Cultura e Spettacoli

Dov’è finita la belva di Noci?

Qualche settimana fa ci occupavamo di cani scambiati per altri canidi, un caso frequente nelle nostre campagne dove il crescente numero di randagi dà vita a ibridazioni incontrollate. Il che se non crea apprensioni quando si parla di volpi (comunque portatrici di rabbia silvestre), mette ansia nel caso del lupo ; ansia ingiustificata dal momento che, a differenza del randagio in branco, il lupo è inoffensivo per l’uomo. Altre volte però certi accoppiamenti possono dar vita a equivoci forieri di qualcosa di più dell’ansia. Non si è più sentito parlare della presunta iena di Noci. Era la Pasqua di otto anni fa quando nelle campagne del piccolo centro della Valle d’Itria si diffuse l’ossessione di questo animale. Il clima psicologico lo consentiva poiché da qualche tempo in quelle campagne ‘qualcosa’ girava sbranando puledri, asini e vitelli. Le denunce di avvistamento arrivarono a essere così tante che privati si organizzarono in battute di caccia mentre pattuglie di Carabinieri e Rangers dello Zoo Safari di Fasano perlustravano il territorio. Non fu trovata alcuna iena. Escludendo il caso della bestia sconosciuta e simile alla iena, ovviamente di origine aliena essendo stata vomitata sulla Terra da un qualche buco nero, l’unica ipotesi ragionevole resta quella d’un grosso e aggressivo meticcio dalla livrea maculata o striata come quella della ‘Hyaena Hyaena’. Il resto in questi casi lo fa l’abbaglio, che alimenta l’equivoco da cui prende vita la psicosi. Eppure, a Noci, più d’uno crede ancora alla iena. E sono gli stessi che credono ai tanti puma, leoni, giaguari e altri animali feroci che di tanto in tanto vengono segnalati anche in Puglia. Tra i ‘segnalatori’ di queste presenze possiamo considerare una percentuale altissima di visionari e burloni ; d’altra parte non passa estate senza che si parli di squali nel Tirreno e di pitoni e anaconde nelle campagne che costeggiano il Po (e a New York non è diffusissima la credenza che vuole le fogne della Grande Mela popolate di coccodrilli?). Sono comunque  felini e canidi pericolosi (o ritenuti tali) a fare più notizia. Benché appartenenti a specie protette, queste bestie possono essere importate abbastanza facilmente. L’essenziale è che i ‘clandestini’ si presentino neonati alla frontiera. Un cucciolo di iena, di tigre o addirittura di orso polare che abbia una settimana di vita può passare senza difficoltà per un cucciolo di cane. Dopo, una volta che queste belve siano cresciute e che sia divenuto problematico gestirle e nasconderne l’esistenza, i proprietari scellerati (quelli coscienziosi fanno donazioni a zoo) optano per la soluzione più criminosa : mettere in libertà l’oggetto di uno svago scriteriato.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 23 Giugno 2012

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