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Dopo più di cinquant’anni, a Palese chiude la “Monsignor Sanna”

Disagi in vista per famiglie e alunni dell'istituto, che non essendo in un Comune autonomo, potrebbero essere ricollocati in scuole anche fuori del territorio del V Municipio

A Palese, dopo più di cinquantennio da quando è stato istituito, chiude i battenti l’istituto della scuola cattolica elementare paritaria “Monsignor Giovanni Maria Sanna”, ospitato in un immobile di proprietà ecclesiastica antistante la chiesa parrocchiale di “Stella Maris”. A subire le conseguenze dirette della improvvisa cessazione dell’attività didattica della scuola “Monsignor Sanna”, già dall’anno scolastico 2024-2025, saranno sicuramente le 55 famiglie che hanno i figli che già negli anni scorsi frequentavano una delle cinque classi di primo grado della scuola dell’obbligo e che alla “Monsignor Sanna” rappresentavano l’intero ed unico corso didattico presente nell’istituto. Però, oltre alle famiglie degli alunni, a farne le spese saranno anche il corpo docente ed il personale ausiliario, circa una decina di unità complessivamente, che già dal prossimo mese di settembre resteranno senza lavoro. Ma a rendere ancora più problematiche le conseguenze dell’improvvisa decisione di cessare già dal prossimo anno scolastico l’attività didattica alla “Monsignor Sanna” c’è il fatto che i 55 alunni dell’istituto (ad eccezione di coloro che hanno già terminato il ciclo) non possono essere assegnati in toto, o ripartiti, presso nessuna delle scuole elementari pubbliche presenti nel territorio di Palese e Santo Spirito, poiché i dirigenti scolastici di detti istituti hanno già fatto sapere di essere già oltre capienza con i corsi presenti nei rispettivi plessi e dove le classi sono già state composte per il prossimo anno scolastico. Tantomeno, nella comunità del V Municipio di decentramento barese esistono altre scuole paritarie similari dove poter collocare gli alunni della “Monsignor Sanna”. In altri termini, tutti gli alunni già iscritti dallo scorso gennaio a detto plesso di Palese, soprattutto per la prima classe, per l’anno scolastico 2024-2025, dovrebbero essere necessariamente dirottanti in istituti pubblici o paritari presenti in altre zone della città di Bari, perché negli istituti scolastici di Palese e Santo Spirito non ci sono i posti per le ragioni innanzi rappresentate. Disagi, quindi, non da poco per tutte le famiglie degli alunni interessati direttamente dalla chiusura a Palese della gloriosa e benemerita scuola cattolica dapprima privata e poi paritaria, messa su e gestita per oltre un quarantennio dalla locale congregazione delle “Suore di Gesù crocifisso”, con la direzione del benemerito parroco don Nicola Troccoli, ora scomparso,  e passata poi, circa 15 anni fa, nelle mani di un’associazione cattolica di ambito diocesano, che ha continuato a tenerla in vita fino all’anno scolastico conclusosi lo scorso giugno. E’ probabile – a detta di molti – che uno dei fattori principali della chiusura improvvisa della scuola “Monsignor Sanna” di Palese sia quello economico. Ossia i costi di gestione che negli ultimi tempi sono sicuramente lievitati (energia, personale, manutenzioni, etc.) e che verosimilmente non trovano più copertura con gli introiti rivenienti dalle rette mensili corrisposte dalle famiglie e dal contributo statale di circa mille euro per alunno erogato dal Miur all’associazione cattolica che gestisce detto plesso scolastico. Le rette a carico delle famiglie non posso di certo gravare in maniera indiscriminata ed essere, quindi, aumentate in modo esponenziale, né il sostegno statale può essere diverso e superiore a quello previsto su scala nazionale, per tutte le altre scuole paritarie dello stesso ordine e grado. “Per noi genitori degli alunni della ‘Monsignor Sanna’ – ha esclamato Krizia Colaianni, madre di uno di questi – la notizia della chiusura della scuola, dataci lo scorso 1° Agosto, è chiaramente irregolare (ndr – il preavviso andava dato entro i primi di febbraio ed accompagnato dal blocco delle iscrizioni a tutte le classi!) ed è stata come un fulmine a ciel sereno!”. Infatti, ha proseguito Colaianni, “uno dei disagi principali sta nell’impossibilità di ricollocazione negli istituti del territorio dei nostri piccoli studenti”. “Un problema, questo, che, se non sarà risolto o con il proseguimento dell’attività didattica della ‘Monsignor Sanna’ o con il potenziamento immediato degli altri istituti scolastici del nostro territorio – ha spiegato questa mamma – ci costringerà necessariamente ad iscrivere fuori da Palese e Santo Spirito i nostri figli, per il prossimo anno scolastico e, forse, anche per gli anni successivi poiché, essendo la comunità del V Municipio parte di quella della città di Bari, tutti i disagi che ricadranno su alunni e genitori degli studenti della ‘Monsignor Sanna’, con la chiusura improvvisa di detta scuola, trattandosi non esistono, trattandosi di reinserimenti in plessi dello stesso Comune, sia pur distanti diversi chilometri da Palese e Santo Spirito”. “Diversamente, – ha rilevato Colaianni, che nella vita svolge la professione di avvocato – se la realtà di Palese e Santo Spirito (ndr- oltre 33mila abitanti) fosse autonoma da Bari e, quindi, fosse un Comune a sé, la situazione determinata dalla chiusura della ‘Monsignor Sanna’ sarebbe stata considerata una vera e propria emergenza, a cui l’ente comunale del territorio avrebbe dovuto provvedere tempestivamente”. Un’affermazione, quest’ultima, che fatta da un’ esponente del Consiglio del V Municipio barese appena eletto, qual è per l’appunto Colaianni, rende in parte bene l’idea di quali sono i limiti e le differenze tra “decentramento” ed “autodeterminazione” amministrativa per una popolazione distinta e distante da Bari, qual è – per l’appunto – quella di Palese e Santo Spirito.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 10 Agosto 2024

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