Duse, il sorriso ritrovato
Le Cassandre sono servite : Dopo il Barium, riapre anche il Duse. E così la lista dei teatri chiusi a Bari si alleggerisce. Alla fine dell’anno, col previsto rientro in servizio del Purgatorio (cosa prevista per l’autunno) si potrà dire finita la moria delle piccole strutture del capoluogo. Non si esclude infatti che pure il Piccolo Teatro, dove i lavori di adeguamento si presentano tecnicamente ed economicamente insormontabili, torni a funzionare con la formula del circolo privato, ovvero con spettacoli riservati ai soli soci. Alla fine dei conti, Bari avrà perso solo il mal ubicato Teatro dell’Anonima, chiuso definitivamente per abbandono da parte dei gestori e in assenza di figure disposte a rilevarlo. Tornando all’ex opificio di via Cotugno, la Commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo ha restituito l’agibilità revocata lo scorso novembre per alcune mancanze in fatto di sicurezza e comfort. I lavori di adeguamento, uno ‘scherzo’ da 50mila euro, sono stati affrontati mettendo personalmente mano alla tasca. E così da domani, dopo essere ‘emigrate’ al Bravò, Pupetta e le Battagliere possono tornare ad esibirsi al Duse con ‘Escort per caso’. Lo spettacolo, verrà replicato domenica alle 18. Mentre da martedì 18 riprenderà la consueta programmazione, che per la prossima settimana vede in cartellone Renzo Deandri ed Enzo Strippoli in ‘Ridiamoci su’ (info 0805046979). Tira un sospiro di sollievo un piccolo popolo di teatranti. Ma senza il sacrificio personale di pochi appassionati? Ai signori del potere non stanno a cuore né le sorti degli artisti di minor richiamo, né quelle del piccolo indotto al quale può dar vita anche una struttura da cento posti. Agli stessi signori preme semmai il futuro dei ‘grandi sauri’ del nostro spettacolo, questi colossi la cui ‘alimentazione’ richiede saccheggi osceni dell’erario, il tutto a beneficio di inamovibili stipendiati e di un olimpo di artisti privilegiati. Non fa piacere tornare a denunciare questo malvezzo, non di meno non ci asterremo dal continuare a farlo. Troviamo inopportuno, in un frangente economico particolarmente rovinoso per i teatranti, applicare con tanto zelo una normativa che in materia di luoghi deputati al pubblico spettacolo ha addirittura del fobico. Più in là di tanto in fatto di sicurezza, igiene e comfort non si può andare. Fanno ridere quelli che parlano di teatri ‘accoglienti’, di stadi ‘sicuri’. Parliamo di luoghi che anche in presenza delle massime cautele restano comunque ‘pericolosi’ sia sul piano dell’incolumità che sul piano dell’igiene proprio per il fatto d’essere pubblici, ovvero naturalmente esposti ai rischi della promiscuità e della calca.
Italo Interesse
Pubblicato il 14 Marzo 2014