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E adesso c’è anche il ricorso ai giudici amministrativi contro le stabilizzazioni

Soffia sul fuoco che cova sotto le ceneri delle stabilizzazioni del personale alla Regione Puglia, il consigliere forzista Ignazio Zullo, che ieri ha salutato Salutiamo con favore quello che lui ha definito senza mezzi termini “atto di coraggio contro il clientelismo, contro la politica che nega il merito e contro il governo regionale” il ricorso presentato ai giudici amministrativi da un gruppo di dipendenti storici dell’ente contro le stabilizzazioni dei precari. Per Zullo la Regione non avrebbe saputo valorizzare al meglio il capitale umano formato dal personale a tempo indeterminato “con il suo bagaglio di esperienza e la sua dignità professionale”, crean do più d’un disappunto nell’esercito di pecari al servizio della Regione Puglia che, al contrario, il capo della giunta Vendola vorrebbe a tutti i costi contrattualizzare a tempo indeterminato. La notizia del ricorso presentato al Tribunale amministrativo della Puglia contro le stabilizzazioni da un gruppo di dipendenti regionali non è stato proprio un fulmine a ciel sereno, considerato che impiegati e funzionari entrati nell’Ente dopo faticosi concorsi pubblici mugugnavano da tempo, anche se in effetti si sentivano isolati. E anche Zullo, infatti, ha calcato la mano su una battaglia difficile sul rispetto di norme e regolamenti in materia. “Sapere che non siamo soli in questa battaglia non solo ci rafforza – ha spiegato ancora il capogruppo di Forza Italia in via Capruzzi- e ci conferma che la direzione giusta da seguire per la Puglia non è quella verso una sinistra che nega i valori, i meriti e i talenti, alimentandosi di un consenso clientelare che mortifica gli interessi della collettività”. Ma a Zullo già qualche collega consigliere s’era affiancato: “I precari pugliesi sono stati presi in giro e utilizzati come massa elettorale in vista delle primarie del centrosinistra, per poi essere buttati nel calderone. Qualora i dirigenti della Regione dovessero prendere decisioni diverse, non rispettando l’impugnazione del governo e quanto stabilito dalla normativa nazionale, provvederò io stesso a comunicare le irregolarità alla Corte dei Conti”. Adesso al confronto politico/istituzionale tra politici e amministratori, potrebbero sostituirsi magistrati inquirenti ed investigatori delle procure come, appunto, spiegava all’inizio dell’anno l’altro consigliere regionale di Forza Italia, Aldo Aloisi. “Ora si parla anche di rinnovo contrattuale – rimarca Aloisi – ma questo è possibile e deve essere considerato solo per i precari di lunga durata, che spesso hanno competenze di alto livello e comprovata esperienza. Degli altri, invece, non sappiamo nulla: non conosciamo le loro competenze, la loro esperienza, i loro titolo. L’unica cosa che sappiamo è che appartengono al centrosinistra e che hanno in tasca la tessera di qualche partito. Loro, senza se e senza ma, devono andare a casa”. Come dar torto al consigliere di Opposizione e quindi di destra, ma anche a quelli che non usano demagogia e populismo di centro e di sinistra, anche se il T.A.R. Puglia in verità si è già pronunciato in tema di utilizzabilità, a favore di soggetti che hanno svolto attività lavorativa nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale, del meccanismo della “stabilizzazione dei precari”, al posto del concorso pubblico o dello scorrimento delle graduatorie. E sulla utilizzabilità del meccanismo della “stabilizzazione dei precari” in luogo del concorso pubblico o dello scorrimento delle graduatorie i giudici amministrativi pugliesi si sono espressi concordando sul fatto che alla regola del concorso pubblico “…è possibile apportare deroghe qualora ricorrano particolari situazioni che le rendano non irragionevoli”. Fuor di metafora, non può considerarsi irragionevole la stabilizzazione di soggetti che hanno svolto attività lavorativa per periodi significativi in favore di enti del Servizio Sanitario Nazionale, per cui sono già in possesso di una adeguata professionalità, e che sono stati assunti a seguito del superamento di procedure comunque selettive o che, se assunti “a chiamata”, dovranno comunque sottoporsi a procedure del genere. Insomma, per i giudici del Tar Puglia con tanto di sentenza, è possibile utilizzare legittimamente, così come lo scorrimento delle graduatorie degli idonei, anche il meccanismo della stabilizzazione dei precari, costituendo entrambi strumenti derogatori rispetto al sistema del concorso pubblico. La battaglia legale continua, dopo l’ultimo ricorso dei dipendenti ‘storici’ della Regione contro le stabilizzazioni ‘tout court’, magari rimediando figuracce come quella sulla perdita di fondi europei milionari in un settore dove son stati impiegati centinaia di impiegati precari….

 

Antonio De Luigi  


Pubblicato il 18 Marzo 2015

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