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Dopo novant’anni l’Aeroporto di Bari non è più “di Palese”

Dopo circa novant’anni l’Aeroporto di Bari non è più (anche) “di Palese”, che è la località su cui effettivamente ricade l’intera struttura aeroportuale. Infatti, dall’apposita insegna di scalo, presente all’interno dell’aeroporto barese, da qualche anno è scomparsa la dicitura “Palese”, che si accompagnava  alla scritta “Aeroporto di Bari” dopo il nome del capoluogo. La rimozione del nome “Palese” da accanto a quello “di Bari” ad alcuni cittadini forse è sfuggita, ma a molti no. Ciò che invece sfugge a tutti, o quasi, è sicuramente il perché la seconda parte della denominazione localistica dello scalo aereo cittadino, per altro indicativamente corretta del luogo che da oltre novant’anni ospita l’Aeroporto, sia improvvisamente scomparsa dall’insegna principale dello scalo barese. Per la cronaca ricordiamo che molti altri scali aerei nazionali, a cominciare da quelli di Roma e Milano, da sempre (e tuttora) sono identificati sia con il nome della città servita per il decollo e gli arrivi dei mezzi aerei che da quello della specifica località ove ha sede la struttura aeroportuale. Infatti, non è forse superfluo ricordare che i due aeroporti della Capitale hanno come denominazione uno “Roma Ciampino” e l’altro “Roma Fiumicino”. Specificazioni che individuano le rispettive località dei due scali e che – per l’appunto – vengono pedissequamente riportate anche sulle rispettive insegne presenti nei due aeroporti capitolini. Analogo discorso per altri importanti scali come i due lombardi di “Milano Linate” e “Milano Malpensa” o per quello di “Cagliari Elmas”, di “Verona Villafranca”, di “Napoli Capodichino” e di “Ancona Falconara”. E l’elenco degli esempi potrebbe continuare anche con altri aeroporti minori. Non a caso, alcuni cittadini del V Municipio di decentramento amministrativo di Bari da un po’ di tempo in qua si chiedono: “Come mai per l’aeroscalo di Bari è letteralmente scomparso il nome della località in cui ha sede effettivamente la stazione aerea?” Storicamente, ma anche giornalisticamente, non è superfluo neppure ricordare che l’Aeroporto barese, sorto nei primi anni Trenta del secolo scorso come struttura militare ma poi utilizzato anche per voli civili, è sempre stato individuato con la dicitura “di Bari Palese”. Denominazione localistica poi passata al nuovo scalo aereo realizzato tra la fine degli anni Sessanta e primi anni Settanta, sempre in territorio della ex frazione a nord del Capoluogo, in contiguità con la vecchia struttura militare. Infatti, anche quest’ultima struttura aeroportuale è sempre stata denominata nelle apposite insegne di scalo con la dicitura “Aeroporto di Bari – Palese”. Ed a conferma di ciò alleghiamo al presente servizio un’immagine fotografica della nuova stazione aerea risalente agli anni Settanta, in cui è possibile leggere chiaramente il contenuto dell’insegna apposta sulla facciata esterna dello scalo ed antitante il piazzale di parcheggio e che riporta con uniformità di caratteri la scritta: “Aeroporto di Bari Palese”. Indicazione, questa, che – come dimostra la foto allegate e molti anche ricorderanno – era visibile fino a qualche anno  all’interno del nuovo Aeroporto civile barese, poi intitolato da dicembre del 2005 al papa polacco Karol Wojtyla, scomparso nell’Aprile dello stesso anno. Non di secondaria importanza è anche rilevare che da sempre nei bollettini ufficiali meteorologici nazionali la stazione aeroportuale barese, sede delle apparecchiature di rilevazione meteo, viene specificatamente indicata con il nome di “Bari Palese Macchie”. Quindi, si chiedono inoltre gli stessi cittadini: “Perché da qualche anno sia nell’insegna che nelle pubblicizzazioni turistiche dello scalo aero barese la società partecipata regionale ‘Aeroporti di Puglia’ menziona solo il nome del capoluogo, omettendo la dicitura completa che include la località sede della struttura?” Infatti, qualche utente dei “social”, dopo un nostro recente servizio dedicato alla scomparsa della dicitura “Macchie” financo dalla carta intestata del locale V Municipio, ha avanzato il sospetto che nei confronti della comunità di Palese Macchie possa essere in atto un tentativo di disidentificazione territoriale, amalgamando forzosamente, per subdoli fini politici e, quindi, di parte, detta località che – da non dimenticare – comunque ha una sua precisa identità geografica, oltre che storica e culturale, al restante territorio ed etnografia barese, con cui ha sicuramente poco a che fare, sia dal punto di vista geografico che storico-culturale. Se così fosse, sarebbe molto grave per un territorio ed una comunità di cittadini di diverse migliaia di abitanti a cui un paio di lustri fa è stata negata l’autonomia comunale a causa di pesanti ingerenze politiche baresi, che hanno rappresentato e rappresentano tuttora interessi non sempre chiari e, forse, neppure troppo legittimi. Ancor più grave l’assordante silenzio degli esponenti politici del territorio in questione, a cominciare del locale Organo di decentramento amministrativo (Circoscrizione prima, V Municipio ora), che pur volendo prescindere da considerazioni di carattere “politico” e “sociologico”, in presenza di una così plateale omissione, qual è per l’appunto l’evidente scomparsa del nome “Palese” nelle attuali insegne aeroportuali, finora non hanno sollevato alcun tipo di obiezioni e proteste nei confronti sia della società di gestione dell’Aeroporto, l’Adp Spa, che della Regione e del Comune di Bari. Ma così agendo, la classe politica palesina si è ancora una volta rivelata semplice “manipolo” di “cavalier serventi” della “Corte” politico-amministrativa barese, incapace di tutelare neppure le ragioni storiche e geografiche del territorio da essa rappresentato. Ma questo – a detta di alcuni stessi palesini – avrebbe forse significato “voler chiede troppo” ad una classe di individui, che finora si sono contraddistinti unicamente per l’autoincensamento e per aver condannato la propria comunità financo all’irrilevanza socio-identitaria in ambito non solo metropolitano ma, come dimostra la vicenda dell’insegna localistica dell’Aeroporto Karol Wojtyla, addirittura nazionale ed internazionale.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 31 Luglio 2019

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