governatore deve rinnovare per scadenza di mandato contestualmente al governatore uscente, poiché ci sono pure gli incarichi di enti regionali come Puglia Promozione che si occupa di turismo, guidata da Giancarlo Peccerillo, il Teatro pubblico pugliese, presieduto da Carmelo Grassi ed Apulia film commission, presieduto da Maurizio Sciarra. Tra gli incarichi in scadenza insieme a Vendola c’è pure quello del segretario generale dell’Adb (l’Autorità di bacino) affidato ininterrottamente dalla sua istituzione, nel 2005, al professor Antonio Rosario Di Santo. Le partecipate della Regione invece rinnovano i propri vertici con scadenza triennale o quinquennale con decorrenza a secondo di quando sono stati nominati i loro attuali amministratori. Tra esse figurano Puglia Sviluppo (amministratore unico Sabino Persichella), Innova Puglia (presieduta da Pasquale Chieco), Acquedotto Pugliese (amministratore unico Nicola Costantino), Aeroporti di Puglia (amministratore unico Giuseppe Acierno) e Puglia valore immobiliare (amministratore unico  Cataldo Balducci). A queste si vanno ad aggiungere una serie di partecipate minori in cui la Regione ha solo un potere di designazione parziale dei vertici. Però, il pacchetto di nomine regionali più consistente per importanza resta quello dei direttori generali delle sei Asl pugliesi, oltre quello del Policlinico di Bari, e di altri incarichi sempre nel settore sanitario. Queste, però, non scadano in concomitanza con il rinnovo del consiglio e l’elezione del presidente regionale, bensì dipende da quando sono state affidate e dalla loro durata che è triennale. Ma su quest’aspetto il neo governatore Emiliano ha già in campagna elettorale lasciato intendere che si aspetta “dimissioni di cortesia” da coloro che sono stati designati dal suo predecessore. Come dire loro: “Le dimissioni anticipate sono volontarie, ma se ve lo chiedo è necessario obbedire”. Infatti, proprio il valzer delle poltrone nella Sanità potrebbe essere uno dei primi atti a cui Emiliano vorrebbe metter mano non appena si insedierà, perché per le altre poltrone potrebbe non essere altrettanto urgente. Come, forse, il neo governatore non ritiene neppure urgente completare la squadra di governo, che ha già annunciato potrebbe essere, per il momento, composta soltanto da 5 assessori uomini, scelti tra gli eletti della maggioranza, e due donne esterne. Insomma, per ora pare che la parità di genere in giunta è una delle priorità di Emiliano. Ma questo potrebbe essere solo un alibi, perché le vere motivazioni potrebbero essere altre.    

Giuseppe Palella     


Pubblicato il 13 Giugno 2015

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