Cultura e Spettacoli

Dopo-Pasquetta… come il dopo-Befana

Il dopo-Pasquetta per certi versi somiglia al dopo-Befana. Come al 7 gennaio ci si interroga su cosa fare degli avanzi di panettoni e pandori, al martedì successivo al Lunedì dell’Angelo tocca fare i conti con quanto resta di colombe, uova e scarcelle, mentre il problema non si pone per quei prodotti che messi al sicuro in frigorifero possono essere consumati senza fretta (la pastiera, l’agnello di pasta reale, il salame di biscotto). La colomba è la cosa che più facilmente si presta ad essere riconvertita in dolce da prima colazione : inzuppata nel cappuccino al posto dei biscotti regge meravigliosamente il confronto (ma volendo può anche diventare la base per torte da forno o da dessert). Più complicato il recupero del cioccolato, nel senso che la tentazione a consumarlo indiscriminatamente è forte. Per scoraggiare dissennate overdose si consiglia di triturarlo finemente (la mossa ha valore psicologico : un cucchiaino di polvere di cioccolato non dà la stessa soddisfazione del morso sulla stessa quantità solida) ; la polvere va poi conservata in un barattolo di vetro ben chiuso. Più in là lo si potrà impiegare per confezionare dolci tra i cui ingredienti sia previsto il cioccolato. E le scarcelle? L’uovo (sodo) che esse racchiudono può essere consumato separatamente anche a distanza di giorni. Resta la pasta frolla. L’unica, come per la cioccolata, è triturarla finemente e destinarla a torte e dolci la cui superficie, in panna o crema, si presti ad una ‘spolverata’. Esistono, poi, gli avanzi ‘paralleli’ : le confezioni. Perché sprecare questo materiale? Per esempio, l’involucro di plastica della colomba può essere riutilizzato come contenitore di generi alimentari o come sacchetto per i rifiuti. La carta plasticata che avvolge l’uovo, invece, per il fatto d’essere argentata dalla faccia interna si presta a diventare un’inaspettata superficie riflettente. Spiegata su un pannello di compensato leggero o di cartone pesante, è possibile utilizzarla in fotografia per illuminare soggetti in controluce senza fare ricorso alla brutalità del flash (ma alcuni usano ammorbidire tale violenza luminosa puntando il faretto proprio sul pannello riflettente). Addirittura, questi fogli di plastica vengono adoperati dai cacciatori per attirare gli uccelli. Funziona così : Steso e assicurato con quattro pietre l’involucro al centro di una radura, il cacciatore va ad appostarsi. Dall’alto gli uccelli scambiano il luccichio del pannello per una pozza d’acqua e calano. E allora … Una cosa più comoda dello specchietto in uso per le povere allodole, meno ingombrante e facile da nascondere (il sistema rientra nella categoria dei richiami proibiti). – Nell’immagine, ‘Colazione sull’erba’, di Edourd Manet (1862-1863), olio su tela, cm. 208 x 263, ubicazione : Musée d’Orsay, Parigi.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 19 Aprile 2017

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