Cultura e Spettacoli

“Due in una mutanda”: troppo comoda o troppo stretta?

“Due in una mutanda”, una pièce teatrale che sigla il ritorno sulla scena dell’Anonima GR in una commedia scritta da Dante Marmone e Tiziana Schiavarelli, che nell’occasione rivestono i panni di due gemelli siamesi pronti a vivere una serie di inverosimili e improbabili avventure.

La commedia, dai risvolti tragicomici, è incentrata sui personaggi di Biagio e Ketty e si svolge quasi interamente nel salotto dell’abitazione dei due fratelli “eccessivamente uniti”,  costretti a vivere una vita di coppia troppo ravvicinata e quasi sempre inaccettabile.

Sono due gemelli siamesi che hanno trascorso la loro esistenza “incollati”. Tuttavia, divenuti adulti sentono ormai troppo stretta e quasi opprimente quell’unica mutanda che indossano dalla nascita.

I due giovani vivono la loro quotidianità rinfacciandosi continuamente il male di vivere comune. Soprattutto Ketty sogna la separazione, anche se i loro organi interni sono unici e condivisi all’interno dei due corpi. La donna sogna di poter vivere appieno la sua femminilità, la sua sessualità ed è pronta ad affrontare l’intervento pur di poter indossare lingerie e abiti eleganti e per poter vivere le storie d’amore vissute sui social solo virtualmente.

Biagio non è proprio sicuro di volersi separare; in fondo in quel corpo ha vissuto sereno fino a quel momento, al fianco di una sorella lamentosa, ma indispensabile per non sentirsi mai solo.

Tuttavia la decisione è presa e i due fratelli si affidano ad un ambiguo chirurgo plastico e ad un altrettanto oscuro trafficante di organi umani, che propongono loro l’operazione in cambio di centomila euro.

Vien da chiedersi a questo punto come facciano i due gemelli, che percepiscono la sola pensione di invalidità, a possedere tale somma di denaro. Solo seguendo la esilarante commedia lo spettatore riesce a sciogliere tutti questi arcani e si trova a rivivere con i personaggi le loro disavventure tragicomiche che mettono però sempre in rilievo l’importante valore della vita.

Una commedia tutta da gustare, che in chiave umoristica riesce a mettere a nudo le caratteristiche di una società borghese nella quale la fanno da padroni il vil denaro, la voglia di apparire sui social, la ricerca virtuale dell’altro, ma anche il desiderio di riconquista della propria libertà e di indipendenza.

Il cast, formato da Toni Vavalle, Michele Santomassimo, Azzurra Martino e Antonello Loiacono, è ricco di personaggi che si avvicendano sulla scena affiancando in modo altrettanto magistrale Dante Marmone (regista) e Tiziana Schiavarelli.

Lo spettacolo si replica il 14, 15, 21 e 22 aprile (il sabato alle 21, la domenica alle 19).

Marina Basile


Pubblicato il 11 Aprile 2018

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