Cronaca

Due anni di promesse, belle parole e leggi rimaste sulla carta per l’ex polizia provinciale

Due anni di promesse, belle parole e leggi rimaste sulla carta: a dicembre 2015 con legge regionale n. 37 veniva istituita la sezione regionale pugliese di vigilanza che avrebbe dovuto comprendere un nucleo di vigilanza ambientale. Un nucleo di vigilanza, come rammenta il segretario del sindacato autonomo “C.S.A. Regioni Autonomie Locali” Carlo Cirasola, composto dall’organico delle ex polizie provinciali e da un nucleo vigilanza controllo tutela e rappresentanza. Fatto sta che il personale attualmente in servizio presso la sezione provveditorato economato e già in possesso di qualifica di polizia giudiziaria, non ha ancora ricevuto direttive specifiche. Infatti, con successiva delibera di giunta regionale (n. 1080 del luglio 2016) e dopo solo sette mesi l’Ente disponeva che, con atto organizzativo, i due nuclei sarebbero stati incardinati per ovvie ragioni organizzative presso la sezione regionale di vigilanza del dipartimento mobilità, qualità urbana, opere pubbliche, ecologia e paesaggio. E non basta. Con atto dirigenziale n. 24 del 09.11.2016 del capo del citato dipartimento finalmente si è deciso di procedere a questo transito assegnando alla Dott.ssa Iannarelli l’incarico per le procedure amministrative di pertinenza. <<Siamo cosi giunti a dicembre 2016, e a distanza di un anno dalla legge regionale 37/2015 abbiamo soltanto potuto verificare che il personale della ex polizia provinciale di fatto staziona in stanzoni dotati di sole sedie per sedersi, nella più totale inattività grazie alla inerzia delle istituzioni e dei funzionari destinatari delle procedure ed il personale regionale del nucleo vigilanza controllo tutela e rappresentanza è invece al momento trattato come merce di magazzino contesa tra il dirigente la sezione provveditorato economato e il dirigente della sezione di vigilanza>>, protesta per iscritto in una lunga missiva indirizzata a politici e amministratori pugliesi. Cirasola reputa questo disinteresse al buon andamento della macchina pubblica un <<grave atteggiamento>>, finalizzato fondamentalmente ad interessi propri e non pubblici nella gestione del personale,  ma soprattutto un pessimo esempio nella organizzazione delle risorse umane reputate propri oggetti di scambio o baratto. E già da un anno il sindacato di Cirasola minaccia fuoco e fiamme, minacciando di denunciare agli organi competenti coloro che si sono resi responsabili di queste omissioni. Omissioni, sia ben chiaro, che precludono il riconoscimento delle qualifiche di P.S. e P.G., l’applicazione del regolamento dei servizi della sezione di vigilanza e le relative indennità economiche di funzione. Insomma, a rimetterci alla fine sono sempre gli anelli deboli della catena e cioè i dipendenti delle ex province pugliesi, costretti a oziare senza poter guadagnarsi onestamente lo stipendio…

Antonio De Luigi

 


Pubblicato il 29 Novembre 2017

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