Cronaca

Dovrebbe essere quasi una passeggiata per il candidato sindaco del centrosinistra

Alle amministrative baresi di domenica scorsa il traguardo del 50% + 1 dei consensi è stato sfiorato dal candidato sindaco del centrosinistra, Antonio Decaro, per una manciata di circa 1400 voti. Infatti, Decaro si è fermato a quota 49,38%, attestandosi circa quattordici punti al sopra del secondo classificato, Domenico Di Paola che, con la coalizione di centrodestra, non è riuscito ad andare oltre il 35,77%. Una forbice notevole, questa, che in termini di consensi è pari a 24.367 voti di differenza e potrebbe forse far credere che il ballottaggio dell’8 giugno prossimo dovrebbe essere quasi una passeggiata per il candidato sindaco del centrosinistra che, per raggiungere la vittoria finale, potrebbe avere invece di fronte a se una strada da percorrere in salita parimenti difficile e disseminata di insidie quanto quella del suo concorrente di centrodestra, E ciò anche se il risultato del primo turno apparentemente potrebbe far credere che gli elettori baresi hanno sostanzialmente già decisi al primo turno il nome del successore di Michele Emiliano e, al secondo turno, devono solo formalizzarlo. Infatti, è noto che in politica non vi è, mai, nulla di scontato. Anzi, a volte, ciò che appare impossibile diventa, poi, realizzabile. In molti casi analoghi a quello emerso dalla consultazione della scorsa domenica si è verificato che il candidato sindaco in vantaggio al primo turno è riuscito poi ad essere eletto al ballottaggio. Però, è pure accaduto che la regola qualche volta è stata smentita dai fatti, perché ci sono pure diversi casi di candidati sindaco in notevole svantaggio al primo turno che hanno ribaltato il risultato al ballottaggio. Quindi, a Bari la partita per l’elezione del nuovo Primo cittadino è ancora tutta da giocare ai tempi supplementari, in quanto nei tempi ordinari il candidato sindaco del centrosinistra ha avuto l’occasione per mettere la palla in rete, come suole dirsi in termini calcistici, ma in effetti non ci è riuscito, sfiorando così la vittoria. Ora, infatti, Decaro si presenta come favorito, ma non può assolutamente sottovalutare l’avversario che, oltre a presentarsi sicuramente psicologicamente più agguerrito, perché parte da un evidente posizione di svantaggio, si presenta anche in condizioni di minore tensione, in quanto si è forse pure preparato per tempo ad affrontare i tempi supplementari. E, quindi, a spendersi tutte le energie a sua disposizione nella partita del ballottaggio. Infatti, da un’attenta lettura dei risultati del primo turno si evince che il grande margine di vantaggio conseguito da Decaro si base principalmente sul successo elettorale conseguito da alcune liste civiche della sua coalizione e sull’apporto, determinante al  risultato raggiunto, dato al suo nome da altre piccole civiche che non hanno ottenuto seggi al primo turno e che, comunque, non ne conquisteranno alcuno anche nel caso di vittoria della coalizione di cui fanno parte. Un ragionamento analogo vale anche per la coalizione che sostiene Di Paola, con la differenza, però, che mentre le piccole liste civiche presenti nella coalizione di centrodestra sono composte prevalentemente da candidati già tendenzialmente di centrodestra ed hanno, quindi, rastrellato voti quasi esclusivamente della stessa parte, le civiche del centrosinistra invece annoverano molte presenze di candidati provenienti dalle fila del centrodestra che al primo turno hanno sottratto voti a Di Paola. Infatti, per avere conferma di tale affermazione basta confrontare i risultati ottenuti alle comunali con quelli emersi alle europee nei 345 seggi baresi. Pertanto, al turno di ballottaggio, per vincere le comunali sarà fondamentale intercettare, oltre che il consenso degli elettori indecisi, anche quello degli elettori che al primo turno hanno sostenuto i candidati delle civiche, sia che abbiano ottenuto seggi, sia che non abbiano raggiunto il quorum per ottenerli. Ed è proprio su tali liste che questa volta si potrebbero giocare le sorti della vittoria o della sconfitta per entrambi i contendenti. Difatti, i dati scaturiti dalle urne dimostrano che la sommatoria dei voti conseguiti da tutte le civiche presenti al gioco delle amministrative è di gran lunga maggiore a quella dei consensi riportati nella stessa competizione dalle sigle dei partiti tradizionali. Quindi, si tratta di una fetta mobile di elettorato che come nel gioco del calcio si sposta facilmente da una parte all’altra del campo. Esattamente come un pallone. E questo, come si sa, essendo tondo, rotola senza alcun problema.          

 

 

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 28 Maggio 2014

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